Siria, la violenza quotidiana che distrugge un popolo


La Stampa


Parla a Radio Vaticana il nunzio apostolico a Damasco, monsignor Mario Zenari.


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guerradamasco

Una tragedia quotidiana; una grave emergenza umanitaria, peggiorata anche da un inverno particolarmente rigido, per la quale la comunità internazione dovrebbe sollecitare una tregua tra le parti in conflitto. La definisce così la situazione siriana il nunzio apostolico a Damasco, mons. Mario Zenari, a Radio Vaticana, dopo l’ultimo episodio drammatico avvenuto ieri: l’uccisione di almeno dieci persone e il ferimento di altre decine, vittime di un raid aereo su un sobborgo della capitale eseguito dalle forze del regime.

Mentre si continua a vivere in un clima di violenza, Walid Al-Moualem, ministro degli Esteri siriano, ribadisce il rifiuto di qualsiasi ipotesi di rimozione del presidente Bashar al-Assad; la Francia, invece, annuncia una riunione dell’opposizione siriana, fissata per il 28 gennaio a Parigi.

«Qui, a Damasco, sono quotidiane le esplosioni che si sentono, i voli aerei dei cacciabombardieri che si levano in volo», ha raccontato mons. Zenari, «In altre parti del Paese è la stessa cosa. Direi che purtroppo è diventata una tragedia quotidiana, le esplosioni, gli attacchi… Purtroppo, la soluzione di questo conflitto sembra farsi sempre più ingarbugliata, con ogni giorno che passa: è molto difficile vedere la fine del tunnel».

Come se non bastasse, ci mette del suo anche l’inverno: «E’ incominciato in una maniera più rigida del solito: è caduta abbondante la neve, una settimana fa. La gente non sa più come riscaldarsi e come scaldare il cibo. Ho sentito dire che in alcuni posti, ad esempio ad Aleppo, la gente ha anche incominciato a tagliare gli alberi, che è proibito perché in alcune zone della Siria si è al limite del deserto: tagliare una pianta, quindi, è una cosa gravissima. Però – ha proseguito – questa povera gente non ha gas né gasolio, non sa come scaldarsi quel po’ di cibo né come scaldare l’acqua e quindi si arriva anche a questo». Mons. Zenari ha lanciato un appello: «Guardando la situazione in generale – l’inverno e la penuria di cibo, di medicinali, di coperte e del riscaldamento di casa per tanta gente – io credo che siamo veramente in una situazione di emergenza, di una grave crisi umanitaria e che la comunità internazionale debba agire, prenderne atto e sollecitare le parti in conflitto ad una tregua umanitaria. La gente non può più sostenere questa rigida stagione invernale con scarsità enorme di cibo, di vestiario e di medicinali».
Infine, il Prelato si è soffermato sui cristiani di Siria: «Sono cittadini arabi, siriani a pieno titolo e anche loro soffrono le terribili conseguenze di questo sanguinoso e lungo conflitto. Anche loro hanno avuto vittime e feriti, anche loro sono stati sfollati e tanti di loro non hanno lavoro, come tutti, e soffrono la stessa situazione di povertà e di indigenza.

Tra le vittime, vorrei ricordare una suora che nell’esplosione di alcuni giorni fa, avvenuta all’università di Aleppo, mentre stava tornando a casa – era già vicina al suo convento – purtroppo non è tornata a casa: si teme che, poveretta, abbia condiviso la sorte delle vittime di questa terribile esplosione».

Fonte: http://vaticaninsider.lastampa.it
20 gennaio 2013

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