Oggi a Roma Manifestazione nazionale per la Siria


Articolo 21


Partenza alle ore 12.00 da piazzale dei Partigiani. Leggi di seguito l’intervista a Flavio Lotti, coordinatore della Tavola della pace, realizzata da Aticolo21.


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Oggi a Roma Manifestazione nazionale per la Siria

Il Commento di Flavio Lotti,
Portavoce della Tavola della Pace (Intervista di Alberto Baldazzi)

Flavio Lotti, la Tavola della Pace invita tutti domenica a Roma per una manifestazione di solidarietà con il popolo siriano.Queste sono ore sempre più drammatiche e sempre più tragiche: anche ieri notte bombardamenti su Homs. E’ giunta ieri la notizia sulla mozione passata a larga maggioranza – anche se inefficace – delle Nazioni Unite di censura al regime siriano. Cosa si deve, cosa si può fare, o che cosa bisogna evitare di fare di negativo, in questa situazione così cruenta?

“Innanzitutto dobbiamo trovare il coraggio di affrontare questa tragedia che va avanti da quasi un anno. E’ un fatto gravissimo che in questi 11 mesi la Comunità Internazionale non abbia fatto tutto quello che avrebbe potuto e dovuto per evitare questo bagno di sangue al quale stiamo assistendo in queste ore. Purtroppo in Siria si sta scivolando verso una guerra civile che viene alimentata anche da uno scontro di interessi internazionali davvero impressionante. Noi abbiamo bisogno innanzitutto di chiedere che si fermi la violenza, che in qualche modo la Comunità Internazionale intervenga, non gettando altra benzina sul fuoco, ma cercando di spegnere questo incendio. Anche per questo domenica saremo in piazza e chiediamo al governo di svolgere un’azione di negoziato politico, perché di questo oggi si sente la grande mancanza. Abbiamo bisogno innanzitutto di raggiungere immediatamente una tregua, se non altro per riuscire a far passare la Croce Rossa e le altre organizzazioni umanitarie, insomma tutti quei corpi che possono dare una mano concreta a portare soccorso alle popolazioni che sono rimaste intrappolate in questo massacro. Questa è la prima cosa da fare. La seconda è di fermare il traffico di armi che rischia davvero di trasformare tutta questa violenza in una guerra infinita, in un grande Libano, in un grande Afghanistan.”

Nessuno ovviamente pensa a seri interventi militari, ma è possibile anche ipotizzare uno stop delle ostilità in questo momento, quando c’è una minoranza Alawita che ormai da cinquanta e più anni governa tiranneggiando su Sunniti, Drusi – i Cristiani sono lasciati un po’ da parte in questo momento – ?

“Oggi qualsiasi strada è una strada difficile. Non ce n’è una, né quella pacifica, né quella militare che abbiamo già visto produrre più disastri di quelli che pretende di risolvere. La strada pacifica è difficile ma è anche l’unica che dobbiamo cercare di promuovere, perché soltanto attraverso una soluzione pacifica è possibile cercare di ridurre al minimo le sofferenze, di non aggiungere altri morti alla lunga lista che già è stata, purtroppo, provocata da questa repressione e dagli scontri che poi si sono sviluppati soprattutto negli ultimi 4 o 5 mesi. La Comunità Internazionale è senza strumenti concreti, perché non se li è dati. Se si vogliono difendere i diritti umani non si possono continuamente indebolire le Nazioni Unite, non si può privare l’ONU dell’autorità e degli strumenti di cui dispone per agire in maniera più responsabile e super partes.” Pensi a forze di interposizione Onu, che però vanno contro la volontà attuale – almeno ancora in queste ore – di Russia e Cina. “La prima cosa che bisogna fare è parlare anche con la Russia e con la Cina per cercare di far fermare le armi. Questo è il primo obbiettivo che deve avere la nostra diplomazia. Se non si persegue questo obbiettivo, se ne persegue inevitabilmente un altro, cioè quello dello scontro ad oltranza e quindi della guerra civile aperta. Con una grande differenza rispetto al Libano, però: qui le forze in campo sono molto più equilibrate, e quindi una guerra come quella del Libano non è assolutamente riproducibile, se non provocando un disastro di cui nessuno oggi sarebbe in grado di definirne i confini.”

Fonte: www.articolo21.it
18 Febbraio 2012

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