Palestina, 31 città contro il Piano Prawer


NEAR EAST NEWS AGENCY


“Giorno della rabbia” contro l’espulsione delle comunità beduine del Naqab. La polizia minaccia gli attivisti, proteste in Medio Oriente e Europa.


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AGGIORNAMENTO ore 16.50
I PARLAMENTARIAL-TIBI E ZAHALKA IN NAQAB

Presenti alla manifestazione in Naqab anche i parlamentari palestinesi alla Knesset, Ahmed al-Tibi e Jamal Zahalka. Al-Tibi ha detto alla stampa: “La protesta vuole dimostrare che anche se il Piano Prawer dovesse passare in parlamento, non sarà mai applicato nella realtà. Si tratta di una risoluzione razzista che non può essere rispettata”.

AGGIORNAMENTO ore 16.40
SCONTRI IN CORSO AD HAIFA

A Haifa circa 600 manifestando stanno bloccando Alenbi Street, la polizia sta lanciando gas lacrimogeni e granate stordenti.

AGGIORNAMENTO ore 16.20
DUE FERITI IN NAQAB, SCONTRI AL CAMPO DI AIDA

Sono almeno due i feriti negli scontri con la polizia israeliana in Naqab. Gli attivisti presenti parlano di una durissima repressione. Scontri in corso anche al campo profughi di Aida, a Betlemme.

AGGIORNAMENTO ore 16.05
SCONTRI A GERUSALEMME

La polizia a cavallo e la polizia di frontiera tentano di impedire ai manifestanti di raggiungere la Porta di Damasco a Gerusalemme. La folla cerca di dirigersi verso Salah Addin Street, bloccata dagli agenti a cavallo.

AGGIORNAMENTO ore 16
INIZIATA LA MANIFESTAZIONE A GERUSALEMME E HAIFA

Sono già centinaia i manifestanti radunatisi a Gerusalemme, alle porte della Città Vecchia, e ad Haifa per protestare contro il Piano Prawer. La polizia ha già aggredito la folla a Gerusalemme, si riportano arresti.

AGGIORNAMENTO ore 15.55
DIECI ARRESTATI, GRANATE STORDENTI CONTRO I MANIFESTANTI

Duri scontri in corso tra polizia israeliana e manifestanti a Hura, in naqab: i poliziotti a cavallo aggrediscono la folla e lanciano granate stordenti. I manifestanti rispondono con le pietre. Almeno dieci arrestati.

AGGIORNAMENTO ore 15.45
SCONTRI IN NAQAB: POLIZIA A CAVALLO LANCIA GAS. TRE ARRESTI

Sono iniziati gli scontri in Naqab tra polizia israeliana e manifestanti. Le forze militari lanciano gas lacrimogeni e attaccano la folla con i cavalli e i cannoni d’acqua. Tre gli arresti.

AGGIORNAMENTO ore 15.35
ESERCITO ISRAELIANO DEMOLISCE CASE IN NAQAB

Mentre prosegue la manifestazione in Naqab, i bulldozer israeliani hanno demolito alcune case nel villaggio palestinese di Alsayed. Guarda la foto.

AGGIORNAMENTO ore 15.30
CANCELLATA MANIFESTAZIONE AL CAIRO, L’ARABIA SAUDITA VIETA LA PROTESTA

Il gruppo egiziano contro il Piano Prawer ha annunciato pochi minuti fa di aver cancellato la manifestazione prevista di fronte alla sede dell’Unione Araba a causa del clima politico che sta interessando l’Egitto: a causa della nuova legge governativa contro le manifestazioni di piazza, i manifestanti palestinesi ed egiziani temono ritorsioni.
Intanto le autorità dell’Arabia Saudita hanno vietato proteste contro il Prawer Plan.

AGGIORNAMENTO ore 15.15
CAMPO PROFUGHI DI SHUAFAT: ARRESTATI TRE MINORENNI

Negli scontri seguiti alle manifestazioni contro il Piano Prawer nel campo profughi di Shuafat a Gerusalemme, l’esercito israeliano ha arrestato tre minorenni palestinesi.

AGGIORNAMENTO ore 15
TRE ARRESTI A RAMALLAH
Sono già tre gli arrestati a Ramallah dalle forze militari israeliani. Uno di loro si chiama Zeid Al Sha’bi, un altro è il giornalista Ahmad Zeyara.

AGGIORNAMENTO ore 14.45
AL VIA LA MANIFESTAZIONE IN NAQAB

E’ partita la marcia in Naqab. Nella foto alcuni manifestanti portano uccelli di cartone, simbolo di libertà. Sono già 700 i dimostranti. Guarda il video

AGGIORNAMENTO ore 14.30
RAMALLAH, LA POLIZIA ISRAELIANA APRE IL FUOCO. UN ARRESTATO

La marcia contro il Piano Prawer a Ramallah è appena partita, diretta verso la colonia di Beit El, ma sono già esplosi gli scontri nei pressi dell’insediamento: la polizia ha aperto il fuoco contro i dimostranti. Anche dal campo profughi Al Jalazone un centinaio di manifestanti stanno marciando verso Beit El. Ci sarebbe già un arrestato tra i dimostranti

AGGIORNAMENTO ore 14.15
NAQAB: INGENTE SCHIERAMENTO DI POLIZIA ISRAELIANA

Ingente il dispiegamento di poliziotti a Hura, in Naqab, dove partirà la manifestazione contro il Piano Prawer, tra pochi minuti.

AGGIORNAMENTO ore 14.00
DECINE DI MANIFESTANTI A GAZA CITY

Sono decine i giovani palestinesi che stanno protestando in questi minuti a Gaza City contro il Piano Prawer. Ad organizzare la manifestazione è stata la Intifada Youth Coalition: “Inviamo un messaggio al nostro popolo in Negev: sono parte di noi, nonostante i piani dell’occupante per trasferirli e esiliarli”, ha detto la portavoce Shurouq Mahmoud.

AGGIORNAMENTO ore 12.30
STOP PRAWER: LE MANIFESTAZIONI DI IERI

La protesta contro il Piano Prawer era cominciata già ieri: durante le tradizionali manifestazioni del venerdì, i dimostranti hanno mostrato cartelli e cantato slogan a favore dei beduini del Naqab. Scontri a Gerusalemme, nel quartiere di Silwan, e nel villaggio di Kafr Qaddum. Tre feriti ad Hebron. Nel villaggio di Al Masara, i soldati hanno tentato di rimuovere gli striscioni contro il Piano Prawer.

AGGIORNAMENTO ore 12
ANCHE STATI UNITI E AUSTRALIA IN PIAZZA

Alle manifestazioni previste oggi in 31 città del mondo, si aggiungono Seattle e Melbourne. In Naqab si parte alle 15.30 ora palestinese (le 14.30 italiane).

AGGIORNAMENTO ore 10.15
DALL’INGHILTERRA LA SOLIDARIETÀ DEGLI ARTISTI

Mentre cominciano in Palestina le marce contro il Piano Prawer, dall’Inghilterra giunge una lettera di sostegno alla lotta dei beduini palestinesi da parte di musicisti, registi, giornalisti, scrittori che chiedono al governo di Londra di intervenire e fare pressioni su Israele perché cancelli il Piano Prawer.
Peter Gabriel, Ken Loach, Brian Eno, Mike Leigh, Ilan Pappè, Julie Christie sono alcuni dei firmatari della lettera che potete trovare sul The Guardian.

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dalla redazione

Gerusalemme, 30 novembre 2013, Nena News – Trentuno città del mondo contro il Piano Prawer: la manifestazione di oggi, indetta in tutta la Palestina storica contro il progetto delle autorità israeliane di trasferimento forzato di decine di migliaia di beduini del Naqab, si è allargata all’intero Medio Oriente e all’Europa.

Da Ramallah a Gaza, da Gerusalemme al Cairo, da Roma a Torino, da Istanbul a Parigi, Berlino, Stoccolma, Amman, Beirut. Tutti in piazza contro quella che la popolazione palestinese definisce “una nuova Nakba, una nuova catastrofe come fu quella del 1948, quando le milizie sioniste espulsero dai propri villaggi e dalle proprie terre 800mila palestinesi, trasformandoli in rifugiati senza ritorno.

Numerose le associazioni palestinesi, israeliane e internazionali che prenderanno parte oggi alle manifestazioni contro il Piano Prawer, manifestazioni seguite ad una serie di proteste nazionali indette la scorsa estate. E l’evento di oggi è stato anticipato nei giorni scorsi da una serie di incontri e attività: martedì centinaia di studenti palestinesi in tutte le università di Israele hanno scioperato per due ore contro il Piano Prawer, mentre giovedì la città di Jaffa è stata teatro di una marcia di protesta.

Un clima che preoccupa le forze militari e di polizia israeliane che nei giorni scorsi hanno avviato una vera e propria campagna di intimidazione contro attivisti e associazioni. Ma non solo: minacciate telefonicamente anche le compagnie di autobus che porteranno i manifestanti in Naqab, colpevoli – secondo le autorità israeliane – di complicità in “manifestazioni illegali”.

Per ora, manifestazioni o meno, sul terreno nulla è cambiato. Anzi: a inizio novembre il governo israeliano ha annunciato la demolizione del villaggio beduino di Umm Al-Hiran, 500 palestinesi residenti, per consegnare le terre alla nuova colonia di Hiran. Un’azione che rientra nel progetto delle autorità israeliane di “ripulire” il deserto del Naqab dalle comunità beduine che vi risiedono da decenni, alcune arrivate dopo la Nakba del 1948, altre residenti nell’area da ben prima la creazione dello Stato di Israele. Il Piano Prawer, già approvato in prima lettura alla Knesser (il parlamento israeliano, ndr), prevede la distruzione di 45 villaggi beduini non riconosciuti da Tel Aviv, l’espulsione e il trasferimento forzato di 40-70mila beduini palestinesi e la seguente urbanizzazione forzata in nuove “township” e, infine, la confisca di oltre 800mila dunam di terre (un dunam è pari a mille metri quadrati, ndr). Nena News

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