Italia: 2 ottobre una giornata di “disarmata” nonviolenza


Alessandro Graziadei


La giornata è un’occasione da cogliere per poter diffondere la conoscenza delle lotte nonviolente e cercare di trovare insieme delle soluzioni possibili in questa direzione.


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Italia: 2 ottobre una giornata di “disarmata” nonviolenza

A una settimana dalla Marcia Perugia – Assisi che ha visto 200mila persone disarmate e in nome della “pace e della fratellanza dei popoli” camminare per raccontare un’idea di pace ricordata anche nella mozione conclusiva, si celebra oggi con iniziative in tutta Italia la Giornata della nonviolenza indetta dalle Nazioni Unite nel 2007 in occasione dell’anniversario della nascita di Mohandas Karamchand Ghandi. La giornata è un’occasione da cogliere per poter diffondere la conoscenza delle lotte nonviolente e cercare di trovare insieme delle soluzioni possibili in questa direzione.
Per Conexión un progetto che a Torino intende affrontare temi quali il dialogo tra le culture, la lotta contro la discriminazione e la violenza, la giornata di oggi assume un significato particolarmente interessante. “In questo periodo storico denso di avvenimenti di portata eccezionale, basti pensare alle rivoluzioni nei paesi arabi e al movimento degli indignados spagnoli, oppure ai manifestazioni all’Aquila, a Napoli e in Val di Susa è quanto mai utile e necessario parlare di nonviolenza. Molti di questi movimenti si ispirano alle teorie e alle pratiche nonviolente, anche se dai mezzi di informazione appare sempre in primo piano quella parte, minimale, che si lascia andare a risposte compulsive e inutili”.
Ci sono lotte lunghe e difficili, “ma una delle caratteristiche della nonviolenza – ha spiegato Conexión – è proprio il fatto di non desistere nonostante le batoste, bensì continuare con forza e costanza”. Come diceva Aldo Capitini, infatti, la nonviolenza guarisce la politica dalla sua fretta e impazienza e per questo la giornata di oggi “sarà un’ottima occasione per creare coesione tra persone e realtà diverse a difesa del bene comune, dei diritti umani, del territorio, della dignità.
 Marceremo insieme per le vie di Torino, attraverso luoghi simbolici e significativi, e chiederemo con forza di essere ascoltati e di essere considerati”.
Se la giornata sarà caratterizzata a Torino da una simbolica marcia indetta dal network 2Ottobre nel centro città con spettacoli e letture sulla nonviolenza durante il percorso e alla fine della marcia, a Roma una simbolica corsa Run this way attraverserà il quartiere della Garbatella e diversi flash mob per le vie della città eterna saranno coordinati dall’associazione umanista Mondo Senza Guerre e Senza Violenza “per far crescere nei cittadini e soprattutto tra i giovani, una nuova coscienza nonviolenta”. Milano non sarà da meno. Numerose le associazioni che hanno lanciato su facebook decine di iniziative a tema con una parata per le vie del centro accompagnata dalla performance teatrale Martin Luther King incontra Gandhi. Nel pomeriggio in collaborazione con la Comunità per lo Sviluppo Umano andrà in scena un momento ludico “che attraverso il gioco vuole liberare la città dai luoghi simbolo della violenza – hanno spiegato gli organizzatori – per trasmettere i valori di una cultura di pace, tolleranza, comprensione e nonviolenza e che coinvolgerà associazioni, scuole e tutti i milanesi che vorranno partecipare”. In serata il Peace Party allo Spazio MoonHouse di via Barletta 12, inizierà alle 21.30 con la proiezione di un documentario sulla Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza, una mobilitazione sociale senza precedenti per creare coscienza rispetto alla pericolosa situazione mondiale e che esattamente un anno fa iniziava il suo cammino in Nuova Zelanda e contemporaneamente in tutto il mondo.
“Tutti in cammino verso l'orizzonte della nonviolenza – quindi, ha ricordato Mao Valpiana presidente del Movimento Nonviolento – che è il varco attuale della storia”, un orizzonte che non è però solo un atto simbolico e celebrativo. “Marciare per la pace, significa marciare contro la guerra. Marciare contro la guerra, significa marciare per abolire gli eserciti. Marciare per abolire gli eserciti, significa marciare contro le spese militari. Marciare contro le spese militari, significa marciare per il disarmo”. Ecco perché anche e soprattutto il 2 ottobre è l'occasione per rilanciare la Campagna “Taglia le ali alle armi”, proposta da Rete Disarmo, Movimento Nonviolento, Sbilanciamoci, Tavola della pace, Grillo news e Unimondo, per chiedere al Governo di non perfezionare l’acquisto di oltre 130 cacciabombardieri d’attacco Joint Strike Fighter F-35. “Un programma – ha fatto sapere la Rete Disarmo – che ad oggi ci è costato già 1,5 miliardi di euro e ne costerà almeno altri 15, solo per l’acquisto dei velivoli, arrivando ad un impatto di 20 miliardi nei prossimi anni. Senza contare il mantenimento successivo di tali velivoli”.
In questo periodo di crisi e di mancanza di risorse per tutti i settori della nostra società, diviene perciò importante “scegliere altre strade più necessarie ed efficaci, sia nell’utilizzo dei fondi (verso investimenti sociali), sia per la costruzione di un nuovo modello di difesa. L'esempio del programma Joint Strike Fighter deve quindi servire come emblema degli alti sprechi legati alle spese militari e della necessità di un forte taglio delle stesse verso nuovi investimenti più giusti, sensati, produttivi” e soprattutto nonviolenti.
Per questo il 2 ottobre, Giornata internazionale della nonviolenza, in tutte le città d'Italia “mentre lo stato italiano sta partecipando alle guerre che massacrano innumerevoli esseri umani in Afghanistan e in Libia e perseguitando innumerevoli esseri umani con una politica razzista” ha concluso Beppe Sini responsabile del Centro di ricerca per la Pace di Viterbo “è indispensabile si dispieghi l'azione politica nonviolenta affinché cessi l'illegale partecipazione italiana alle guerre in Afghanistan e in Libia; affinché cessi l'illegale persecuzione razzista dei migranti e dei viaggianti; affinché cessi il criminale sperpero dei pubblici denari per l'apparato militare, le armi e le guerre assassine; affinché si affermi la legalità, la democrazia, la dignità e la solidarietà umana”. Firmando la petizione “Taglia le ali alle armi” siamo sicuri potremmo fare tutti un primo passo avanti verso un 2 ottobre di straordinaria e “disarmata” nonviolenza!

Fonte: www.unimondo.org
2 Ottobre 2011

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