Venezuela: la mediazione possibile


L'Osservatore Romano


Messico, Uruguay e i paesi della Comunità caraibica (Caricom) hanno messo a punto una proposta di mediazione per il Venezuela che sarà presentata al gruppo di contatto promosso dall’Unione europea (Ue).


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Messico, Uruguay e i paesi della Comunità caraibica (Caricom) hanno messo a punto una proposta di mediazione per il Venezuela che sarà presentata al gruppo di contatto promosso dall’Unione europea (Ue).

Il cosiddetto “Meccanismo di Montevideo”, precisa un comunicato della presidenza del Messico, intende essere una proposta di diplomazia «attiva, propositiva e conciliatoria» per «contribuire a far sì che il popolo venezuelano e gli attori implicati possano trovare una soluzione alle loro divergenze».

I rappresentanti dei paesi firmatari hanno spiegato che si tratta di una proposta «per avvicinare le parti in conflitto, e si attiene ai principi di non intervento, uguaglianza giuridica degli Stati, soluzione pacifica delle controversie, rispetto dei diritti umani e autodeterminazione dei popoli».

Nicolás Maduro si è detto favorevole al dialogo «alla ricerca di una agenda nazionale di accordo, pace e intesa». Come è noto lo stesso Maduro ha inviato una lettera a Papa Francesco chiedendo il suo aiuto in un nuovo processo di dialogo. A questo proposito, il direttore ad interim della Sala Stampa della Santa Sede, Alessandro Gisotti, ha oggi sottolineato che «il Santo Padre si è sempre riservato e dunque si riserva la possibilità di verificare la volontà di ambedue le parti, accertando se esistano le condizioni per percorrere questa via».

l leader dell’opposizione, Juan Guaidó, che il 23 gennaio ha giurato come presidente ad interim ottenendo il riconoscimento di parte della comunità internazionale, nei giorni scorsi si è detto scettico sulle reali intenzioni di Maduro. Ieri, inoltre, Guaidó ha annunciato di avere «conversato con rappresentanti dell’Unione europea per consolidare il loro appoggio e la transizione democratica» in Venezuela.

Intanto la situazione resta difficile per la popolazione che manca di beni di prima necessità.

7 febbraio 2019

Osservatore Romano

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