Un uomo nuovo per la nuova Somalia


Luciano Scalettari


Il neo Presidente è stato eletto dal Parlamento. Non è un signore della guerra, ma un docente universitario, attivista per i diritti umani.


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La vittoria, inaspettata, è andata a un outsider, un candidato che alla vigilia nessuno metteva fra i favoriti. La Somalia volta pagina rispetto al passato. Il nuovo Presidente del Paese è Hassan Sheikh Mohamud. Non è un signore della guerra, non proviene dal mondo militare. È un docente universitario, esponente della società civile e leader del Partito Pace e sviluppo.

Con l’elezione di Mohamud – uno dei 25 candidati per la poltrona presidenziale – la Somalia si  dota del primo Capo di Stato permanente dopo quasi 22 anni, da quando nel 1991 la caduta dell’allora presidente Siad Barre scatenò la guerra civile ancora in corso.

Il suo compito non sarà certo facile. A meno di ventiquattrore dalla sua elezione ha già subito il primo attentato (rivendicato dagli estremisti islamici Shabab): un kamikaze si è fatto esplodere mentre era in corso una conferenza stampa del neo eletto Capo dello Stato insieme al ministro degli esteri kenyano. Entrambi, comunque, sono usciti illesi dall’esplosione.

Con l’elezione del Presidente e le vittorie militari (vedi l’articolo seguente del dossier) che stanno consentendo alle truppe somale e a quelle dell’Unione Africana di guadagnare terreno sugli Shabab la Somalia compie altri grandi passi verso la pacificazione.

Alla vigilia del voto i favoriti erano altri: il Presidente provvisorio uscente Sheikh Sharif Ahmed e l’ex primo ministro Abdiweli Mohammed Ali. Eppure, Hassan Sheikh Mohamud ha raccolto al secondo turno 190 preferenze su 269 deputati presenti, lasciando il presidente uscente a soli 79 voti. Un distacco tale che l’orientamento dei parlamentari sembra indicare non soltanto la volontà di portare al potere un “uomo nuovo”, ma anche la bocciatura senza appello dell’ex Capo di Stato Sheikh Sharif Ahmed.

La “carta d’identità” del nuovo leader somalo è promettente: giovane (ha 56 anni), originario di Mogadiscio, proviene da una famiglia impegnata in politica, insegna all’Università ed è un noto attivista per i diritti umani con una lunga esperienza nelle organizzazioni internazionali non governative.

A Mogadiscio la sua elezione è stata festeggiata fino a notte fonda per le strade. Segno che la popolazione voleva un mutamento profondo nella guida politica del Paese.

Il Presidente uscente ha ammesso la sconfitta e, in un messaggio trasmesso nella tarda serata di ieri dalla Tv di Stato somala, ha augurato al nuovo leader buon lavoro.

In base alla Costituzione in vigore, l’attuale Presidente rimarrà in carica per cinque anni. Tra i suoi primi incarichi, quello di nominare il primo ministro che dovrà poi formare il nuovo governo della Somalia.

Tra l’altro, il neo Presidente avrebbe dichiarato di voler fare la sua prima visita di Stato in Italia.

Fonte: www.famigliacristiana.it

12 settembre 2012

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