Nigeria, MSF: allarme per milioni di persone


Articolo 21


Mancanza di cibo, acqua e assistenza sanitaria: Medici Senza Frontiere (MSF) è preoccupata per la situazione di milioni di persone che anche quest’anno rimangono sfollate a causa del conflitto.


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L-R  Kaltuma, 25, her daughter Aisha, 3, her sister Fatima, 10, her sister Aisha, 20, with her son Baba Ali, ten months old and mother of the family Hauwa Abba, 55. The Abba family fled their home in Abadan, near the border with Niger, two years ago following an attack. They have been living in a camp on the outskirts of Maiduguri since then. They were one of 500 families to receive food from MSF on December 14, 2016.

Medici Senza Frontiere (MSF) è preoccupata per la situazione di milioni di persone che anche quest’anno rimangono sfollate a causa del conflitto. Nonostante l’aumento dell’assistenza umanitaria negli ultimi mesi, centinaia di migliaia di esse vivono in zone senza accesso a cibo, acqua e assistenza sanitaria. Senza un significativo ampliamento degli aiuti umanitari da parte delle organizzazioni nazionali e internazionali, la situazione potrebbe peggiorare nel corso dell’anno. Negli ultimi tre mesi, MSF ha distribuito 810 tonnellate di cibo a Maiduguri, la più grande città nel nordest della Nigeria, un quantitativo sufficiente a sfamare 26.000 famiglie per due settimane. Le più vulnerabili sono quelle che vivono in campi informali non riconosciuti dalle autorità e che per questo non ricevono assistenza.

“MSF è un’organizzazione medica e di solito non si occupa della distribuzione di cibo” afferma Philippe Le Vaillant, capo missione di MSF. “Ma ci sono persone che vivono in condizioni disperate. Finora non sono intervenute altre organizzazioni, dunque MSF è stata costretta a colmare questa lacuna”. Circa un milione di persone fuggite alla violenza e alle condizioni d’insicurezza nel Borno State, a causa del conflitto tra gruppi armati e forze armate nigeriane, ora vive a Maiduguri. “Molte di esse sono arrivate a Maiduguri senza nulla”, aggiunge Philippe Le Vaillant. “Non ci sono possibilità di guadagno, il costo del cibo è più che raddoppiato in dodici mesi, e anni di violenza e insicurezza hanno messo a dura prova la capacità delle persone di far fronte a una situazione del genere”.

MSF, che gestisce due grandi centri sanitari e due centri nutrizionali per bambini affetti da malnutrizione acuta, assicura anche l’approvvigionamento di acqua a Maiduguri con circa 80.000-100.000 litri d’acqua al giorno. Si tratta di una misura d’emergenza per assicurare alle persone acqua potabile prima dell’implementazione di una soluzione a lungo termine. MSF sta costruendo nuove latrine, sostituendo quelle esistenti e riabilitando i pozzi nel centro di Maiduguri.

Il bisogno di assistenza alimentare è destinato ad aumentare ancora di più a partire da marzo, quando le scorte dello scarso raccolto dello scorso anno termineranno segnando l’inizio del cosiddetto “hunger gap” (il periodo tra la fine delle scorte dell’ultimo raccolto e il nuovo raccolto). Un’alimentazione adeguata permette non solo di alleviare la fame ma anche contrastare le infezioni come la malaria e la diarrea, che hanno un picco durante la stagione delle piogge, che inizia a giugno. “Esiste una correlazione letale tra l’hunger gap e la stagione delle piogge” spiega il dott. Javed Baba Ali, medico di MSF. “Nel momento in cui le difese immunitarie si abbassano per la mancanza di nutrimento adeguato, il numero delle infezioni aumenta. Questo è particolarmente vero per i bambini e può renderli molto vulnerabili alla malnutrizione severa e allo sviluppo di complicazioni”.

Nella sola Maiduguri, da giugno a ottobre dello scorso anno, questo circolo vizioso ha avuto conseguenze letali su centinaia di pazienti di MSF. Ad agosto, 75 bambini su 369 ricoverati nel centro nutrizionale di MSF sono morti. A novembre, quando la stagione delle piogge si è conclusa e le condizioni mediche dei pazienti sono diventate meno critiche, sono morti 21 bambini su 250 ricoverati. “Durante l’estate, abbiamo dovuto assistere un numero enorme di bambini con gravi complicazioni” prosegue il dott. Javed Baba Ali. “Anche se ora la stagione ci sta dando un po’ di tregua, ciò non significa che l’emergenza sia finita”. MSF è profondamente preoccupata anche per le centinaia di migliaia di persone che vivono in zone dello Stato di Borno in cui le organizzazioni umanitarie non hanno accesso, e che sono anch’esse senza cibo, acqua o assistenza medica. Nello Stato di Borno, MSF sta gestendo 11 centri sanitari e le sue équipe effettuano visite regolari in altri cinque centri sanitari.

Fonte: www.articolo21.org

5 gennaio 2017

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