A rischio multilateralismo e disarmo


L'Osservatore Romano


Congelato il dialogo tra Russia e Stati Uniti dopo l’accordo sul sistema antimissile in Polonia. "Non siamo di fronte a una nuova guerra fredda e il nemico non è la Russia" afferma la Rice, ma i rapporti tra le due potenze sono sempre più tesi.


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A rischio multilateralismo e disarmo

Varsavia – Sempre più tesi i rapporti tra Russia e Stati Uniti. La firma dell'accordo sullo scudo spaziale – il sistema antimissile americano nell'Europa centro-orientale – ha prodotto una dinamica che sembra poter mettere a rischio il multilateralismo e il processo di disarmo internazionale. Si tratta di una preoccupazione che pare sostenuta dai dati relativi all'aumento delle spese militari nel mondo, in un momento in cui l'economia di ampie regioni del pianeta si trova alle soglie delle recessione.
Secondo dati diffusi nel 2007, le spese per gli armamenti sono aumentate del 45 per cento in dieci anni, mentre sempre più sensibile è il grado di instabilità, anche a livello locale. Solo nel 2007 sono stati registrati 14 conflitti locali in 13 aree del mondo con conseguenze destabilizzanti che si sono fatte sentire a livello più ampio. I dati sui conflitti esistenti, secondo alcuni esperti, inducono a riflettere sul legame tra riarmo, sviluppo e ordine internazionale.
In questo scenario si inserisce il nuovo inasprimento delle relazioni tra est e ovest, con toni che sembravano superati. "Non è il 1948 e nemmeno il 1968 – ha comunque detto il segretario di Stato americano, Condoleezza Rice – la situazione strategica è differente. Penso che occorra riconoscere che c'è un cammino aperto verso la Russia che è molto diversa dall'Unione Sovietica". Rice ha assicurato l'impegno degli Stati Uniti per "abbattere le barriere della guerra fredda".
Più drastiche sono state le dichiarazioni del ministro degli Esteri russo, Serghiei Lavrov, dopo la firma dell'accordo tra Washington e Varsavia sullo scudo spaziale. L'intesa – secondo il capo della diplomazia russa – "spinge una nuova corsa al riarmo in Europa e oltre". Non potremo esimerci dal reagire – ha aggiunto – "e non soltanto per mezzo di proteste sul piano diplomatico". Il vice ministro degli Esteri russo, Alexander Grushko, ha annunciato questa mattina che il Cremlino ha deciso di riconsiderare le proprie relazioni con la Nato "per prendere una decisione su come procedere". Il ministero della Difesa norvegese ha infatti reso noto che la Russia ha informato le autorità di Oslo del proposito di "congelare tutte le attività in materia di cooperazione militare" con la Nato. Martedì scorso il segretario generale dell'Alleanza, Jaap de Hoop Scheffer, al termine di una riunione straordinaria tenuta a Bruxelles, aveva affermato che "qualcosa è destinato a cambiare" nei rapporti Nato-Russia.
Secondo il segretario di Stato americano, invece, "l'accordo aiuta a rispondere alle sfide del ventunesimo secolo". Lo scudo – secondo Rice – è "un sistema di difesa che ci aiuterà a fare i conti con la minaccia di missili a lungo raggio da Paesi come l'Iran e la Corea del Nord". Dunque, il nemico non è la Russia e "non siamo di fronte a una nuova guerra fredda". È un "periodo difficile", ha aggiunto Rice, "ma credo che non dobbiamo esagerare sulla portata delle difficoltà".
Ancora in fase di sviluppo, lo "scudo spaziale" americano in Europa centro-orientale prevede, oltre a una batteria di missili intercettori in Polonia, anche l'installazione di un "super radar" nella Repubblica Ceca, con la quale il Governo di Washington ha già raggiunto un'intesa. Gli intercettori da dispiegare in alcuni silos sotterranei in territorio polacco avranno una gittata di tremila chilometri. I lavori dovrebbero iniziare nel 2009 e essere ultimati tra il 2011 e il 2013. L'intero sistema non dovrebbe essere pronto prima del 2012. In cambio dei nuovi missili, Varsavia ha chiesto a Washington il rafforzamento delle proprie difese aeree, con un investimento di quaranta milioni di dollari, un punto che gli Stati Uniti hanno accettato.
L'accordo sullo scudo spaziale, insieme alla condanna da parte della Nato dell'intervento russo nel Caucaso – a parere degli analisti – è la risposta della Casa Bianca alla strategia del Cremlino. Gli alleati di Washington sono proprio i Paesi che facevano parte dell'ex blocco sovietico. Come l'Ucraina, che ha deciso di limitare i movimenti della flotta russa nella base di Sebastopoli in Crimea.

Fonte: L'Osservatore Romano

22 agosto 2008

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