Tsahal non va in Sardegna, manifestare serve


Emanuele Giordana


I piloti israeliani spariscono dalla lista degli invitati alle esercitazioni Vega 2014. E dunque indignarsi, manifestare, contrapporsi, scrivere serve a qualcosa. Almeno, se non altro per buon gusto, i piloti che forse hanno bombardato Gaza sono rimasti a casa.


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Che fine hanno fatto i piloti israeliani che, dal 21 settembre, avrebbero dovuto volare sui cieli sardi all’interno del piano di esercitazioni cicliche che, come ogni anno, sollevano proteste e scatenano manifestazioni e contestazioni anche a livello degli enti locali sardi? Quel motivo in più per opporsi è scomparso, grazie proprio alle polemiche che la notizia sollevò.

Lo desumiamo da un articolo di Chicco Fresu, il collega che per primo si accorse e scrisse della presenza israeliana prevista in Sardegna dal 21 di settembre. Scrive Fresu: “Dietrofront, i caccia israeliani non giocheranno più alla guerra, per non sbagliare in quella vera, nei cieli e sui mari della Sardegna. Avanti tutta, si procede (quasi) come previsto: le esercitazioni militari seguiranno il calendario già fissato, anche se la Regione dice no. E allora dal 22 settembre, tra Teulada, Capo Frasca e Perdasdefogu-Quirra giù una pioggia di bombe, razzi e missili fino a dicembre. È un ministero della Difesa a due velocità quello che, con un semplice decreto, impone modi e tempi per l’utilizzo dei poligoni sardi nel secondo semestre del 2014. Dall’elenco delle forze armate partecipanti alle esercitazioni scompare l’Iaf (Israelian Air Force): impegnati nei sanguinosi raid su Gaza nelle scorse settimane, i jet israeliani avrebbero dovuto volare su Capo Frasca nei prossimi mesi”. E ancora: “…Il programma delle esercitazioni è diviso per poligoni: riporta chi, dove e quando bombarderà sulle centinaia di chilometri quadrati di servitù militari sarde… Per Capo Frasca le indicazioni sono più generiche. Si descrivono imminenti lanci di «inerti» anche da una tonnellata e sono elencate le forze armate partecipanti. Il 24 aprile la Difesa comunicava la presenza dell’aeronautica e della marina militare italiana, dei colleghi tedeschi e della Us Navy. Ultimi dell’elenco erano i caccia (F15 e F16) dell’Iaf , scomparsi dal decreto firmato il 30 agosto: non arriveranno, salvo che non vengano fatti rientrare nella categoria «eventuali ospiti Nato”.

E dunque indignarsi, manifestare, contrapporsi, scrivere serve a qualcosa. Almeno, se non altro per buon gusto, i piloti che forse hanno bombardato Gaza sono rimasti a casa.

Questo articolo è uscito oggi su Great Game il blog di Emanuele Giordana

Fonte: www.lettera22.it

25 settembre 2014

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