Sea Watch, il pm fa sbarcare i migranti


La Stampa


La procura di Agrigento ordina il sequestro della Sea Watch 3 e in tarda serata fa sbarcare a Lampedusa i 47 migranti, suscitando l’ira di Salvini che se la prende con pm e anche esponenti del governo.


CondividiShare on FacebookTweet about this on TwitterEmail to someoneGoogle+
sea watch sbarco02-2

La procura di Agrigento ordina il sequestro della Sea Watch 3 e in tarda serata fa sbarcare a Lampedusa i 47 migranti, suscitando l’ira di Salvini che se la prende con pm e anche esponenti del governo.

Dal ministero dell’Interno tuonano: «La difesa dei confini deve essere una decisione della politica, espressione della volontà popolare, o di magistrati e Ong straniere?».

La nuova crisi per una nave umanitaria porta con sé un nuovo scontro tra magistrati e Viminale. E sembra di essere tornati all’agosto dell’anno scorso quando il procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio – lo stesso pm che ieri ha ordinato alla Guardia di Finanza di sequestrare la Sea Watch 3 – salì sulla nave della Guardia costiera “Diciotti” per condurre un’inchiesta da cui poi scaturì la richiesta di autorizzazione a procedere per Salvini da parte del Tribunale dei ministri di Catania poi respinta dal Senato.

 

La svolta ieri pomeriggio

La mattinata in mare era trascorsa in attesa di un segnale che servisse a sbloccare la situazione, dopo che il comandante della Sea Watch 3 aveva informato la Capitaneria di porto che la situazione a bordo stava diventando ingestibile.
Ma il ministro Salvini era stato categorico: «Mi ha scritto l’Europa, il giudice, l’Onu, che stiamo violando i diritti umani, mi ha scritto un cardinale qua e un cardinale là. A tutti ho dato la stessa educata risposta, senza mio permesso non sbarca nessuno».

La svolta è arrivata nel pomeriggio quando dal porto di Lampedusa – sull’isola da giorni si trova il pm Vella che si sta già occupando del caso della nave Mare Jonio – sono partite una motovedetta della Guardia di finanza e una della Guardia costiera dirette poco al largo, lì dove da sabato la Sea Watch 3 era alla fonda, con 47 dei 65 migranti salvati mercoledì della scorsa settimana 30 miglia al largo della Libia. I finanzieri hanno notificato al comandante della nave Arturo Centore, uomo di mare con un passato proprio nella Guardia costiera, il provvedimento di sequestro probatorio dell’imbarcazione. Non è chiaro se già in questa fase lo stesso Centore e il capo missione della Ong tedesca, Philipp Hahn, siano indagati per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Nelle stesse carte, anche l’ordine di sbarco dei 47 migranti, con il loro trasbordo sulle motovedette e il trasferimento all’hotspot di Lampedusa, dove sono già ospitati i 18 migranti sbarcati sabato. Per la nave, invece, è stato disposto il trasferimento sotto scorta a Licata, in Sicilia, dove resterà «a disposizione della magistratura».

La replica del ministro grillino

La notizia del sequestro della nave della Ong tedesca è trapelata dallo stesso Viminale ma subito dopo è arrivato l’attacco: «La Sea Watch 3 è una nave fuorilegge – hanno detto fonti del ministero dell’Interno -. La magistratura faccia come crede, ma il Viminale continua e continuerà a negare lo sbarco». In serata lo stesso Salvini ha rincarato: «Denuncio chiunque sia disponibile a far sbarcare gli immigrati irregolari da una nave fuorilegge. E questo vale anche per organi dello Stato», puntando il dito contro il pm Patronaggio ma anche contro «qualche ministro che ha dato l’autorizzazione a sbarcare». Il ministro grillino Toninelli non ci sta: «Salvini, se ha qualcosa da dirmi, me la dica in faccia. Non parli a sproposito del sottoscritto in tv. È evidente che l’epilogo della vicenda è legato al sequestro della nave da parte della magistratura, non serve un esperto per capirlo» Un botta e risposta che avveniva proprio mentre, erano le 21,47, a Lampedusa dalla motovedetta della Guardia costiera sbarcavano i primi migranti.

Il procuratore Patronaggio ovviamente non ha replicato al Viminale ma in serata ha diffuso una nota con cui ha sottolineato «la sinergia e la professionalità» di Guardia di finanza, Guardia costiera e Questura di Agrigento, e ha chiarito che «i migranti posti in salvo saranno affidati a personale della Questura di Agrigento per l’identificazione e per i necessari atti di polizia giudiziaria. Le indagini proseguiranno sia per l’individuazione degli eventuali trafficanti di esseri umani coinvolti, sia per la valutazione della condotta della Ong».

Da Sea Watch fanno notare che «ancora una volta si è dimostrato che i porti dell’Italia non sono chiusi». Per la portavoce italiana della Ong, Giorgia Linardi, «la nave è a disposizione degli inquirenti per verificare se effettivamente c’è un reato da contestare. Siamo molto sereni e sicuri che la giustizia farà il suo corso».

La Stampa

20 maggio 2019

 

 

 

CondividiShare on FacebookTweet about this on TwitterEmail to someoneGoogle+

Lascia un commento