Rokhaya piange due volte


Il Corriere della Sera


Firenze: Idy Diene, il senegalese ucciso sul ponte Vespucci, era cugino di Samb, una delle due vittime dell’estremista di destra Gianluca Casseri, che sparò nel 2011 in piazza Dalmazia.


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senegal

Era cugino di Samb, uno dei due senegalesi trucidati dall’estremista di destra Gianluca Casseri in piazza Dalmazia il 13 dicembre 2011. Dopo la strage si era avvicinato molto alla vedova di Samb, spesso dormiva da lei, la aiutava. Per lei ieri è stato un altro giorno di lutto, quasi fosse rimasta vedova per la seconda volta.
Il «saggio»
Idy Diene, 54 anni, era per tutti i senegalesi «Il saggio», perché lui era uno dei più anziani della comunità. Era un volto noto e amato. Camminava per le strade dell’Oltrarno e salutava i commercianti. Loro ricambiavano il saluto, ormai affezionati a questo signore senegalese attempato, le labbra pronunciate e lo sguardo riflessivo. Aveva un po’ l’aria del professore, che mal si coniugava alla sua vita di strada.

Non era certo il suo sogno vivere così. Ma non aveva molte altre possibilità. Sbarcato in Italia vent’anni fa, ha tirato avanti vendendo fazzoletti, accendini, calzini, portachiavi, guanti, mutande. E ombrelli quando pioveva, proprio come ieri. Sbarcava il lunario in questo modo. Non era semplice, ma per lui era l’unico modo per far sopravvivere i familiari, i tanti figli che vivono nella regione di Thies.

Era regolarmente soggiornante in Italia. Era residente a Pontedera, in un palazzo anonimo. In città, dove abitano oltre mille senegalesi, aveva molti amici. Tutti giorni prendeva il treno per venire a Firenze. Si era affezionato all’Oltrarno. «Era un angelo, una persona per bene, sempre pronto ad aiutare gli altri», racconta l’assessore comunale a Scandicci Dyie Ndyae, senegalese e conoscente della vittima.
Una nuova tragedia
È strano che il destino si sia accanito proprio contro di lui, cugino di Samb Modou. È stata durissima, per la comunità senegalese di Firenze, comunicare ai familiari in Senegal questa nuova tragedia. Una famiglia vittima due volte, per due volte orfana dei propri figli, uccisi per omicidio in mezzo di strada. È stata dura raccontare loro che non si è trattato di razzismo. Negli ultimi tempi, Idy si era avvicinato affettivamente alla vedova di Modou Samb, Rokhaya Mbengue. Una seconda tragedia anche per lei. «Vivevano insieme nella stessa casa, Idy aiutava la vedova e sua figlia», racconta Papa Demba, rappresentante della comunità senegalese di Pontedera. Idy rimase profondamente scosso per il duplice omicidio di piazza Dalmazia. Accompagnò il feretro del cugino nell’ultimo viaggio verso il Senegal. Organizzò lui il funerale nella sua terra natale.
Ultimamente, raccontano gli amici, era stanco di questo lavoro, della diffidenza degli altri. «Dopo tanti anni di sacrifici, ha cominciato a sentirsi insicuro, mi ha confessato che aveva paura», racconta un conoscente.

Sognava di rientrare in Senegal, ma il bisogno di soldi lo ha tenuto sulle strade di Firenze. Idy si arrangiava in tutti i modi. Durante il week end, e soprattutto durante l’estate quando il caldo diventava più difficile da sopportare, andava a Vallombrosa. Prendeva il pullman. Sempre di buon umore. «Anche se non vendo nulla laggiù, almeno prendo il fresco».

Corriere della Sera

6 marzo 2018

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