Reporter senza frontiere: "faremo altre azioni"


L'Osservatore Romano


L’accensione della fiamma olimpica e la sua partenza per la Cina sono state occasione per nuove proteste e polemiche. Un attivista di Reporter senza Frontiere è riuscito a entrare alla cerimonia e a sventolare una bandiera con il logo dei giochi, ma che al posto dei cerchi olimpici aveva delle manette.


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Reporter senza frontiere: "faremo altre azioni"

“Proseguiranno fino all’8 agosto, il giorno dell’apertura delle Olimpiadi a Pechino, le azioni di disturbo inaugurate oggi da attivisti di Reporter senza Frontiere (Rsf) durante la cerimonia di accensione della fiaccola dei Giochi a Olimpia, in Grecia. L’annuncio è del segretario generale dell’organizzazione Robert Menard, che oggi è stato fermato dalla polizia greca assieme a due altri militanti assieme ai quali ha dato vita alla protesta.

I tre – spiega il sito di Rsf – hanno tentato di avvicinarsi alla tribuna durante il discorso del capo del Comitato Organizzatore delle Olimpiadi, Qi Liu. Uno di loro è riuscito a sventolare una bandiera con i cinque cerchi olimpici a forma di manette e la scritta «boicottate i Paesi che disprezzano i diritti umani». «Continueremo con azioni del genere fino all’8 agosto», ha assicurato Menard, raggiunto telefonicamente dalla France Presse nel commissariato di Pyrgos, 80 chilometri da Olimpia, dove nel pomeriggio si trovava in stato di fermo. «Noi vogliamo che i capi di Stato stranieri boicottino la cerimonia di apertura dei Giochi. Non abbiamo niente contro le Olimpiadi, nulla contro gli atleti. Ricordiamo agli Stati che la Cina è la più grande prigione del mondo», ha proseguito il capo dell’organizzazione per la difesa della libertà di stampa.

«Se il fuoco olimpico è sacro, i diritti umani lo sono ancora di piu»` ha affermato Rsf in un comunicato diffuso oggi, ricordando che un centinaio di giornalisti, utenti Internet e cyberdissidenti sono attualmente in carcere in Cina per aver voluto esprimersi in liberta´. Dal 12 marzo 2008 – sottolinea l’organizzazione – i giornalisti non possono lavorare in Tibet e sono cacciati dalle province vicine. La repressione delle manifestazioni dei tibetani avviene a porte chiuse. Oggi a Olimpia altri nove attivisti sono stati fermati dalla polizia per aver svolto azioni di protesta contro la repressione delle manifestazioni in Tibet. E altre dimostrazioni si prevedono nelle città che accoglieranno la fiaccola olimpica nel suo tour di 19 paesi prima dell’inaugurazione dei Giochi a Pechino. Le tappe considerate più a rischio sono Londra (6 aprile), Parigi (7 aprile), Lhasa, la capitale del Tibet (20 giugno) e il monte Everest (in una data imprecisata in maggio).

fonte: L'Osservatore Romano

25 marzo 2008

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