Pirateria, land grabbing, economia: le ragioni delle guerre nell’Atlante mondiale


Redattore Sociale


Nel mondo 36 guerre o conflitti e 6 situazioni di crisi. Crocco, giornalista Rai e ideatore dell’Atlante: ”Il 90 per cento delle vittime sono civili”.


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Un pianeta perennemente in guerra. È l’immagine che restituisce l’Atlante delle guerre e dei conflitti del mondo, realizzato dall’Associazione ”46° Parallelo” e giunto alla sua quarta edizione. Presentato a Roma lo scorso 11 gennaio, l’Atlante enumera a oggi 36 guerre o conflitti, ossia ”situazioni di scontro armato tra Stati o popoli” o ”tra fazioni rivali all’interno di uno stesso paese” come le definisce un utile glossario finale, a cui vanno aggiunte altre 6 situazioni di crisi, monitorate per la loro rilevanza (Etiopia, Messico, Birmania/Myanmar, Iran, Paesi Baschi e le due Coree). Guerre spesso ignorate dai grandi media italiani, e quindi anche ”dimenticate” dagli italiani, per i quali questo Atlante si offre come utile strumento di consultazione.

La quarta edizione, costituita da 248 pagine a colori, presenta 36 schede conflitto e vari approfondimenti, a partire da uno “Speciale Pirateria”, un’analisi del fenomeno del “Land Grabbing” (ossia dell’accaparramento di terreno agricolo a scopo speculativo), del rapporto fra finanza e guerra a cura di Banca Etica, e il punto sullo stato dei rifugiati curato dall’Unhcr. Dall’Atlante, illustrato tra l’altro dalle foto del fotoreporter Fabio Bucciarelli e dell’Alto Commissariato dell’Onu per i Rifugiati, emerge come sia l’Africa ancora una volta il principale continente in guerra, con 15 conflitti analizzati, seguita dall’Asia che ne conta 12. L’Europa vede situazioni delicate in Cecenia, Cipro, Georgia e Kosovo, mentre il Medio Oriente è segnato dalle crisi in Israele/Palestina, Libano e Siria. Nel continente americano l’Atlante descrive la situazione della Colombia e quella di Haiti, con un approfondimento particolare dedicato al Messico. Ad ogni conflitto è dedicata una specifica scheda, illustrata da una carta geografica e dai dati sulla situazione dei profughi e dei rifugiati, composta dallo stesso numero di pagine: “E’ una scelta ‘politica’ – si precisa nell’introduzione – che vuole mettere le guerre allo stesso livello”.

La necessità di uno strumento di questo tipo, dedicato ai professionisti dell’informazione ma anche alle scuole, è stata ricordata da Raffaele Crocco, giornalista Rai e ideatore dell’Atlante: “È fondamentale oggi capire le ragioni della guerra – ha dichiarato alla presentazione -, perché nel mondo esse sono sempre di più e ormai vedono il 90 per cento delle vittime costituite da civili”.
Ogni anno poi l’Atlante evolve nella rete delle realtà coinvolte nella sua realizzazione e nei temi che approfondisce. Per questa edizione accanto ad Associazione Ilaria Alpi, AAM Terra Nuova, ASAL, Conferenza delle Regioni e delle P.A. (che patrocina l’iniziativa), Unimondo e Tavola della Pace, si è aggiunta Amnesty International Italia che per ogni scheda sui conflitti ha contribuito a fare il punto sulle violazioni dei diritti umani. Anche la Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco si è unita al progetto fornendo approfondimenti sulla situazione e la tutela dei beni a rischio a causa dei conflitti.

“In questo Atlante abbiamo ulteriormente aggiornato le ‘ragioni’ dei conflitti che sono spesso economici – ha ricordato ancora Crocco -. C’è ad esempio il problema della vendita della terra e del controllo dei beni alimentari, così come quello della concentrazione via via maggiore della popolazione nelle grandi città, che richiedono sempre più cibo. Sappiamo che le stesse strategie militari della NATO stanno cambiando in questo senso, più legate ad anticipare possibili situazioni di guerriglia cittadina”.
La Campagna “Emergenza Siria”, promossa dall’Atlante delle guerre e dall’ UNHCR, è un’altra delle novità di questa quarta edizione. Per ogni copia venduta un euro sarà destinato proprio al sostegno e alla protezione dei rifugiati siriani.
L’Atlante è dedicato a Malala Yousufzai, la quindicenne pakistana alla quale i Talebani hanno sparato in testa perché voleva andare a scuola, e oltre che nelle librerie, è acquistabile direttamente sul sito www.atlanteguerre.it e www.aamterranuova.it.

Fonte: www.redattoresociale.it

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