Perugia-Assisi, Insieme per la pace


Famiglia Cristiana


Domenica 19 ottobre 2014. Questa la data della prossima Marcia per la Pace e i Diritti Umani Perugia-Assisi. Lo annuncia dalle pagine di famigliacristiana.it Flavio Lotti, del Comitato promotore. Ma insieme alla data, Lotti presenta anche un progetto ambizioso


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Perugia-Assisi, insieme per la pace

 

Domenica 19 ottobre 2014. Questa la data della prossima Marcia per la Pace e i Diritti Umani Perugia-Assisi. Lo annuncia dalle pagine di famigliacristiana.it Flavio Lotti, del Comitato promotore. Ma insieme alla data, Lotti presenta anche un progetto ambizioso: "Dalla Marcia di un giorno alla Marcia di tutti i giorni". Un anno per «camminare insieme»: «la pace comincia dalle nostre città», giorno dopo giorno, dall’impegno personale e dalla testimonianza di ciascuno.

 

Ci stanno togliendo la pace. Troppe persone precipitano nella povertà e nella disperazione. Succede ogni giorno in Italia, in Europa e in tante parti del mondo. Troppe ingiustizie si sommano a troppe disuguaglianze. Troppi problemi attendono inutilmente di essere risolti. Troppa violenza dilaga senza limiti né confini. Troppi soldi continuano a riempire il mondo di armi. Troppe armi alimentano nuove guerre. Troppi egoismi, interessi e complicità impediscono che le cose cambino. Intanto la crisi globale fa strazio di vite umane alimentando paure, angosce, sfiducia e chiusura.



 

Non c’è pace senza diritti umani. Lo sa bene chi non riesce a trovare lavoro, chi non ha cibo e acqua a sufficienza, chi non può curarsi come dovrebbe. Il mancato rispetto dei diritti umani fondamentali crea tensioni, conflitti, disuguaglianze e insicurezza. E finisce per togliere la pace anche a chi pensava di averla.



 

La pace è un diritto. Un diritto umano fondamentale delle persone e dei popoli. E come tale deve essere riconosciuto da tutti. Tutti abbiamo il diritto di vivere in pace e per questo obiettivo abbiamo il dovere di lavorare insieme.

La pace è un bene comune indivisibile. O c’è per tutti o non c’è per nessuno. L’illusione di riuscire a difendere la nostra “pace” ignorando quella degli altri è pericolosa. Non ci sono più i “fatti nostri” e quelli “degli altri”. Noi siamo parte di una comunità europea, mediterranea e mondiale. Contribuire alla costruzione di un futuro migliore per tutti e alla soluzione delle grandi sfide comuni che incombono è un nostro dovere e un nostro interesse. Ma noi cosa possiamo fare?

 

PERUGIASSISI. DALLA MARCIA DI UN GIORNO ALLA MARCIA DI TUTTI I GIORNI

 

Serve più responsabilità personale. La crisi della politica e delle istituzioni ci lascia sempre più soli davanti a problemi sempre più gravi e complessi. Se davvero vogliamo la pace dobbiamo essere disponibili a fare la nostra parte. Partire da noi, da quello che possiamo fare in prima persona, nell’ambito delle nostre possibilità, ci consente di esigere con ancora più forza e autorevolezza il cambiamento che è sempre più urgente.



 

La pace comincia dalle nostre città-mondo. Il nostro impegno per la pace deve crescere innanzitutto nei luoghi dove viviamo tutti i giorni, nelle scuole, nei posti di lavoro e nelle nostre città. Deve essere concreto, aperto e costruttivo. E’ qui, nelle città-mondo, dove comincia il rispetto dei diritti umani e la nostra responsabilità di costruttori della pace. E’ qui che dobbiamo agire per rinsaldare l’agenda interna con quella internazionale. Ciascuna delle nostre città deve diventare un laboratorio di quel cambiamento che invochiamo per il mondo intero. Costruiamo insieme le città della pace e dei diritti umani.



 

Se vogliamo la pace dobbiamo educarci alla pace. La cultura che respiriamo è ancora oggi una cultura di guerra, intrisa di individualismo, egoismo e indifferenza. Per questo, prima di tutto, dobbiamo educarci ed educare alla giustizia e alla pace, alla nonviolenza e ai diritti umani. Tutti si devono sentire corresponsabili di questo sforzo. Abbiamo bisogno di diffondere e consolidare un’altra cultura, un’altra scala di valori, un’altra idea della pace lontana da ogni atteggiamento di rinuncia, accomodamento e utilitarismo. Abbiamo bisogno di costruire un’informazione e una comunicazione pubblica di pace, libera da lacci economici e politici, attenta alla vita reale delle persone e dei popoli, dell’Europa e del mondo. Investire sui giovani e sulla loro formazione, consentirgli di essere parte attiva della comunità “glo-cale” e del cambiamento epocale che stiamo vivendo, non è solo un’opportunità per tutti ma un dovere primario.

 

Segue su:

http://www.famigliacristiana.it/articolo/insieme-per-la-pace.aspx

 

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