Parte da Vicenza il percorso per eliminare le bombe atomiche


La redazione


Dopo aver presentato in Cassazione la proposta di legge d’iniziativa popolare per liberare l’Italia dalle armi nucleari, i promotori si danno appuntamento dal 5 al 9 agosto per ricordare le vittime di Hiroshima e Nagasaki. E a ottobre, durante la Settimana della pace, inizierà la raccolta firme


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Parte da Vicenza il percorso per eliminare le bombe atomiche

 

 

Parte dalla commemorazione delle vittime di Hiroshima e Nagasaki (circa 200.000 morti) il percorso per eliminare le bombe atomiche. Dopo aver presentato in Corte di Cassazione (il 25 luglio) la proposta di legge d’iniziativa popolare per liberare l’Italia dalle armi nucleari, alcuni componenti il comitato promotore si danno appuntamento dal 5 al 9 agosto prima a Vicenza e poi ad Aviano. Beati i costruttori di pace, Pax Christi, Movimento internazionale della riconciliazione, Centro interconfessionale per la pace e Gavci (Gruppo autonomo di volontariato civile) organizzano infatti una serie di manifestazioni, tra cui un paio di incontri con la Federazione delle chiese evangeliche in Italia, l’Unione delle chiese battiste e la Tavola valdese, per ribadire la propria contrarietà agli armamenti nucleari.

“Dall’1 al 7 ottobre invece, durante la Settimana della pace, inizierà la raccolta delle 50.000 firme necessarie per poter far discutere il testo delle legge in Parlamento. Intanto chiediamo la disponibilità degli amministratori locali a farsi da garanti per la raccolta firme”, dice don Fabio Corazzina di Pax Christi, una delle oltre 50 organizzazioni che compongono il comitato promotore tra cui anche Acli, Arci, Associazione obiettori nonviolenti, Cgil, Gruppo Abele, Legambiente, Libera, Lilliput, Rete italiana per il disarmo, Semprecontrolaguerra e Tavola della pace.

L’Italia ha ratificato nel 1975 il Trattato internazionale di non proliferazione nucleare, a cui hanno aderito quasi tutti i membri delle Nazioni Unite tranne India, Pakistan, Israele e Corea del Nord, impegnandosi a non produrre né acquisire in alcun modo armi atomiche. Invece sul territorio nazionale sono custodite 90 testate nucleari, 50 nella base Usa di Aviano (in provincia di Udine) e altre 40 nell’aeroporto militare di Ghedi (vicino a Brescia). Ad oggi, le zone libere da armi atomiche si trovano in America latina, nel Sud del Pacifico, in Africa e nel Sudest asiatico. La Grecia ha già fatto rimuovere, nel 2000, la ventina di testate atomiche che ospitava. In Belgio, già da molto tempo, i due rami del Parlamento hanno chiesto al governo di eliminare le bombe statunitensi dal loro territorio. L’Italia vuole essere il prossimo stato.

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