Netanyahu alla Knesset presenta il suo governo: non dominerò i palestinesi


Umberto De Giovannangeli - L'Unità


Il “governone”- 30 ministri-passa. Ma il futuro politico d’Israele è denso di ombre. I palestinesi delusi: nessun riferimento ad una pace fondata su due Stati. Il Labour si divide. La sfida della leader di Kadima, Tzipi Livni.


CondividiShare on FacebookTweet about this on TwitterEmail to someoneGoogle+
Netanyahu alla Knesset presenta il suo governo: non dominerò i palestinesi

Il “governone”passa. Ma la forza dei numeri non risolve l’incertezza politica per il futuro d’Israele e del processo di pace in Medio Oriente. “Non vogliamo dominare un altro popolo, non vogliamo dominare i palestinesi”: questa l’assicurazione espressa ieri dal premier israeliano, Benyamin Netanyahu (Likud), nel discorso di presentazione del suo nuovo governo di fronte all’assemblea della Knesset (parlamento).
Ben conscio dell’attenzione internazionale puntata sul suo “governo”-30 ministri e almeno sette vice-ministri, in prevalenza rappresentanti partiti di destra – Netanyahu ha assicurato che negozierà a oltranza con l’Autorità nazionale palestinese (Anp). Ma ha anche avvertito (forse pensando all’amministrazione di Barack Obama) che “non ci sono scorciatoie”.

PALESTINESI DELUSI
Occorrerà procedere con metodo e circospezione, dando la precedenza al rafforzamento dell’economia palestinese, degli apparati di sicurezza dell’Anp, alla “lotta al terrorismo” e all’istruzione alla pace della nuova generazione palestinese. L’obiettivo di uno Stato palestinese, ha fatto capire, resta remoto e le prime reazioni al suo discorso dell’Anp sono state negative. “Netanyahu ha rivelato sé stesso – commenta Nabil Abu Rudeina, portavoce dell’Autorità nazionale palestinese (Anp) del moderato Ahmud Abas (Abu Mazen)  – non assumendo alcun impegno sugli obblighi ereditati dal passato e non dicendo, ancora una volta nulla sulla soluzione dei “due Stati per due popoli”.
Nel discorso di commiato dalla politica attiva, il premier uscente, Ehud Olmert, ha consigliato a Netanyahu di preservare nei tentativi di raggiungere un accordo con i palestinesi basato sulla formula dei “due Stati per i due popoli”. Sia perché quella formula resta a suo parere valida, sia perché essa comunque garantisce a Israele quella libertà di manovra che talvolta si rende necessaria sul terreno.
Medesimo consiglio è giunto a Netanyahu anche dal leader dell’opposizione, Tzipi Livni (Kadima). In un discorso a tratti sferzante, la Livni ha poi criticato Netanyahu per il “governone” da lui formato. La ministra degli Esteri uscente non ha lesinato espressioni di sarcasmo di fronte ai “ministri del nulla” che si sono affollati nel governo di Netanyahu. E questo mentre il premier stesso denuncia la gravità della crisi economica con cui Israele deve misurarsi. “Kadima sarà un’opposizione costruttiva. Saremo – ha promesso la Livni – l’alternativa dalle mani pulite”. La sfida è lanciata. “Bibi” è avvertito.

Fonte: l'Unità

1 aprile 2009

CondividiShare on FacebookTweet about this on TwitterEmail to someoneGoogle+

Lascia un commento