Napolitano e la Costituzione italiana: "Valori e principi, questione aperta"


Corriere.it


Da Helsinki il Presidente Giorgio Napolitano dichiara: "Questi principi sono rispecchiati anche nella Costituzione europea e nel Trattato di Lisbona".


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Napolitano e la Costituzione italiana: "Valori e principi, questione aperta"

HELSINKI (Finlandia) – «Credo che in Italia sia ancora una questione aperta la piena identificazione che ci dovrebbe essere da parte di tutti nei principi e nei valori della Costituzione repubblicana, che sono rispecchiati nella Costituzione europea richiamata nel Trattato di Lisbona». Lo ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, rispondendo a una domanda dei giornalisti sulla caduta di tensione che c'è in vari Paesi europei rispetto ai motivi originari che furono alla base della costruzione europea quale strumento per mettere fine agli orrori creati dalla guerra e dal nazifascismo.

«RILANCIARE LA CAUSA EUROPEA» – A frenare la piena integrazione politica dell'Europa, a determinare «una insufficiente tensione europeista» in vari paesi europei, ha detto Giorgio Napolitano, sono soprattutto correnti di euroscetticismo. «Mi auguro – ha aggiunto – che tutte le forze politiche, tutti i partiti italiani dedichino tempo, attenzione e impegno a un rilancio della causa europea. Abbiamo bisogno che i governi in Europa ribadiscano l'assoluta priorità di questa scelta, che fu all'inizio comune all'Italia e a altri cinque paesi e poi è stata condivisa da altri 21 paesi. Questo non c'èa ncora abbastanza».

«L'UNITA' HA GARANTITO LA PACE»
 - «È evidente – ha poi sottolineato il capo dello Stato – che l'unità europea ha garantito pace, stabilità democratica e anche crescita economica e benessere sociale, attraverso la grande impresa del mercato unico e poi dell'euro, conquista forse troppo spesso messa in una luce ambigua, ma che ha rappresentato un forte ancoraggio per i paesi membri che avrebbero potuto ben altrimenti essere colpiti dalla crisi finanziaria tuttora in corso. È vero che finora la Ue non ha saputo dare un contributo sufficiente a determinare una nuova fase di sviluppo. Ma è compito anche dei governi e delle leadership nazionali dare un contributo a queste soluzioni e indicare le strade da percorrere, al di là delle dichiarazioni, per rendere effettiva quella strategia di Lisbona che nelle sue fondamentali affermazioni rimane valida, ma probabilmente richiede istituzioni più efficaci per essere attuata».

POLEMICHE – Il capo dello Stato ha poi aggiunto in merito al suo discorso sulla Resistenza dell'8 settembre a Roma: «Ho solo espresso il mio punto di vista. Non ho fatto polemiche con alcuno, né ho tirato per la giacca nessuno, né ho risposto ad alcuno. Ho svolto il mio intervento per ultimo, come era previsto».

Fonte: Corriere.it

11 settembre 2008

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