Morto il tassista buono


Corriere.it


Luca Massari, non ce l’ha fatta, era stato pestato per aver investito un cane. Ora l’accusa per i tre aggressori è di omicidio volontario aggravato.


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Morto il tassista buono

MILANO – Un fiocco nero stretto all'antenna del taxi. Così alcuni tassisti milanesi hanno voluto onorare il ricordo del collega, morto dopo un mese di coma in seguito a un brutale pestaggio. Luca Massari, il 45enne tassista di Milano aggredito un mese fa per aver investito e ucciso un cane, è morto giovedì mattina all'ospedale Fatebenefratelli di Milano. Non si era mai ripreso. Due giorni fa era stato trasferito dal reparto di rianimazione in neurochirurgia, perché aveva ripreso a respirare da solo: tuttavia il quadro neurologico era rimasto invariato. I medici hanno spiegato che Massari aveva una «patologia cerebrale molto grave» ed aveva «funzioni cerebrali praticamente nulle». È stato sottoposto ad interventi salvavita che però non sono serviti. L'arresto cardiaco, hanno spiegato, è «abbastanza frequente per persone che hanno subito questi tipo di lesioni». I familiari avevano espresso il desiderio dell'espianto degli organi compatibilmente con le lesioni riportate, ma questo non è stato possibile a causa di uno stato infettivo che ha pregiudicato le condizioni degli organi stessi. L'autopsia verrà eseguita, come di norma, dopo le 24 ore dal decesso, quindi la salma verrà trasferita alla chiesa di Lambrate dove alla cerimonia funebre seguirà la cremazione. Dopo la morte di Luca Massari il pm di Milano Tiziana Siciliano ha modificato l'imputazione per i tre aggressori, che sono detenuti in carcere. La loro posizione ora è molto grave, perché sono accusati di omicidio volontario aggravato dalla crudeltà e dai futili motivi. La pena potrebbe anche essere l'ergastolo. La difesa sostiene invece la tesi dell'omicidio preterintenzionale. Alla notizia della morte di Luca Massari, la tensione nel quartiere è diventata palpabile. I residenti hanno organizzato una fiaccolata per venerdì pomeriggio.

IL CORDOGLIO – «È successo alle undici e mezza. Stavamo salendo e il medico ha allargato le braccia». Il padre di Luca Massari è riuscito a dire soltanto queste parole prima di scoppiare in lacrime, in attesa di salire al terzo piano, nel reparto di neurologia, per raggiungere gli altri congiunti. Patrizia, la fidanzata, è arrivata in ospedale e non ha potuto mascherare la disperazione. Nella camera ardente, è scoppiata in lacrime ed è solo riuscita a dire: «Amore mio, perché non vieni a prendermi?». In lacrime anche la mamma del taxista: «Luca non c'è più. Me l'hanno ammazzato». Molti i messaggi di cordoglio al Forum milanese «Casi metropolitani» del nostro sito Corriere.it. Appresa la notizia del decesso nel corso di una conferenza stampa in municipio, il sindaco Letizia Moratti non è riuscita a trattenere la commozione. «Le mie condoglianze più sentite alla famiglia. In questi giorni sono stata in contatto con il padre: è un episodio che mi ha colpita, mi addolora e mi tocca nel profondo. Una giovane vita è stata spezzata in modo assurdo, per motivi assolutamente futili». «La notizia mi ha colpito nel profondo: è assurdo che un uomo possa morire in questo modo così barbaro», dice il presidente della Regione Roberto Formigoni. «Mi voglio stringere al dolore della famiglia e delle persone che gli volevano bene – afferma Formigoni – e manifestare loro le mie più sentite condoglianze e quelle di tutta Regione Lombardia».

IL PESTAGGIO – Era esattamente un mese fa, il 10 ottobre, quando, poco dopo l'una, in Largo Caccia Dominioni a Milano, Luca Massari investiva inavvertitamente con il suo taxi un cocker scappato in strada. Il taxista era sceso dall'auto per prestare soccorso al cane, rimasto ucciso, e per scusarsi, ma venne pestato brutalmente da un gruppetto di tre persone. Gravissimi i danni subiti: un grande edema cerebrale e lesioni al viso, ai polmoni e alla milza. Massari entrò in coma e subì anche un arresto cardiaco. Trasportato all'ospedale Fatebenefratelli, le sue condizioni apparvero subito disperate, tanto che i medici non garantirono ai familiari che avrebbe superato le 12 ore. Massari invece è sopravvissuto per un mese, fra tanti bassi – compreso un intervento al cervello per alleggerire la pressione esercitata dall'edema – e pochi alti. Non si è mai svegliato.

GLI AGGRESSORI – Subito dopo il pestaggio venne arrestato Morris Michael Ciavarella, 31 anni, e un paio di giorni dopo i fratelli Citterio, Piero, 26 anni, incensurato e senza un lavoro stabile, e Stefania, commessa di 28 anni e fidanzata di Morris. I tre erano finora detenuti in carcere per tentato omicidio in concorso. Ora l'accusa è di omicidio volontario aggravato dalla crudeltà e dai futili motivi. Le forze dell'ordine continuano anche le indagini sulle intimidazioni verificatesi nei giorni immediatamente successivi al pestaggio, con l'aggressione a un fotografo e l'incendio dell'automobile di uno dei testimoni del delitto. Stando alle indagini, sarebbe stata Stefania la prima a picchiare il tassista, dopo aver inveito a lungo contro di lui perché aveva investito con la sua auto il cane di una sua amica, la fidanzata di Piero. Poi sono intervenuti il fratello e il fidanzato Ciavarella. Piero Citterio ha ammesso in un interrogatorio di aver pestato con violenza il taxista, mentre Ciavarella avrebbe sferrato alla fine una ginocchiata contro la faccia di Massari, che è caduto a terra e ha battuto la nuca contro il marciapiede. Con un messaggio lasciato sulla propria pagina di Facebook, l'esponente milanese della Lega Nord Matteo Salvini invoca «per gli assassini il disprezzo e (spero) l'ergastolo, per i loro amici un futuro lontano (spero) da Milano». A poche ore dall'aggressione di Luca Massari, Salvini aveva invocato per i tassisti corsie privilegiate nel rilascio del porto d'armi e la possibilità di detenere a bordo delle proprie auto spray urticanti e scacciacani. 

Fonte: Corriere.it

11 novembre 2010

Per vedere il servizio: http://www.rainews24.it/it/video.php?id=21087

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