Mobilitiamoci per salvare Mordechai Vanunu


Luisa Morgantini


Lettera aperta di Luisa Morgantini: la libertà di espressione è la prima tutela della democrazia  e della pace


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Mobilitiamoci per salvare Mordechai Vanunu

Mordechai Vanunu, tecnico israeliano e obiettore di coscienza cha ha denunciato il piano nucleare d’Israele pagando con 18 anni di carcere la sua coraggiosa testimonianza, rischia ancora di finire in prigione.

La Corte di Giustizia di Gerusalemme lo ha condannato il 2 luglio scorso a sei mesi di carcere per aver violato il divieto di parlare con gli stranieri, impostogli dalla Corte Israeliana. Vanunu, che da 20 anni si batte per la pace e contro il nucleare, nel 1987 aveva rivelato i dettagli del riarmo atomico israeliano alla stampa britannica, denunciando che nel reattore di Dimona, deserto del Negev, Israele ha assemblato idrogeno e bombe al neutrone, producendo ogni anno 40 chili di plutonio, quanto basta per dieci bombe atomiche.

Al suo rilascio nel 2004, Vanunu, “prigioniero di coscienza” per molte associazioni per i diritti umani, ha ignorato il divieto di divulgare altre informazioni sul nucleare, di avere contatti con stranieri e anche di uscire da Israele, continuando a sostenere conferenze, incontri con giornalisti, all’estero come nella West Bank, in nome del suo impegno per il disarmo.

La nuova sentenza è illegale, perché si basa su una legge che è contraria agli standard internazionali dei diritti umani e sulla palese limitazione della libertà di espressione e movimento.

I movimenti sociali e noi tutti dobbiamo mobilitarci, raccogliere l’appello lanciato dalla Federazione Internazionale per i Diritti Umani (FIDH) e fare pressioni sul Governo Israeliano affinché tale sentenza venga revocata e si garantisca l’integrità fisica e psicologica di Vanunu, in conformità con la Dichiarazione ONU (dicembre 1998) sulla tutela di tutti gli attivisti che si battono per i Diritti Umani. Israele deve ascoltare e non reprimere il messaggio di Vanunu e delle associazioni che dicono no al nucleare, non alla violenza, no al riarmo: la libertà di espressione è la prima tutela della democrazia e della pace.

Luisa Morgantini

Vicepresidente del Parlamento Europeo

 

 

 

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