Migranti: Premio Accardi, "I nostri diversi non sono numeri"


AGI Mondo ONG


E’ iniziata con un filmato in cui "disabili, neri, zingari e omosessuali" parlano delle proprie vite, rompendo il muro dell’omologazione, la tavola rotonda "I nostri diversi. Come i media li raccontano".


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Migranti: Premio Accardi, "I nostri diversi non sono numeri"

E' iniziata con un filmato in cui "disabili, neri, zingari e omosessuali" parlano delle proprie vite, rompendo il muro dell'omologazione, la tavola rotonda 'I nostri diversi. Come i media li raccontano', promossa dall'associazione 'Premio Claudio Accardi' ospitata alla Facolta' di Scienze della Comunicazione all'universita' 'La Sapienza' di Roma. Introducendo l'incontro, Bruno Mazzara, vice preside della facolta' e docente di Psicologia sociale, ha parlato di come i meccanismi mentali di semplificazione dell'informazione possano ostacolare il difficile processo di integrazione delle culture e della necessita' di "un grande impegno delle istituzioni e dei media".
  Sono poi intervenuti giornalisti della carta stampata, del web, della televisione e della radio. Massimo Ghirelli, presidente dell'archivio immigrazione e autore di diversi programmi dedicati al tema dei migranti, ha spiegato come il concetto di diverso, nasca da uno schema mentale che impone di "stare ognuno al proprio posto", vale a dire il migrante "al paese suo" o, se proprio vi sia bisogno della sua manodopera, "in fabbrica". Ma nei parchi, negli ospedali, nelle scuole, nei luoghi di svago non e' tollerato.
  Mariano Benni, direttore della Misna, l'agenzia fondata da padre Giulio Albanese, ha parlato dell'esperienza quotidiana nei termini della ricerca delle notizie tra i missionari che vivono profondamente le realta' locali, un tipo di informazione che si propone come alternativa "all'Igm (Informazione Geneticamente Modificata), dei sistemi planetari di informazione, che omologano e trasmettono la realta' in numeri". Nel caso dei migranti -secondo il giornalista- "annullare l'identita' delle persone di cui si parla, porta a trasformare la diversita' da ricchezza in stigma".

Fonte: Ong Agi Mondo

30 ottobre 2008

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