Mani Tese e il modello “Sovranità Alimentare”


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Mani Tese ha seguito il Summit ONU 2010 sugli obiettivi di Millennio e ha proposto il modello “Sovranità Alimentare”. Ecco il commento di Luigi Idili, presidente di Mani Tese, alle proposte del summit.


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Mani Tese e il modello "Sovranità Alimentare"

Il summit dell’Onu sugli obiettivi di Millennio, in corso a New York, non presenta soluzioni innovative rispetto a quello del 2000. Ogni anno assistiamo ad un aumento del numero di “nuovi poveri”: la Banca Mondiale ha parlato di quasi 1,5 miliardi di persone che vivono in estrema povertà. La zona del Pianeta più colpita è l’Africa Subsahariana dove Mani Tese interviene attivamente con progetti di cooperazione dal 1970.

“La fame nel mondo è diretta conseguenza di un modello agroalimentare globale che concentra i frutti della terra e i relativi profitti nelle mani di pochi e nega l’accesso al cibo a tutti gli altri. L’agricoltura può sfamare il pianeta e nutrire un’economia di giustizia e di equità solo se supportata dall’impegno comune.
E’ necessario dunque un serio intervento di cooperazione che dia priorità allo sviluppo dei mercati locali, argini le concentrazioni di potere nella produzione, trasformazione e distribuzione del cibo, affermi un modello di agricoltura familiare e agroecologica, capace di rispondere alla domanda alimentare globale e, nello stesso tempo, sia in grado di restituire potere contrattuale ai piccoli coltivatori e allevatori.
Sebbene qualche progresso sia stato fatto, grazie alla cancellazione bilaterale e multilaterale del debito dei Paesi poveri, ancora nulla di positivo è emerso sul fronte degli accordi commerciali e del trasferimento di tecnologie.
Più in generale, l’aiuto pubblico allo sviluppo non ha visto incrementi significativi: manca la volontà da parte dei governi dei Paesi più ricchi di bloccare, o almeno mitigare, i meccanismi economici e finanziari che creano esclusione e allargano la forbice fra una minoranza di ricchi sempre più ricchi e una massa di impoveriti. Ma, una notizia positiva c’è: in Benin, dove siamo presenti da circa 30 anni (con la costruzione di scuole), sono stati fatti notevoli progressi nell’istruzione (2° Obiettivo di sviluppo del Millennio).
A proposito della proposta di tassazione dei movimenti finanziari ricordiamo che Mani Tese è stata la prima organizzazione a parlare in Italia di Tobin Tax che oggi ne viene proposta, in seno al summit, in una sua variante molto limitante. La Tobin Tax rappresenterebbe un valido strumento di controllo politico sulla sfera finanziaria e la sua applicazione avrebbe un forte effetto ridistribuivo delle ricchezze su scala globale, oltre che una chiara individuazione delle responsabilità dei Paesi che speculano o operano a svantaggio dei Paesi più poveri.
La proposta attuale assolverebbe solo la funzione di assistenza ai paesi poveri.
Mani Tese supera il concetto di assistenza e con essa quella di sicurezza alimentare e propone l’applicazione di un nuovo modello socio-economico, quello della Sovranità Alimentare”.
LUIGI IDILI, presidente Mani Tese.

Applicare l’idea della Sovranità Alimentare, come modello alternativo a quello della Sicurezza Alimentare per combattere la fame nel mondo e raggiungere entro il 2015 gli otto obiettivi di Millennio, è il progetto che Mani Tese vuole portare avanti nel prossimo triennio attraverso il lancio di “Food For World”, campagna triennale per promuovere la Sovranità Alimentare.

Questa campagna nell’arco dei prossimi tre anni mira a sensibilizzare 1,7 milioni di consumatori, 2500 scuole, 50 enti locali e le più importanti istituzioni nazionali ed internazionali, attraverso attività specifiche di mobilitazione, iniziative di sensibilizzazione e di educazione dei consumatori.

Fonte: Manitese, l'Unità

Per maggiori informazioni clicca qui.

Gli approfondimento sul sito si Manitese

27 settebre 2010

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