L’Europa verso una difesa comune


Internazionale


La difesa comune europea di cui si parla da tanti anni e che ha già conosciuto tante false partenze nascerà in occasione del Consiglio europeo che si aprirà giovedì 22 giugno a Bruxelles.


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DifedaComuneEuropea

Finalmente è partita! La difesa comune europea di cui si parla da tanti anni e che ha già conosciuto tante false partenze nascerà in occasione del Consiglio europeo che si aprirà giovedì 22 giugno a Bruxelles.

Ci vorrà del tempo, certo. Da questa riunione del Consiglio non uscirà un esercito europeo a ranghi serrati, ma i capiti di stato e di governo che formano l’assemblea dei leader nazionali degli stati membri sanciranno la creazione di un fondo europeo per la difesa destinato alla ricerca militare.

Il fondo potrà contare su 500 milioni di euro l’anno e permetterà all’Unione di dotarsi delle armi più moderne senza dover più dipendere dagli Stati Uniti o da chiunque altro. A medio termine gli europei avanzano verso un’industria comune degli armamenti, sul modello di Airbus, e le ripercussioni di questa decisione sono molteplici.

Una protezione europea
Dato che gli stati maggiori dovranno proporre insieme le priorità in materia di equipaggiamenti, insieme dovranno anche definire una difesa europea. Per farlo ci vorrà una riflessione comune sulle grandi linee di una politica estera dell’Unione. Tutto questo crea l’embrione di un’Europa politica protagonista della scena internazionale. La ricerca militare ha sempre conseguenze civili, da cui possono spesso nascere nuove industrie che sarebbero anch’esse comuni. A 28 oggi – e a 27 nel futuro, dopo l’uscita del Regno Unito – con 500 milioni all’anno, non sarà un problema per una delle prime due economie mondiali. E il consiglio riserverà altre novità. Per esempio si parlerà di protezione industriale e commerciale.

Su richiesta della Francia e del suo nuovo presidente, che ha fatto campagna elettorale sostenendo l’Unione ma “un’Unione che protegga”, il consiglio discuterà per la prima volta del controllo degli investimenti stranieri (ovvero extraeuropei) nei settori strategici, dei provvedimenti anti dumping e delle esigenze di reciprocità soprattutto nei mercati pubblici.

È poco probabile che siano prese decisioni importanti, anche perché gli europei restano divisi su questi argomenti, ma Emmanuel Macron intende aprire questa battaglia che considera essenziale e in cui la Germania sembra sempre più disposta a spalleggiarlo, dopo un lungo periodo in cui è stata schiava delle sue preoccupazioni.

Sul commercio come sulla difesa, l’Unione si evolve. Questo progresso è dovuto sia all’incertezza internazionale alimentata da Donald Trump, dal Medio Oriente e da Vladimir Putin sia alla volontà dei leader nazionali europei di riempire il solco sempre più largo che separa i cittadini dall’Europa.

L’Unione è su una nuova strada. È un fatto talmente evidente che Angela Merkel ha dichiarato di essere aperta alle idee francesi di un rafforzamento dell’eurozona con la creazione di un ministero delle finanze e di un budget comuni che permettano di valutare insieme investimenti strutturali. La cancelliera non è scesa nei dettagli, ma probabilmente lo farà dopo le elezioni tedesche di settembre.

Bernard Guetta
21 giugno 2017

(Traduzione di Andrea Sparacino)

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