La mini-naja resta senza fondi, speranze per il servizio civile


Redattore Sociale


Sarebbero già stati tutti spesi nel 2011 i 20 milioni per le tre settimane di servizio militare volute dall’ex ministro La Russa. Stratagemma per tenere in vita le associazioni d’arma? Spagnolo: “Contestata anche da generali e membri dell’esercito”.


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La mini-naja resta senza fondi, speranze per il servizio civile

Formalmente c’è ancora, ma pare che non abbia più fondi per il 2012. È la mini-naja, un progetto voluto dall’ex ministro della Difesa, Ignazio La Russa, finanziato per tre anni con circa 20 milioni di euro e che a meno di un anno dalla fine sembra non aver più fiato. Secondo quanto spiega Francesco Spagnolo (Tavolo ecclesiale sul servizio civile) “l’ipotesi è quella che siano stati già spesi tutti i fondi per i primi due anni perché La Russa aveva anticipato buona parte delle partenze nel 2011. Quest’anno ci sono state almeno 2 o 3 scaglioni di partenze tutte intorno ai mille giovani”.
Una situazione al momento indefinita, spiega Spagnolo. “In questo momento non si sa se verrà ripetuta nel 2012 perché il ministro della difesa Giampaolo Di Paola non si è ancora espresso sull’argomento e non si sa se ci saranno i soldi”.

Contestata “anche da generali e membri dell’esercito”, aggiunge Spagnolo, la mini-naja non ha mai convinto, soprattutto il mondo del Servizio civile che nello stesso periodo in cui venivano racimolati i fondi per far partire il progetto voluto da La Russa, vedeva i propri assottigliarsi sempre più. La mini-naja è stata approvata nel 2010 e finanziata con 20 milioni, mentre il Servizio civile nazionale ha visto i fondi precipitare dai circa 170 milioni del 2010 ai 68 del 2012. Quindi, mini-naja a più 20, Servizio civile a meno 100. Tuttavia i fondi per la mini-naja provenivano in gran parte dal ministero della Difesa e non utilizzabili per il Servizio civile. “Il fondo della mininaja ha due origini – specifica Spagnolo -: uno da risparmi del ministero della Difesa, l’altro da una serie di economie che lo Stato faceva tra cui fondi residui del mondo della scuola. I fondi residui comunque rimangono nelle economie del ministero della Difesa, ma sullo stato attuale delle risorse c’è una situazione poco chiara perché La Russa in questo non è stato mai esplicito e alle interrogazioni parlamentari ha sempre risposto con i riferimenti della legge. Non spiegava nulla”.  

Un progetto, quello della mini-naja, che ha sempre suscitato perplessità e polemiche. “Lo scopo della mini-naja era quello non tanto di investire sui giovani ma di alimentare le associazioni d’arma – aggiunge Spagnolo -, come ad esempio l’associazione nazionale alpini che, dopo la fine della leva obbligatoria, rischiava di restare senza iscritti. Queste associazioni ricevono una sorta di contributo dallo Stato in base al numero di iscritti, quindi meno ne hanno, meno soldi ricevono. Così La Russa ha inventato questa modalità: con queste tre settimane di naja automaticamente è possibile iscriversi a queste associazioni d’arma. Non solo. La Russa, poi, ha creato una sorta di associazione che si chiama “Vivi le forze armate”, un’associazione di giovani che hanno svolto la mini-naja”.
Per Spagnolo, però, il progetto dell’ex ministro della Difesa ha le ore contate e qualcosa si è mosso anche in Parlamento. “Ci sono state delle interrogazioni parlamentari – spiega -. L’ultima l’ha fatta agli inizi di dicembre il senatore Ferrante che chiedeva di conoscere i risultati del progetto e quanti soldi erano stati spesi”. Sul versante del Servizio civile, invece, i segnali del mondo politico sono ancora deboli. “Il governo ha soltanto accolto due ordini del giorno alla Camera – conclude Spagnolo -. Uno si impegna a rifinanziare quest’anno il Servizio civile con la cifra mancante, circa una cinquantina di milioni, e l’altro riguarda il taglio dell’Irap sul compenso dei volontari per risparmiare circa 8 milioni. Per ora è un impegno formale. Ora speriamo nel prossimo decreto sullo sviluppo dove dovrebbero essere contenute proposte concrete di investimento”. (ga)

Fonte: www.redattoresociale.it
30 Dicembre 2011

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