Italia: riparte la mobilitazione verso il referendum sul nucleare


Giorgio Beretta - unimondo.org


Dopo che la Corte Costituzionale la scorsa settimana ha dato il via libera ai referendum per l’abrogazione delle norme sulla privatizzazione dell’acqua e sul ritorno in Italia dell’energia nucleare i comitati riprendono l’impegno di sensibilizzazione popolare.


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Italia: riparte la mobilitazione verso il referendum sul nucleare

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dopo che la Corte Costituzionale la scorsa settimana ha dato il via libera ai referendum per l’abrogazione delle norme sulla privatizzazione dell’acqua e sul ritorno in Italia dell'energia nucleare i comitati riprendono l'impegno di sensibilizzazione popolare. Il comitato promotore della proposta di legge “Si alle rinnovabili, NO al nucleare” si riunirà sabato 22 gennaio a Roma un’assemblea nazionale che affronterà anche il tema del sostegno alla legge di iniziativa popolare per lo sviluppo dell’efficienza energetica e delle fonti rinnovabili.

“La lobby affaristica del nucleare ha già iniziato da tempo la sua campagna elettorale a favore con spot televisivi a raffica, costosi e insinuanti ma chiaramente a favore della reintroduzione, del resto voluta in partnership con il Governo” – denuncia Alfiero Grandi, presidente del comitato. Le associazioni anti-nucleariste hanno prontamente denunciato le menzogne sottese alla campagna pubblicitaria governativa (qui il video) promossa dal Forum Nucleare Italiano costata 6 milioni di euro e ideata dalla Saatchi & Saatchi, una delle maggiori agenzie pubblicitarie mondiali: spot finanziato principalmente dalle imprese che partecipano al progetto del ritorno dell’energia nucleare in Italia.

Numerosi i video alternativi promossi in rete che fanno il verso alla campagna pubblicitaria pro-nucleare. Nei giorni scorsi Greenpeace ha risposto alla campagna governativa con uno spot di immagini quanto mai vere e reali. “Vuoi sapere la verità sul nucleare? Ti presentiamo la nostra campagna pubblicitaria per smentire le bugie del Governo, di Enel e del Forum nucleare. Informati e condividi. La tua partecipazione attiva è fondamentale per contrastare il 'bombardamento mediatico pro-atomo' finanziato con milioni di euro dall'industria nucleare” – scrive Greenpeace in una nota.

Ma la diffusione via web della campagna anti-nucleare non è sufficiente. “Occorre rivendicare dalla stampa e dalle televisioni la par condicio – sottolinea Alfiero Grandi. Fino ad ora non si sapeva se il referendum sarebbe stato ammesso. Ora è noto e quindi la Commissione parlamentare di vigilanza, il Consiglio di amministrazione della Rai, l’Autorità delle Comunicazioni e quant’altri sono investiti di responsabilità debbono fare rispettare la parità di condizioni. Se in campo restasse solo il punto di vista di chi vuole ad ogni costo il nucleare ci sarebbe un problema molto serio per la reale agibilità politica delle posizioni abrogazioniste”.

In una precedente nota, il presidente del comitato “Si alle rinnovabili, NO al nucleare” avvertiva che “c’è ancora chi si attarda a pensare che questo Governo non riuscirà a realizzare il nucleare e quindi la prende con calma. Errore. Mai sottovalutare gli avversari. In pochi giorni il nuovo Ministro per lo Sviluppo ha stanziato 2,4 milioni di euro per la costituenda Agenzia per la sicurezza e ha messo in moto la nomina dei suoi vertici. Senza Agenzia tutto era bloccato, ma con la costituzione dell’Agenzia il meccanismo si riavvia”.

E aggiungeva Grandi: “L’Agenzia per la sicurezza nucleare potrà solo mettere i timbri di consenso sulle proposte altrui perché non avrà le risorse umane e finanziarie per poterle valutare con l’attenzione che richiede una struttura delicata come una centrale nucleare. Le Agenzia di Francia, Inghilterra e Finlandia (paesi tutti nuclearisti) hanno dato lo stop,chiedendo modifiche di non poco conto ai costruttori francesi della centrale in Finlandiaperché hanno fatto coincidere il programma informatico di funzionamento con quello di intervento in caso di incidente, con il rischio evidente che se uno va il tilt può andare fuori uso anche l’altro”.

Anche il WWF ha denunciato che la composizione della nuova Agenzia per la Sicurezza Nucleare “non offre nessuna garanzia di controllo, tanto più che il presidente Veronesi ha rilasciato in questo periodo numerose dichiarazioni in cui fa il promoter del nucleare non tenendo in alcun conto, pur essendo un medico, dell’ampia letteratura medico scientifica che dimostra come il nucleare sia pericoloso, sia in caso di incidente sia nell’ordinario funzionamento, per non parlare del problema non risolto delle scorie radioattive”.

“Ciò che conta – concludeva la nota di Grandi – è che il Governo tenta di rimettere in moto il progetto nucleare, confermando che la mole di affari che muovono le centrali nucleari è più forte di ogni ragionevolezza sui costi, che sono più alti delle fonti rinnovabili, sull’occupazione, che con le rinnovabili sarebbe almeno 15 volte il nucleare, sugli investimenti, che sarebbero minori con risultati migliori. Per non parlare della maggiore autonomia energetica nazionale che garantirebbero le energie rinnovabili”.

Inoltre nei giorni scorsi le principali associazioni ambientaliste (Greenpeace, Legambiente e WWF) assieme a tre delle principali organizzazioni del settore delle fonti rinnovabili (Fondazione sviluppo sostenibile, Kyoto Club e Ises Italia) hanno lanciato l’allarme sulle conseguenze negative che potrebbe avere la proposta di decreto che riorganizza il sistema degli incentivi alle fonti rinnovabili e propongono una serie di emendamenti il cui obiettivo è quello di migliorare il testo del decreto e al contempo garantire stabilità al mercato delle rinnovabili, l’efficienza negli incentivi e il perseguimento degli obiettivi fissati al 2020. “Sarebbe molto grave – dichiarano i rappresentanti delle associazioni coinvolte – se l’effetto netto del decreto fosse proprio quello di mettere in discussione la capacità del Paese di centrare gli obiettivi europei del 2020, ostacolando l’importante occasione di sviluppo di filiere industriali in Italia e la creazione di decine di migliaia di nuovi posti di lavoro, oltre a quelli già creati fino ad oggi”.

Fonte: Unimondo

21 gennaio 2011

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