Il “Trattato sul commercio di armi” è entrato in vigore il 24 dicembre alle Nazioni Unite. Il silenzio della Farnesina, del neo ministro Paolo Gentiloni e del governo Renzi è comunque particolarmente eloquente.
Esportazioni sostanzialmente in linea con l’anno precedente, ma che registrano anche consistenti incrementi per i paesi del Medio Oriente e soprattutto dell’Africa.
Lo afferma con chiarezza un comunicato della Rete italiana per il disarmo in vista del Consiglio Supremo di Difesa convocato dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, per domani mercoledì 19 marzo.
I due marò rischiano di trovarsi impigliati in un giro d’affari che non riguardano – come gran parte dei media italiani vorrebbe far credere – solo questioni politiche interne all’India. Sono invece faccende molto, molto italiane.
Pubblicata la “XV Relazione annuale sul controllo delle esportazioni di tecnologia e attrezzature militari”: gli affari delle industrie militari europee sono quanto mai floridi.
Il tour della portaerei Cavour dopo gli scali nel Golfo Persico dove ha promosso le vendite di armamenti, è arrivato nei giorni scorsi a Mombasa.
Ve la immaginate la USS Nimitz(impiegata nelle due guerre del Golfo e oggi pronta ad attaccare la Siria) andare in giro per il mondo per un “tour promozionale” degli Stati Uniti?
E’ stata finalmente pubblicata la relazione annuale su export di armi: oltre 2,7 miliardi di euro di autorizzazioni all’esportazione di armamenti e altrettanti per le effettive consegne di soli materiali militari.
La Camera dei Deputati ha approvato ieri all’unanimità il disegno di legge che ratifica il Trattato internazionale sul commercio di armamenti.
Sarà stato per il retaggio nell’export armato del precedente governo Berlusconi. Sarà perché dittatori, regimi autoritari, paesi in conflitto sono da sempre i maggiori acquirenti di armi. O sarà forse perché, grazie alla modifica della legge 185/1990, dallo scorso anno la competenza in materia è passata alla nuova Autorità […]
E’ soprattutto nel campo militare che la Turchia è un “partner strategico” non solo della NATO, ma dell’industria italiana degli armamenti.
C’è un aspetto poco conosciuto che li ha chiaramente differenziati: le decisioni in materia di trasparenza sulle esportazioni di armamenti italiani.