India: Finmeccanica esclusa da Defexpo, altra figuraccia dell’Italia


Giorgio Beretta - unimondo.org


I due marò rischiano di trovarsi impigliati in un giro d’affari che non riguardano – come gran parte dei media italiani vorrebbe far credere – solo questioni politiche interne all’India. Sono invece faccende molto, molto italiane.


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finmeccanica2014

Altro grosso guaio in India per l’Italia. Tutte le aziende del colosso italiano dell’industria militare Finmeccanica sono state escluse da Defexpo 2014, la mostra militare biennale promossa dal governo dell’India che si tenuta nei giorni scorsi a New Delhi (6-9 febbraio).

La decisione è stata presa dal Ministero della Difesa indiano in base al regolamento dell’evento secondo il quale le aziende che hanno avuto condanne o che sono sotto indagine da parte del Central Bureau of Investigation (CBI) indiano per presunti casi di corruzione negli ultimi cinque anni non possono esporre al salone militare. Come noto AgustaWestland, azienda del gruppo Finmeccanica, è sotto inchiesta in India per il presunto caso di corruzione che riguarda la fornitura al governo indiano di 12 elicotteri Aw 101 VIP: commessa che è stata congelata da parte delle autorità indiane che hanno però accolto la richiesta di arbitrato avanzata dall’azienda italiana.

Il regolamento indiano – stando alle fonti di stampa – è quanto mai chiaro e la decisione non avrebbe riguardato solo il gruppo industriale italiano bensì 27 aziende tra cui 15 indiane del settore Difesa e Sicurezza che non sono state accettate tra gli espositori. Regolamento che però nessuno dei dirigenti dell’azienda di piazza Montegrappa sembra aver tenuto in considerazione prima di inoltrare la domanda di iscrizione all’evento: tutte le ditte italiane del gruppo Finmeccanica (AgustaWestland, Selex, Alenia Aermacchi, Oto Melara and WASS) avevano infatti già pagato le spese di partecipazione per gli stand e inviato il proprio materiale. “Costi che verranno rimborsati, come assicura il ministero della Difesa indiano, a differenza delle spese sostenute per inviare a Delhi tutti gli allestimenti necessari e che ora dovranno rientrare in Italia senza essere stati utilizzati” – riporta Gianandrea Gaiani su Il Sole 24 Ore.

Il Ministro della Difesa indiano, AK Antony, all’inaugurazione di Defexpo è stato esplicito sul tema dei contratti nel settore militare: “Tutti avranno un’opportunità se il prodotto è buono e i prezzi sono bassi. Non c’è bisogno di azioni di lobby e se qualcuno viene trovato colpevole, la punizione sarà rigorosa” – ha dichiarato a “The Indu”. E anche a fronte delle possibili ripercussioni sull’ammodernamento dei sistemi militari a causa delle indagini in corso il ministro Antony è apparso determinato: “Dobbiamo prendere azioni forti per porre fine alla corruzione e agli illeciti nel settore delle forniture di sistemi della difesa. Talvolta questo può portare a ritardi e battute d’arresto, ma ci aiuta a mettere in ordine il sistema”  ha dichiarato il ministro Antony.

Finmeccanica è un’azienda a controllo statale (il 30,2% delle azioni sono in possesso del Ministero dell’Economia e delle Finanze) e il suo operato coinvolge direttamente lo Stato e il governo italiano. La decisione di non partecipare al salone militare di New Delhi poteva essere assunta per tempo dai vertici del gruppo Finmeccanica in considerazione del regolamento di Defexpo e anche per rispetto verso i due fucilieri italiani, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone che fino a qualche settimana avrebbero potuto incorrere anche nella pena di morte. Pericolo che pare scongiurato ma che non per questo rassicura i due fucilieri: proprio oggi, infatti, la Corte Suprema dovrebbe formulare i capi d’accusa nei confronti dei due militari accusati dell’uccisione di due pescatori scambiati per pirati nel Kerala, il 15 febbraio del 2012.

Una decisione che i vertici del gruppo non hanno ritenuto di assumere facendo così fare un’altra figuraccia all’Italia dopo quella che ha riguardato, nel marzo dell’anno scorso, sempre i due marò prima trattenuti in Italia e successivamente rispediti in India: vicenda che portò alle dimissioni dell’allora ministro degli Esteri, Giulio Terzi di Sant’Agata. Sulla quale, anche allora, pare avessero pesato più gli interessi del gruppo Finmeccanica che le considerazioni sulla sorte dei due fucilieri. Lo stesso ex ministro della Difesa, Ignazio La Russa, aveva dichiarato che il governo Monti “cambiando idea anche per assecondare fantomatici interessi economici” li aveva rispediti in India “contro il parere del suo stesso ministro degli Esteri”.

Gli affari in India per Finmeccanica non si mettono bene. Nelle scorse settimane il Ministero della Difesa indiano ha infatti annunciato un “ripensamento” sull’acquisizione di 98 siluri pesanti Black Shark prodotti da Whitehead Alenia Sistemi Subacquel (WASS) di Livorno. “Un contratto da 300 milioni i dollari, foriero di possibili ampliamenti, che avrebbe dovuto vedere 30 siluri prodotti in Italia e 68 negli stabilimenti della Bharat Dynamics Limited a Hyderabad” – riporta sempre Gaiani sul Il Sole 24 Ore. E la “sospensione del contratto per i Black Shark potrebbe diventare definitiva qualora l’India decidesse di mettere nella blacklist tutte le aziende del gruppo Finmeccanica”. La vicenda potrebbe avere ulteriori ripercussioni considerato che Finmeccanica avrebbe in corso diversi programmi col Ministero della Difesa indiano per possibili forniture che includono elicotteri, cannoni, sistemi elettronici, aerei e missili per un valore complessivo stimato dalla stampa indiana di 6 miliardi di dollari.

Il ministro della Difesa, Mario Mauro, ieri è arrivato a New Delhi per essere vicino ai “suoi uomini” in vista dell’udienza alla Corte Suprema nella quale dovrebbero essere formulate le accuse ai due fucilieri. Ma non si può non notare la coincidenza di questo primo viaggio del ministro Mauro in India con gli eventi che abbiamo descritto e che hanno coinvolto il gruppo Finmeccanica. Il suo predecessore, l’ammiraglio Giampoaolo Di Paola,  il mese scorso è stato chiamato in Finmeccanica come consulente: “guiderà il nuovo comitato per le strategie internazionali” – riporta il sito ForzeArmate.org. “Ma nei prossimi mesi – aggiunge Gianni Dragoni sul Il Sole 24 Ore – l’ammiraglio Di Paola potrebbe avere cariche più importanti, dalla presidenza di una società del gruppo fino alla possibilità che, nel maggio 2014, sia tra i candidati al nuovo vertice della holding industriale, come presidente”. “Ipotesi, questa – nota Dragoni – che potrebbe realizzarsi solo se l’attuale presidente di Finmeccanica, Gianni De Gennaro, ben saldo nella sua posizione, voluta dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, dovesse passare ad alti incarichi istituzionali (Quirinale compreso)”.

Insomma, i due marò rischiano di trovarsi impigliati in un giro d’affari che non riguardano – come gran parte dei media italiani vorrebbe far credere – solo questioni politiche interne all’India. Sono invece faccende molto, molto italiane.

Fonte: www.unimondo.org
10 febbraio 2014

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