I dubbi sulle vittime civili


Emanuele Giordana


Sarebbe stato un “drone” ad uccidere il 3 gennaio un comandante talebano. Cosa sappiamo di questa attività? Tutto e niente: solo quanto segnalano gli americani o i pachistani.


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dronetalebano

Il 3 gennaio la Reuters ha dato notizia dell’uccisione in Waziristan del Sud (a Wana, la capitale dell’agenzia tribale pachistana) di Maulvi Nazir Wazir, comandante talebano di un certo livello. Sarebbe stato un “drone” a farlo fuori. Di questa attività sappiamo tutto e niente e cioè solo quanto segnalano gli americani o i pachistani. In Pakistan i droni sono molto attivi. Ma in Afghanistan? Secondo fonti militari americane, riportate sul sito World socialist website, il bilancio a novembre era di 333 azioni condotte da droni nel Paese nei primi dieci mesi dell’anno: circa 33 azioni/mese, il livello più alto mai raggiunto. Ma per fare cosa?

I droni vengono usati anche dagli italiani a scopi perlustrativi o per segnalare ai caccia bombardieri le zone da colpire. Gli americani li usano come aerei spia ma anche come bombardieri di “precisione”. Quante persone hanno ucciso? Le statistiche non aiutano.

Nell’ultima relazione di Ban Ki-moon al Consiglio di sicurezza si è fatto un bilancio di 2557 incidenti che, solo tra tra il 1 agosto e il 31 ottobre 2012 (tre mesi), hanno coinvolto civili (967 morti e 1.590 feriti) con un aumento percentuale del 28% (in controtendenza su un aumento del 4% nei primi sei mesi dell’anno rispetto al 2011). Ma stando all’Onu, le vittime sarebbero da attribuire in gran maggioranza (84% e con un aumento rispetto all’anno prima del 14%) alle forze non governative (dunque ai talebani ma forse anche ad altre forze meno omologabili, il rapporto non lo dice). Le forze governative (dunque Nato ed esercito afgano) sarebbero responsabili solo del 6% (era il 10%) delle vittime civili mentre un altro 10% non è attribuibile. In buona sostanza, secondo le Nazioni Unite le morti imputabili ai talebani, o supposti tali, sarebbero – nei tre mesi presi in esame – oltre 800 mentre a Nato ed Ana sarebbero imputabili “solo” una cinquantina divittime (una decina restano non attribuibili). Dati che, con 33 azioni di droni al mese, lasciano perplessi. Per non parlare dei bombardamenti italiani di cui non sappiamo nulla, a cominciare dal numero delle missioni (ammesso che ci si possa fidare di quanto dichiarato dai militari americani).

Con le fibrillazioni elettorali in corso, difficile che qualche parlamentare si preoccupi di chiedere conto al ministro della Difesa uscente.

Fonte: http://emgiordana.blogspot.it
5 gennaio 2012

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