F-35, oltre 100 mila firme per fermare l’acquisto. Le risorse ai disoccupati


Redattore Sociale


Petizione online: stop al “più folle spreco di denaro pubblico di sempre”. Con quei fondi si potrebbero creare 150mila posti di lavoro per giovani disoccupati. Tra 3 giorni il voto finale al Senato.


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11/12/2012 Roma, sit in del movimento 'Tavola per la pace' a Montecitorio, contro l'acquisto degli aerei da guerra F35. Nella foto il sit in con la bandiera della pace srotolata in piazza Montecitorio

Con 13 miliardi di euro si potrebbero creare posti di lavoro per 150mila giovani disoccupati, anziché comprare i caccia F-35 “che non servono a nulla”. E’ questa la tesi alla base della petizione online, lanciata venerdì scorso, e che in poco meno di tre giorni ha già raggiunto oltre centomila firme. “In quanto cittadini italiani vi chiediamo di fermare subito l’acquisto dei caccia F-35. Questa enorme spesa è inaccettabile considerate le risorse necessarie ad affrontare la crisi sociale e di occupazione del nostro paese – si legge nel testo indirizzato a parlamentari e politici con ruoli chiave, tra cui Renzi ed Epifani -. Questi aerei hanno inoltre problemi tali da aver spinto paesi come Canada, Danimarca e Turchia a riconsiderare i rispettivi acquisti. Vi chiediamo di fare lo stesso e di usare quel denaro per contribuire a far uscire l’Italia dalla crisi”.

I promotori sottolineano, inoltre, che la decisione di portare avanti l’acquisto sarebbe “un enorme spreco di denaro pubblico: 13 miliardi di euro per dei caccia F-35 americani che non ci servono a niente. Ma se agiamo ora possiamo fermare in tempo questi folli giochi di guerra – continua il testo – E’ assurdo! Con 13 miliardi di euro, potremmo creare posti di lavoro per 150.000 giovani disoccupati. E questi aerei F-35 hanno così tanti problemi che moltissimi altri paesi stanno annullando la decisione di comprarli. M5s, Sel e molti parlamentari del Pd vogliono fermare l’accordo, e con abbastanza pressione sui leader giusti possiamo fare in modo che la maggioranza dei parlamentari voti per fermare questa spesa assurda”. La petizione ricorda che il voto finale del Senato è tra 3 giorni, e che con un numero consistente di firme anche la voce dei cittadini sarà portata in Parlamento, poco prima del voto.

Fonte: www.redattoresociale.it
8 luglio 2013

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