Etiopia: non si arresta il flusso di rifugiati dal Sudan


UNHCR


L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) ha aperto questa settimana un nuovo campo in Etiopia occidentale per accogliere i rifugiati che continuano a fuggire dalle ostilità oltre frontiera nello stato sudanese di Blue Nile.


CondividiShare on FacebookTweet about this on TwitterEmail to someoneGoogle+
Etiopia: non si arresta il flusso di rifugiati dal Sudan

Il nuovo campo si trova nella città di Tongo, circa 200 chilometri a sud-est di Kurmuk, il principale punto d’ingresso dei rifugiati al confine. Sono finora 533 i rifugiati trasferiti da Kurmuk – oltre che dalle aree di frontiera di Bamza e Almahal – al campo, che ha aperto mercoledì scorso. Attualmente la capienza del sito è di 3.000 persone e può essere ulteriormente ampliata. 

Nel corso dell’ultimo mese oltre 27.500 persone si sono riversate in Etiopia, in fuga dai combattimenti nello stato di Blue Nile tra esercito sudanese e i ribelli del Sudan People’s Liberation Army – North. Circa 16.500 di loro hanno trovato accoglienza presso le comunità locali delle aree vicine ai punti di entrata alla frontiera. Gli altri si trovano nei campi per rifugiati. 

Col protrarsi del flusso l’UNHCR sta collaborando con il Governo dell’Etiopia e con l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) per velocizzare le operazioni di trasferimento dei rifugiati verso località più sicure. Che al momento sono Tongo o – temporaneamente – i centri di transito che l’UNHCR ha allestito per coloro che non vogliono spostarsi nei campi. 

Inizialmente il flusso di rifugiati era composto soprattutto da donne, bambini e anziani, generalmente in buone condizioni di salute. Gli uomini preferivano restare a casa per occuparsi delle proprietà. Di recente tuttavia – rilevano gli operatori UNHCR presenti ai posti di frontiera – si assiste all’arrivo di un numero sempre maggiore di uomini e di persone ferite. Sono recenti i casi di un giovane uomo che presentava gravi ferite da arma da fuoco e di una donna ferita da schegge di granata. Un altro uomo ha perso le gambe a seguito dell’esplosione di una bomba. Tutti e tre sono stati portati nella clinica dell’UNHCR nel campo di Sherkole. 

Molti rifugiati portano con sé bestiame e averi – come utensili per macinare il grano o mobili – che potrebbero aiutarli a sostentarsi e ad affrontare la vita in Etiopia. L’UNHCR ha in programma di trasferire giornalmente circa 400 rifugiati dalla frontiera a Tongo, dove l’Amministrazione etiopica per i rifugiati e i rimpatriati – in collaborazione con i partner attuativi – fornisce protezione e assistenza, che prevede anche cibo, alloggio, acqua e servizi igienico-sanitari. Finora nel sito sono state erette 80 delle 380 tende per famiglie attualmente disponibili. Inoltre, mentre si cercano nuove fonti di approvvigionamento d’acqua, al momento fino a 40.000 litri giornalieri sono pronti per essere utilizzati. 

L’UNHCR sta inoltre acquistando un quantitativo di legna da ardere – per cucinare e per il riscaldamento -sufficiente per un mese, e valuta la possibilità di utilizzare fonti alternative e sostenibili di energia. 

Alla fine delle scorsa settimana, poi, è stata completata l’operazione di immunizzazione di 438 bambini, tra i quali 410 nuovi arrivati e 28 locali. L’attività proseguirà nel campo di Tongo durante le operazioni di registrazione. L’altro campo dell’area – quello di Sherkole – martedì scorso ha raggiunto il massimo della capienza con 8.702 persone presenti. 

Fonte: www.unhcr.it
7 Ottobre 2011

CondividiShare on FacebookTweet about this on TwitterEmail to someoneGoogle+

Lascia un commento