Dopo lo sbarco diventa volontario: “Ricambio l’aiuto che mi è stato dato”


Redattore Sociale


La storia di Lamin, arrivato in Sicilia con lo sbarco dello scorso 15 giugno con un sogno nel cassetto: fare il calciatore. “Aiuto gli operatori Caritas. Voglio ricambiare ciò che voi italiani state facendo per me”


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sbarchivolontario

 

Nuovo sbarco a Palermo questa mattina: 530 migranti sono stati recuperati in alto mare da una nave militare all’interno dell’operazione Mare Nostrum. A dare una mano ai volontari della Caritas che li accolgono sul molo c’è anche Lamin Sawo arrivato a Palermo con lo sbarco dello scorso 15 giugno e accolto nei locali del Santo Curato D’Ars di Falsomiele.  “Ecco come ricambio l’aiuto che mi è stato dato in questa città”. E’  scappato da povertà e dittatura e ora  Lamin vuole dire grazie a chi l’ha accolto donando agli altri tutto ciò di cui dispone: due braccia, un sorriso raggiante e la giovane età. Ha appena 19 anni e, arrivato a Palermo lo scorso 15 giugno, è originario del Gambia; è stato ospitato alla parrocchia di San G.M. Vianney San Curato d’Ars. Ha lasciato il suo paese “a causa della dittatura che non lascia spazio alla libertà e di una povertà dilagante che  sta riducendo la popolazione allo stremo”. “Ho lasciato nella mia città – racconta –  mio padre e  5 sorelle”.

Da quando è bambino ha un unico sogno nel cassetto: diventare un calciatore. E d’altronde, anche in Gambia, faceva parte di una squadra di calcio. Il desiderio di una vita che gli ha dato il coraggio di lasciare la sua famiglia e trasferirsi lontano, dove Lamin spera di avere un futuro migliore e di realizzare il suo sogno. Intanto, però non si perde d’animo e sa che “è giusto dire grazie a chi mi ha accolto e mi sta aiutando a camminare con le mie gambe. A loro devo il mio più sentito ringraziamento”.

È per questo motivo che Lamin, insieme ad altri 29 giovani migranti ospiti al Santo Curato d’Ars di Falsomiele, ha deciso di dare una mano ad accogliere i migranti che sempre più spesso sbarcano in città. “Ho deciso di ricambiare l’aiuto che mi è stato dato al mio arrivo a Palermo dando una mano agli operatori Caritas durante gli sbarchi al porto e nella gestione dell’ospitalità ad altri migranti. Voglio insomma ricambiare ciò che voi italiani state facendo per me”. È così che Lamin, sempre sorridente, carica casse d’acqua, da conforto ai migranti  che arrivano e li aiuta a comunicare con gli operatori, facendo anche da interprete. Come Lamin, altri immigrati ospiti al Santo Curato d’Ars hanno deciso di diventare volontari Caritas durante il loro periodo di permanenza a Palermo e si danno da fare per la gestione e la pulizia dei locali del centro di accoglienza straordinario. “Sono 29 migranti africani che hanno chiesto di dare il loro contributo da volontari nella comunità – ha raccontato Vittorio Mattaliano, operatore Caritas -. Si occupano del servizio in cucina, della distribuzione dei pasti,  della pulizia, di chiudere e aprire il portone. Ognuno di loro ha un compito preciso,  tutto fatto con grande spirito di gratuità. Questa è una bellissima testimonianza di come  si siano innescate catene di  autentica solidarietà e integrazione”.

 

Fonte: www.redattoresociale.it

7 agosto 2014

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