Difendere l’ambiente fa bene all’economia


L'Osservatore Romano


I dati in un rapporto presentato alle Nazioni Unite, che afferma che politiche di questo genere eviterebbero 700.000 morti premature a causa dell’inquinamento e porterebbero a una riduzione della spesa sanitaria pubblica


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Oltre ai benefici alla salute delle persone, la lotta ai cambiamenti climatici produce dei vantaggi economici calcolati in 26.000 miliardi di dollari da qui al 2030.

È quanto sostiene il nuovo rapporto Unlocking the inclusive growth story of the xxi century, messo a punto dalla Global commission on the economy and climate (che comprende ex capi di governo, ex ministri delle finanze, economisti e imprenditori) e presentato alle Nazioni Unite a New York, a meno di una settimana dal prossimo vertice in programma a San Francisco. L’economista, e co-presidente della Global commission, Nicholas Stern, ha ricordato quanto siano «diventati sempre più evidenti i rischi enormi dei danni causati dai cambiamenti climatici».

Lo scopo dello studio, spiega la principale autrice del rapporto Helen Mountford, è quello di stimolare governi e imprese «ad accelerare il percorso verso una crescita sostenibile», descrivendone sia i vantaggi da raccogliere che le sfide da affrontare. Inoltre, prosegue, bisogna ricordare che viviamo «un momento unico» per il pianeta, in cui «si tratta di prendere o lasciare» perché il 2030 è «l’anno del non ritorno».

Le aree economiche sulle quali secondo il rapporto bisogna assumere provvedimenti in fretta sono energia, città, cibo, suolo, acqua e industria. Secondo gli esperti i benefici di un impegno maggiore nella lotta ai cambiamenti climatici e di un’economia a basse emissioni di carbonio, in linea con l’accordo di Parigi e con l’obiettivo di contenere il riscaldamento globale, vengono «sottostimati». Oltre ai 26.000 miliardi di dollari di ritorno economico, si potrebbero infatti creare 65 milioni di posti di lavoro.

Inoltre, un incremento delle politiche di questo genere migliorerebbe la qualità della vita, eviterebbe 700.000 morti premature a causa dell’inquinamento e porterebbe a una riduzione della spesa sanitaria pubblica.

8 settembre 2018

Osservatore Romano

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