Da Teano nasce una nuova responsabilità collettiva


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Nel Manifesto: i dieci punti fondativi del Paese che vogliamo in un “Patto” per l’Italia. Questa è l’Italia che vogliamo costruire. E sono questi i valori, le fondamenta su cui c’impegniamo a costruirla.


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Da Teano nasce una nuova responsabilità collettiva

Oggi a Teano sono previsti incontri per ritrovare le ragioni dell’Unità dopo 150 anni, per un progetto condiviso che ci faccia uscire dalla crisi economica, sociale e morale e per un nuovo Patto tra i cittadini italiani che ci permetta di costruire un’Altra Italia di cui andare orgogliosi.

Il manifesto
domenica 24 ottobre 2010
IL “PATTO”
I dieci punti fondativi del Paese che vogliamo

Da Teano nasce una nuova responsabilità collettiva, questo Patto per l'Italia. Questa è l'Italia che vogliamo costruire. E sono questi i valori, le fondamenta su cui c'impegniamo a costruirla.

1) È l'Italia che accoglie il profugo, lo straniero perseguitato, disperato, costretto all'emigrazione da guerre e disastri ambientali, da un'economia globale escludente e punitiva. Un paese aperto al mondo, accogliente, multiculturale.

2) È l'Italia che garantisce a tutti i suoi abitanti un minimo vitale, un reddito di cittadinanza, che valorizza il lavoro e la produzione di beni socialmente utili e compatibili con l'ambiente.

3) È l'Italia che protegge, cura e preserva, per le generazioni future, il suo straordinario patrimonio culturale, storico, architettonico. È il paese dei paesaggi armoniosi, costruiti attraverso un secolare e paziente interscambio tra uomo e natura. L'Italia della co-creazione, tra l'attività umana e questa Terra che ci è stata regalata.

4) È l'Italia che riduce i consumi, lo spreco, e valorizza il riciclaggio degli scarti di lavorazione e consumo, mentre combatte il riciclaggio del denaro «sporco». Paese delle energie rinnovabili, del risparmio energetico, della sovranità energetica ed alimentare.

5) È l'Italia dei prodotti tipici, della biodiversità agricola , gastronomica, culturale. Delle mille reti solidali tra produttori e consumatori, che costruiscono ogni giorno un altro mercato, equo e solidale, con il lavoro e l'ambiente.

6) È l'Italia che si fa amare in tutto il mondo nel campo dell'arte, della cultura , della scienza, dello sport. Il paese del bello e/è buono, della ricerca scientifica finalizzata al miglioramento della qualità della vita, della cultura come bene comune ed accessibile a tutti.

7) È l'Italia della pari dignità tra uomo e donna, della condivisione delle responsabilità pubbliche e private. È il paese del legame forte e solidale tra vecchie e nuove generazioni, che vede nell'anziano una risorsa e nei giovani una pianta che ha diritto a crescere in un terreno fertile e ricco d'acqua.

8) È l'Italia della pace e della solidarietà internazionale, che si batte perché la guerra sia messa al bando, il disarmo liberi risorse umane e finanziarie per sostenere le popolazioni più deboli, per ripristinare l'habitat degradato. Lotta affinché sia abolita in tutto il mondo la pena di morte (Usa e Cina inclusi), perché la tortura sia messa al bando, perché le carceri siano un luogo di recupero e non un girone dell'inferno.

9) È l'Italia che rispetta la memoria delle sue vittime, che pretende la verità e la trasparenza nella gestione della res publica. L'Italia dei mille comuni, della democrazia partecipata, dove i cittadini sono soggetti attivi e responsabili, dove la Scuola ha un valore fondamentale ed al prezioso lavoro dei suoi operatori è riconosciuta la giusta mercede e dignità.

10) È l'Italia di Falcone e Borsellino, di don Diana e Impastato e di migliaia di cittadini che hanno perso la vita per non cedere al ricatto dei poteri mafiosi e occulti. All'avanguardia nella lotta contro la nuova borghesia criminale che sta conquistando il pianeta con capitali insanguinati.

***

Il 26 Ottobre del 2010 ricorrono i 150 anni dal celebre incontro tra Garibaldi e Vittorio Emanuele che segnò il passaggio del Mezzogiorno nel Regno d’Italia, guidato dalla famiglia Savoia. Il dono di Garibaldi al Re piemontese ebbe conseguenze nefaste per il futuro di questo paese. Fu un dono unilaterale, senza contropartite, che comportò un costo salato per le popolazioni meridionali e ne provocò la rivolta (leggi : brigantaggio), anche per via delle promesse non mantenute e delle aspettative che il movimento garibaldino aveva suscitato. Lo Stato reagì violentemente, trattò il Sud come una colonia, e ne perse la legittimità anche presso i ceti intellettuali che avevano sostenuto il nostro Risorgimento. Iniziò un processo che portò molti intellettuali e politici meridionali a reclamare l’autonomia(federalismo) per il Mezzogiorno, mentre l’apparato produttivo meridionale subiva i contraccolpi dell’unificazione del mercato nazionale e di una politica che guardava prevalentemente alla nascente industria nel nord-ovest.
Oggi, a distanza di un secolo e mezzo, il Mezzogiorno è ritornato ad essere visto come una palla al piede dello sviluppo italiano. Ma i termini politici della questione si sono invertiti. Non è più il Mezzogiorno che reclama autonomia ed indipendenza, bensì è il Nord che vuole uscire dall’Italia. Il rischio di una secessione “dolce “ è rafforzato dalla pesante crisi economica in corso, dalla stessa messa in discussione della UE, da un processo generale di disgregazione sociale. Il pericolo che questo paese si spacchi in tanti statarelli è reale. Tutte le recenti esperienze di secessione, anche pacifica, hanno fatto registrare un regresso per i lavoratori e portato ad esaltare nazionalismi e xenofobie.
Con tutte le sue contraddizioni noi riteniamo che l’Unità d’Italia sia un valore in sé. Centocinquanta di storia hanno prodotto un profondo interscambio di culture,di storie, nel nostro paese. Le popolazioni del sud, del centro e del nord si sono fuse attraverso milioni di matrimoni misti, e la lingua italiana è oggi largamente praticata dalla stragrande maggioranza della popolazione. Le popolazioni del sud hanno dato un grande e prezioso contributo alla ricchezza economica e culturale di questo paese che deve essere riconosciuto.
 Noi riteniamo che questa nostra Italia può ancora salvarsi se capisce che deve rifondare il suo patto sociale su altre basi valoriali e culturali.
A questo fine abbiamo costituito il Comitato pro Teano , per organizzare un evento che segni, non solo simbolicamente, la svolta culturale che auspichiamo.

Il 26 Ottobre del 2010 vogliamo costruire un nuovo incontro a Teano che abbia la valenza di una svolta storica, preceduto da tre giorni di intensi dibattiti e confronti, sui valori vecchi e nuovi che ci uniscono, per arrivare a sottoscrivere un nuovo Patto tra gli italiani.
Il primo giorno sarà dedicato alla storia del nostro paese , al momento cruciale dell’Unità d’Italia.
Abbiamo dato questo titolo a questa prima giornata : VERITA’ e RICONCILIAZIONE.
Vogliamo andare oltre la mitologia di un Sud arcaico e di quella opposta di un Sud ricco saccheggiato dal Nord. I migliori storici italiani e stranieri terranno banco per restituirci un immagine ed una narrazione più corrispondente alla verità. Una ricostruzione che dovrà essere poi utilizzata nelle scuole per comprendere valori e limiti di quella Unità d’Italia di 150 anni fa, ma anche per diffondere i valori della nuova unità che vogliamo costruire.

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