Corridoi umanitari: accordo per 1000 profughi siriani


Luca Liverani


Firmato al Viminale l’accordo per altri mille profughi siriani alla presenza del ministro dell’Interno Marco Minniti e dei rappresentanti della Comunità di Sant’Egidio, Tavola Valdese, Federazione chiese evangeliche in Italia.


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Corridoi umanitari, si replica. I rappresentanti della Comunità di Sant’Egidio, della tavola Valdese, della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei) assieme a quelli dei ministeri dell’Interno e degli esteri hanno firmato, alla presenza del ministro dell’Interno Marco Minniti, un nuovo protocollo d’intesa per accogliere in Italia altri mille profughi siriani, rifugiati nei campi libanesi. Il criterio sarà anche stavolta quello della fragilità e vulnerabilità: donne sole, anziani, disabili, malati, famiglie con bambini piccoli.

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Il 27 ottobre era atterrato a Fiumicino l’ultimo gruppo di 125 siriani, dei mille previsti dal primo protocollo avviato a febbraio 2016.

E prima di Natale dovrebbe arrivare il primo gruppo del nuovo accordo.

Negli stessi giorni dovrebbero atterrare in Italia anche i profughi dai paesi del Corno d’Africa (Eritreta e Somalia) dell’altro protocollo attivato da Conferenza episcopale italiana e Sant’Egidio. A siglare l’intesa al Viminale del secondo accordo per i richiedenti asilo siriani c’erano il presidente della Comunità di Sant’Egicio, Marco Impagliazzo, il presidente della Fcei pastore Luca Maria Negro, il vicemoderatore della Tavola Valdese Luca Anziani. I rappresentanti dei ministeri erano il prefetto Gerarda Maria Pantalone (Interno) e il ministro plenipotenziario Luigi Vignali (Esteri).
«E’ un protocollo che ricalca sostanzialmente quello precedente appena esaurito – spiega appena uscito dal Viminale Marco Impagliazzo – che ha già salvato altre mille persone in stato di vulnerabilità e che oggi sono integrate nel nostro Paese. E’ stato considerato un modello vincente dai due ministeri: per la collaborazione tra istituzioni e società civile, per il fatto di essere un progetto ecumenico, perché è un programma che garantisce sicurezza per chi viaggia e per chi accoglie. Perché non sono solo i muri a creare sicurezza, ma anche i ponti». Il ministro Minniti ha detto di ritenere questo progetto «molto significativo – riferisce Impagliazzo – e ha tenuto il protocollo fosse rinnovato proprio perché è un programma che rispetta il tema della sicurezza». Il progetto anche stavolta è totalmente autofinanziato dagli enti promotori.

Luca Liverani

Avvenire

7 novembre 2017

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