Colombia: nuove gravi minacce alle Comunità di pace di San José de Apartadò


Giorgio Beretta - unimondo.org


I volontari di “Operazione Colomba” denunciano lo sfollamento delle comunità contadine, le minacce di massacri indiscriminati e l’uccisione di leader locali come già avvenuto in casi precedenti”.


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Colombia: nuove gravi minacce alle Comunità di pace di San José de Apartadò

“Sfollamento delle comunità contadine, minacce di massacri indiscriminati e di uccidere i leader locali come già avvenuto in casi precedenti”. E’ l'allarmeche proviene tramite i volontari di Operazione Colomba, corpo nonviolento di pace della Comunità Papa Giovanni XXIII che si fanno voce delle comunità contadine del dipartimento di Cordoba, nel nord ovest della Colombia. I volontari dell’associazione si sono recati sul posto per proteggere le famiglie della Comunità di Pace di San José de Apartadò che da anni si sono unite per resistere al conflitto armato colombiano in maniera neutrale e nonviolenta.

La Comunità di Pace di San José de Apartadò, composta da circa 1.500 persone sparse tra il dipartimento di Antioquia e quello di Cordoba, ha espressamente richiesto ai volontari di Operazione Colomba, che operano in quell'area da circa due anni, di prolungare la propria permanenza nella zona di Cordoba in seguito all’aggravarsi della situazione “Secondo numerose fonti – riporta Operazione Colomba – gruppi paramilitari locali stanno causando lo sfollamento delle comunità contadine residenti nell’area circostante al lago artificiale creato dalla diga URRÁ I costruita una decina d'anni fa dall’impresa URRÁ S.A.”.

In particolare le veredas (piccoli villaggi) maggiormente esposte sarebbero quelle di Alto Joaquin, Porto Nuevo, Las Claras, Nain, Taparito, Diamante, Manzo, Rio Verde, Baltazar. “I paramilitari starebbero minacciando i contadini dell'area di compiere massacri indiscriminati o di uccidere i loro leader locali come già avvenne per la costruzione della diga URRÁ I” – riporta l’associazione. “Indipendentemente dall'attuazione o meno di tali minacce, queste notizie stanno generando grande panico e preoccupazione, tanto che alcune famiglie hanno già abbandonato la zona o sono in procinto di farlo”.

Secondo la testimonianza di alcuni paramilitari, la stessa Impresa URRÁ S.A. starebbe finanziando il loro delittuoso operato al fine di sgomberare l’area dai civili e lasciare mano libera alla costruzione della seconda diga, alle concessioni minerarie e al narcotraffico. “Tutto questo avviene nella totale impunità e sotto gli occhi della forza pubblica” – dichiara Giovanni Ramonda, responsabile generale di Operazione Colomba. L’area definita come Alto Sinù è uno dei patrimoni più ricchi della Colombia per la presenza di miniere d'oro, carbone, nichel e ferro, nonché uno dei più grandi bacini idrici di tutta l’America Latina. “La costruzione della diga URRÁ II e le voci dell’imminente ampliamento del Parco nazionale Naturale del Nudo Paramillo, che coinvolgerebbe queste stesse aree, nascondono interessi economici enormi per imprese multinazionali colombiane e straniere che per questo sono disposte a non tener conto delle morti e dello sfollamento di migliaia di persone” – conclude il responsabile di Operazione Colomba.

Anche il rappresentante alla Camera per il Polo Democratico Alternativo e portavoce del Movimento delle Vittime dei Crimini di Stato (MOVICE), Iván Cepeda, ha denunciato in un'intervista a Radio RCN le minacce subite dalla Comunità di Pace di San José de Apartado, da parte dei capi paramilitari: il deputato denuncia che i paramilitari hanno messo dei posti di blocco sulla strada senza autorizzazione per impedire l’accesso alle zone e che le Forze di sicurezza pubbliche non fanno altro che collaborare con la strategia del terrore messa in atto dai paramilitari.

Lo scorso marzo un membro della Comunità di pace di San José de Apartadó, Bernardo Ríos è stato assassinato dai i paramilitari – riporta la comunità. “La sera del 22 marzo una moto con due paramilitari armati ha seguito l’auto di Jesús Emilio Tuberquia e, vistolo accompagnato da rappresentati internazionali, i paramilitari si sono fermati a Tierra Amarilla dove hanno atteso Bernardo Ríos che poco prima si era incontrato con Jesús Emilio nella stazione dei pullman di Apartadó: Bernardo Ríos era in bicicletta ed è stato assassinato dai paramilitari verso le 18.30. In quel momento c’era un posto di blocco dell’Esercito a cinque minuti, così come lungo la strada vi erano altri due posti di blocco delle Forze pubbliche”. Anche negli Stati Uniti sono state promosse petizionisulle autorità consolari in merito alle recenti minacce.

La comunità di Apartadó, nel dipartimento di Antioquia, è collocata nel nord ovest della Colombia vicino alla frontiera con Panama, zona di forti interessi economici per le ricchezze minerarie. La Comunità di San José di Apartadó ha comunicato pubblicamente già dal 1997 le violenze subite: persecuzioni giudiziali attraverso false testimonianze, sfollamenti forzati, stupri e soprattutto l’assassinio di oltre 170 dei suoi membri.

Il 23 marzo 1997, la Comunità di San José di Apartadó ha firmato la dichiarazione costitutiva in Comunità di Pace: “La Comunità di Pace di San José de Apartadó è composta da 1300 persone che si impegnano a non partecipare, direttamente o indirettamente, alla guerra, a non portare armi, a denunciare pubblicamente le violazioni commesse da ognuno degli attori armati, a partecipare nelle attività di lavoro comunitario, a non reagire alla violenza con la violenza” – riporta la dichiarazione.

Dopo la sua costituzione, la Comunità di Pace ha denunciato sia la guerriglia, sia le Forze Armate Colombiane, sia i paramilitari per i gravi e ripetuti atti di violenza contro i propri membri, azioni che di fatto disconoscono il diritto dei civili a restare neutrali rispetto al conflitto. In base a queste denunce, sono proprio i gruppi illegali paramilitari quelli che hanno aggredito con maggior intensità la popolazione di San José, con la complicità attiva od omissiva delle Forze Armate. I volontari di Operazione Colomba, con una presenza internazionale e nonviolenta, contrastano l'uso della forza di tutti gli attori armati sui civili. Tra le altre associazioni di sostegno alle comunità va ricordata la Rete italiana "Colombia vive"

 

Fonte: Unimondo.org

14 maggio 2011

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