Calma carica di tensione a Nairobi. "Nuove elezioni entro tre mesi"


Repubblica.it


La richiesta dell’opposizione: "La nuova consultazione sia trasparente". Nella capitale atteso Jandayi Frazer, vicesegretario di stato americano. Tutu a colloquio con Kibaki: "Il presidente non è contrario ad un governo di coalizione".


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Calma carica di tensione a Nairobi. "Nuove elezioni entro tre mesi"

NAIROBI – Tensione sempre altissima a Nairobi, mentre l'opposizione, che aveva indetto per oggi una nuova manifestazione per protestare contro i risultati delle elezioni che hanno riconfermato Mwai Kibaki alla presidenza, chiede un nuovo voto entro tre mesi.

"Serve un periodo di transizione di tre mesi in cui si possano fare adeguati preparativi per un nuovo voto che sia trasparente e democratico" ha spiegato il segretario generale del Movimento democratico arancione, Anyang Nyongo, in una conferenza stampa. Nyongo ha anche chiesto che Mwai Kibaki, ufficialmente rieletto alle presidenziali, "la smetta di fingere di essere il presidente e si dimetta", e che i rapporti tra il suo partito e l'opposizione siano mediati da una commissione internazionale.

Nella capitale è atteso in serata l'inviato Usa Jandayi Frazer, vicesegretario di Stato americano, che incontrerà sia il presidente eletto Kibaki – ma la regolarità del voto del 27 dicembre è contestata dalle opposizioni e da osservatori internazionali – sia il leader dell'opposizione Raila Odinga. Washington e l'Ue stanno effettuando un forte pressing diplomatico puntando su un governo di unità nazionale, o comunque su una riconciliazione in tempi brevi. Intanto questa mattina il presidente Kibaki ha incontrato il premio Nobel Desmond Tutu, impegnato nella mediazione, che ieri aveva avuto un colloquio con Odinga. Secondo quanto riferito da Tutu Kibaki avrebbe mostrato segnali di apertura e sarebbe disponibile ad un governo di coalizione per uscire dallo stallo. "Il presidente non è contrario alla formazione di coalizioni, ma deve essere accettato che nel Paese c'è un'autorità di governo" ha detto al termine del colloquio.

Nella notte ci sono state nuove sparatorie negli slum della capitale: non è chiaro quanto di matrice etnico-politica o quanto invece legate ad attività criminali. La polizia ha fornito un bilancio di altri nove morti: quattro a Nairobi, tre a Mingori (ovest) e due nella riserva Masai Mara, nella Rift Valley.

E rimane un giallo di date sulla manifestazione dell'opposizione, probabilmente orchestrato in maniera scientifica per tenere costantemente sotto pressione governo e forze di polizia. Dopo la sospensione di quella di ieri – c'erano stati incidenti, ma non particolarmente gravi, almeno rispetto a quanto sta avvenendo in Kenya in questi giorni – l'opposizione l'aveva subito riconvocata dapprima per martedì prossimo, quindi per domani, sabato, infine per oggi: ma per quanto riguarda oggi non se ne vedono ancora neanche segnali.

Negli scontri tra polizia e manifestanti e tra i sostenitori di Odinga, del gruppo etnico Luo, e i seguaci di Kibaki, Kikuyu, sono già morte oltre 350 persone. La Croce Rossa parla di almeno 100mila sfollati, e di 5mila persone che hanno attraversato il confine con l'Uganda in cerca di salvezza.

Fonte: www.repubblica.it

(4 gennaio 2008)

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