Boldrini (Unhcr): “I media hanno bucato l’immigrazione”


Redattore Sociale


Al seminario “Sgomberiamoli!” l’intervento della portavoce dell’Alto commissariato Onu per i rifugiati: “E’ stata data un’immagine a senso unico, appiattita sulla cronaca nera”. La parola “clandestino”? “Non ha senso”.


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Boldrini (Unhcr): “I media hanno bucato l’immigrazione”

“I media hanno bucato la materia dell’immigrazione”. Lo ha detto la portavoce dell’Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr) Laura Boldrini intervenendo al seminario “Sgomberiamoli!” in corso a Napoli. “E’ stata data un’immagine a senso unico,  appiattita sulla cronaca nera, senza tener conto dello scenario globale – ha proseguito Boldrini – . Questo ha portato alla conseguenza che la gente ha paura dello straniero. Dire che l’immigrazione fa rima con minaccia alla sicurezza, un giorno dopo l’altro, ha fossilizzato questa convinzione. Così si pensa che gli immigrati ci creano un problema, che ci minacciano: il che significa non capire cosa si vive”.
Boldrini ha affrontato poi la questione della terminologia: “Le parole sono rimaste quelle di 15 anni fa, parliamo di extracomunitario, di clandestini, ma il fenomeno dell’immigrazione è cambiato, la società è cambiata, e questo sfugge a chi la società la deve raccontare”. La conseguenza è che poi “si frena l’emancipazione nazionale, perché l’appiattimento dei media crea deficit democratico”.

“Ma è proprio vero che gli immigrati vengono tutti da noi, che sono troppi come spesso si sente dire?”, ha chiesto la portavoce alla platea. La risposta: “Sono 214 milioni nel mondo, il 3% della popolazione globale. E da 40 anni sono il 3% della popolazione globale, quindi non sono troppi”. In questo “tourbillon” si inserisce poi la migrazione forzata: “Molti di loro non hanno un disegno migratorio, chiediamoci perché arrivano senza docuementi, il motivo è che scappano dalle guerre e dalla fame”.
A seguire, un riferimento alla Carta di Roma: “Ce n’era bisogno? Sì, l’Unhcr l’ha fortemente voluta, perché è nata da un buco del giornalismo. E la cosa importante è che oggi chi fa l’esame per diventare giornalista deve conoscerla”. Un esempio pratico? “Nei titoli, in Francia non viene usata la nazionalità della persona, dentro il pezzo sì, perché si è capito che altrimenti si crea stigma”.  Infine, Boldrini ha commentato in particolre l’utilizzo della parola “clandestino”: “Chi la usa ha fatto una scelta politica, cioè ha scelto di sollevare solo gli aspetti problematici. Ma questa parola giuridicamente non ha senso, è corretto invece dire che una persona ha i documenti in regola o non li ha. Ed è grave se la si usa a livello istituzionale. Usiamo le parole in maniera corretta”.

E’ possibile seguire gli incontri anche dall’esterno, attraverso una diretta Twitter su @RedattoreSocial con l’hashtag #sgomberiamoli, sia attraverso i video messi on line su www.giornalisti.redattoresociale.it 

Fonte: www.redattoresociale.it
19 Aprile 2012

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