IL MANIFESTO


Fine della dottrina dei “bombardamenti umanitari”

Afghanistan. Nel 2001 fummo tra i pochi ad opporci alla guerra in Afghanistan. Restammo isolati anche nella sinistra radicale Usa. Non dobbiamo far prevalere il principio della non interferenza, ma favorire interventi civili.

Abbiamo esportato inflazione e rancore, più che democrazia!

Investito in sviluppo un 20° di quanto speso per guerreggiare. E solo un decimo di quel 20° è finito in progetti agricoli, per un popolo a cui non restava altro che coltivare oppio. A chi presentare il conto della disfatta? I paesi Nato potrebbero almeno accollarsi, in proporzione al Pil, l’impegno di dare ospitare le migliaia di profughi in fuga

La guerra è finita, veniamo in pace!

Dal campo di battaglia al media center governativo, i nuovi padroni di Kabul vogliono rassicurare la popolazione e il mondo.

Criminali intervento e ritiro!

Abbandonare ora la popolazione afghana, la società civile, le donne, gli orfani, è da codardi. Dopo 20 anni di guerra ora s’interponga la pace!

Nel nuovo mondo, dalla parte giusta

Genova, venti anni dopo il G8. La memoria è preziosa, ma il futuro va aggredito. La riflessione di Luciana Castellina.

Dopo il Senato, la Camera: cittadinanza a Patrick Zaki

Mozione votata all’unanimità, è il secondo pronunciamento del parlamento in tre mesi. Ma il governo italiano sembra non voler sentire. Lo studente egiziano dell’Università di Bologna è in cella dal febbraio 2020

Perché uno Stato per due popoli

Israele/Palestina. Ai palestinesi è sempre più chiaro che è preferibile battersi per i propri diritti all’interno di un unico Stato invece che accettare la resa incondizionata a Israele insita nella soluzione due popoli due stati. Fra gli israeliani la situazione è più complessa

Un gioco tragico destinato a ripetersi

Israele/Palestina. Il premier Netanyahu era disposto ad andare avanti con la mini-guerra, ma la forte reazione internazionale lo ha frenato. Non è stata abbastanza forte da impedire l’azione militare o da fermarla in un giorno o due, ma avrà un impatto di lungo termine

Solidarietà e resistenza per vincere l’apartheid!

Il controllo israeliano sulla narrazione internazionale fa sì che il terrorismo di Stato sia sottaciuto insieme al rifiuto opposto negli ultimi 15 anni alle mosse diplomatiche di Hamas. Israele non è il Sudafrica ma la combinazione fra resistenza e solidarietà sta aumentando in modo evidente.

Non c’è vaccino!

Istat, in pandemia si moltiplicano i numeri della violenza sulle donne. Diffuso il rapporto relativo alle richieste di aiuto durante il 2020. Le chiamate al 1522 sono cresciute esponenzialmente nei mesi del lockdown. Oltre 20mila le utenti che si sono rivolte ai Centri antiviolenza. I maltrattanti sono famigliari e partner.

Stavolta che cosa è accaduto?

C’è una novità: la «maturazione» della legge discriminatoria sulla nazionalità esplode con le proteste nelle città miste d’Israele – con forte presenza arabo-palestinese – come Lod, Aco e Ramble, dove mentre scriviamo sono in corso pesanti scontri