Armi nucleari, stop di Obama a Iran e Corea Nord


L'Unità


"E’ tempo che Pyongyang torni al tavolo negoziale". L’inviato speciale Usa sarà in Corea del Nord l’8 dicembre. Obama sul rifiuto da parte dell’Iran di trasferire all’estero l’uranio da arricchire a scopi pacifici: "Pensiamo di mettere a punto nelle prossime settimane una serie di misure potenziali che mostreranno all’Iran la nostra determinazione".


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Armi nucleari, stop di Obama a Iran e Corea Nord

Le provocazioni devono finire ed è tempo che Pyongyang torni al tavolo negoziale: i presidenti di Usa e Corea del Sud, Barack Obama e Lee Myung-bak, concordano sulla necessità di dare una svolta alle trattative in stallo per la denuclearizzazione della penisola coreana. «La cosa che voglio sottolineare è che io e il presidente Lee siamo d'accordo sul fatto di voler spezzare il modello del passato, con la Corea del Nord che si comporta provocatoriamente e che poi è disposta a tornare a parlare e, infine, è alla ricerca di concessioni», ha detto Obama nella conferenza stampa congiunta al termine del faccia a faccia.

Lee, da parte sua, ha detto che la Corea del Nord potrebbe sperare in robusti aiuti economici rinunciando alle ambizioni nucleari attraverso «un processo completo e verificabile, e soprattutto con una soluzione omnicomprensiva». Obama, ha poi annunciato che l'inviato speciale Usa, Stephen Bosworth, sarà in Corea del Nord l'8 dicembre. «Continueremo a lavorare sulla questione nordcoreana – ha aggiunto – nell'ambito dei colloqui a Sei per il disarmo nucleare completo».

Lee, sempre sul nucleare, ha ricordato che non è stata convenuta alcuna scadenza, anche se «il nostro obiettivo è risolvere il problema quanto prima possibile». I legami tra «i nostri due paesi sono solidi: gli Stati Uniti sono fortemente motivati a difendere la Corea del Sud, anche con il deterrente nucleare», ha aggiunto ancora Obama, rinnovando in questo modo la validità del cosiddetto «ombrello nucleare» a protezione del Paese asiatico. Giusto approfondire i legami bilaterali, a partire dal Free Trade Agreement (Fta), in fase di stallo per la mancanza della ratifica da parte dei due Paesi. «Se l'auto è un problema, siamo nelle condizioni di discutere sul punto», ha commentato Lee, rispondendo a una domanda su un punto che vede i produttori di auto Usa fortemente critici. C'è spazio anche per l'Iran: Obama ha detto di aver avviato i colloqui con gli alleati «per prendere in considerazione le conseguenze» nel caso il Paese rigetti l'offerta d'accordo sul nucleare.

Il presidente americano Barack Obama ha concluso oggi il suo viaggio in Asia incontrando le truppe Usa della base militare di Osan (in Corea del Sud) dopo un colloquio col presidente sud coreano Lee Myung-bak centrato sulla questione del programma nucleare della Corea del Nord e sull'accordo commerciale tra Washington e Seul ancora bloccato dai rispettivi parlamenti.

Il presidente Obama, in una conferenza stampa congiunta col presidente Lee, ha inoltre ammonito l'Iran che nelle prossime settimane saranno esaminate le misure da adottare contro Teheran per il suo rifiuto ad essere trasparente col suo programma nucleare. Obama ha detto oggi, nella conferenza stampa, che Usa e Corea del Sud si sono trovati d'accordo sulla importanza di «interrompere il ciclo che esisteva in passato, quando la Corea del Nord si comportava in modo provocatorio, quindi accettava di riprendere i colloqui nel tentativo di ottenere ulteriori concessioni e così via».

Obama ha annunciato che l'inviato speciale Stephen Bosworth si recherà a Pyongyang l'8 dicembre prossimo per una attesa missione che mira a riportare la Corea del Nord sulla percorso dei 'colloqui a seì (con la partecipazione delle due Coree, Usa, Giappone, Cina e Russia). Al centro dei colloqui di Seul c'è stata anche la spinosa questione del trattato di libero commercio firmato due anni fa dalla Corea del Nord e dagli Usa e rimasto lettera morta perchè non è mai stato ratificato dai rispettivi parlamenti. È il più importante accordo commerciale firmato dagli Stati Uniti negli ultimi anni (insieme al NAFTA siglato con Canada e Messico) ma il Congresso non ha mai dato il via libera all'intesa. Un tesi contestata dall'amministrazione Obama. Il maggiore ostacolo è quello delle esportazioni di auto.

Ma Lee ha detto oggi, nel corso della conferenza stampa, di essere disposto a rinegoziare su questo aspetto dell'accordo. Durante la conferenza stampa Obama ha commentato l'apparente rifiuto da parte dell'Iran della proposta del 5+1 di trasferire all'estero l'uranio da arricchire a scopi pacifici. Il presidente Usa aveva detto due giorni fa a Pechino che «ci saranno conseguenze» se Teheran continuerà a respingere le proposte fatte dal 5+1 per risolvere la questione del suo programma nucleare. «Pensiamo di mettere a punto nelle prossime settimane una serie di misure potenziali – ha detto oggi Obama – che mostreranno all'Iran la nostra determinazione». Dopo una visita alle truppe Usa della base aerea di Osan Obama ha lasciato l'Asia alla volta di Washington.

Fonte: www.unita.it

19 novembre 2009

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