Usa e UE: un nuovo capitolo?


La redazione


Un clima di rinnovata concordia frutto anche della volontà di compattare gli alleati contro “due sfide comuni”: Russia e Cina.


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È tregua tra Unione Europea e Stati Uniti sulla ‘guerra dei dazi’: Washington e Bruxelles hanno annunciato un accordo per la sospensione per i prossimi cinque anni dei dazi legati al contenzioso sui sussidi ad Airbus e Boeing: l’intesa – spiegano fonti diplomatiche – darà alle parti tutto il tempo necessario per trovare un accordo definitivo sul lungo periodo per chiudere definitivamente la disputa, durata ben 17 anni.

L’intesa è stata annunciata al termine del vertice Europa-Stati Uniti, a cui il presidente americano Joe Biden ha partecipato nel corso della visita europea che lo aveva visto prima al G7 in Cornovaglia e ieri al Summit Nato.

Europa e stati Uniti hanno annunciato anche un consiglio congiunto per affrontare questioni di commercio e tecnologia, e per fissare degli standard a livello globale nonché fornire un controllo migliore sulle pratiche economiche della Cina.

La task force “non è contro nessuno”, ma ha lo scopo di “lavorare insieme per scrivere le regole per la prossima generazione, in particolare nei settori dell’economia e delle tecnologie emergenti”, riferisce Cnn.

Un clima di rinnovata concordia frutto anche alla volontà di compattare gli alleati contro “due sfide comuni”: Russia e Cina.

Ieri, al termine del summit Nato, i paesi membri hanno usato parole molto dure contro Mosca “le cui azioni aggressive costituiscono una minaccia alla sicurezza euro atlantica”, e Pechino, definita per la prima volta “una minaccia per l’ordine internazionale”.

Così, dopo aver recuperato l’unità d’intenti con gli alleati, rilanciato la partnership transatlantica e incontrato in un bilaterale definito “molto positivo” anche il presidente turco Recep Tayyip Erdogan che ha assicurato di voler rafforzare la collaborazione con gli Stati Uniti nel segno del “dialogo”, Biden si prepara al faccia a faccia domani a Ginevra, con Vladimir Putin.

Un nuovo capitolo?

Stati Uniti e Unione Europea hanno deciso di sospendere per cinque anni i dazi punitivi nel contesto della controversia Airbus-Boeing. Lo ha confermato ai giornalisti la rappresentante per il commercio degli Stati Uniti, Katherine Tai. “Invece di combattere uno dei nostri più stretti alleati, ci troviamo finalmente insieme di fronte a una minaccia comune”, ha aggiunto Tai. Viene dunque estesa la tregua che era stata decisa sul fascicolo a marzo e che doveva scadere a luglio. Secondo l’intesa le tariffe aggiuntive potrebbero essere reintrodotte se le aziende statunitensi non saranno in grado di garantire una “competizione equa” con quelle europee. “È un esempio per affrontare altre sfide, come quella della Cina”, insiste Tai. Il summit Usa-Ue “apre davvero un nuovo capitolo nelle nostre relazioni”, ha commentato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, prima dell’inizio dell’incontro con il presidente Usa Joe Biden e il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel. Quello di oggi è il primo vero e proprio vertice Ue-Usa dal 2014, anche se nel 2017 c’era stata una visita a Bruxelles dell’allora presidente Donald Trump alle istituzioni europee. Diversi gli obiettivi sul tavolo: porre fine alla pandemia di Covid-19 e puntare a una ripresa economica globale sostenibile; proteggere il pianeta favorendo la crescita; rafforzare il commercio transatlantico, gli investimenti e la cooperazione tecnologica, affrontando le sfide della politica estera e di sicurezza globale e regionale; rafforzare la democrazia e l’ordine multilaterale basato sulle regole. “È nell’interesse degli Stati Uniti avere una buona relazione con la Nato e l’Ue, una grande opportunità”, ha dichiarato Biden.

Cina e Russia sfide comuni?

E ieri, nel comunicato finale del summit Nato tenutosi a Bruxelles, Biden ha centrato un altro obiettivo significativo del suo viaggio in Europa. Per la prima volta la Cina è stata inserita tra i fattori di “rischio” per la sicurezza comune: “Siamo sempre più confrontati a minacce informatiche, ibride e asimmetriche, comprese le campagne di disinformazione, e l’uso dannoso di tecnologie sempre più sofisticate e dirompenti”.

E se la Russia resta la minaccia militare numero uno, i paesi membri hanno sottoscritto, come richiesto dal presidente americano, che le ambizioni della Cina e il suo comportamento aggressivo costituiscono “una sfida sistematica all’ordinamento internazionale”, sottolineando che Pechino “sta espandendo rapidamente il suo arsenale nucleare” e sta “cooperando militarmente con la Russia, a cominciare dalle esercitazioni condotte nel quadrante Euro-atlantico”.

Il comunicato ribadisce inoltre che, in base all’articolo 5 del Patto Atlantico, tutti i partner dovranno correre in aiuto di chi subisce un attacco non solo militare o terroristico, ma anche “ibrido”, da valutare caso per caso.

Per gli Stati Uniti, “l’impegno previsto dall’articolo 5 è sacro” ha detto Biden indirizzando le sue rassicurazioni soprattutto alle repubbliche baltiche di Estonia, Lituania e Lettonia.

A margine del vertice, poi, il presidente ha incontrato il suo omologo turco Recep Tayyep Erdogan, ‘spina nel fianco’ dell’Alleanza – per i suoi rapporti burrascosi con l’Europa – ma partner cruciale per gli equilibri mediterranei. Un incontro codiale e costruttivo, lo ha definito Biden, deciso ad ancorare il presidente turco – alle prese con uno dei momenti più complessi della sua ventennale presidenza – all’alleanza atlantica, soprattutto in prospettiva di una “politica sudorientale” della NATO, come previsto nel Piano 2030.

Ultima tappa Ginevra?

A testimoniare un cambio di passo nelle relazioni tra le due sponde dell’Atlantico, anche il fatto che nel comunicato finale del vertice dei 30 paesi Nato, ci sia solo un blando riferimento all’obiettivo del 2% del Pil da destinare alla spesa militare entro il 2024. Quello che per Trump (ma anche per Barack Obama) era un nodo centrale, per Biden diventa un tema in cui ci sono “importanti progressi: dieci stati sono già in regola”. In cambio gli europei hanno aderito alla svolta auspicata da Biden sulle ‘sfide globali’ (leggi Cina e Russia), ma facendosi portatori di un approccio più equilibrato, fatto di deterrenza e dialogo sia con Pechino sia con Mosca. “La Cina è una rivale su molte questioni, ma anche partner allo stesso tempo”, come ha spiegato la cancelliera tedesca Angela Merkel. Una posizione condivisa dal presidente francese Emmanuel Macron per cui “il rapporto con la Cina va oltre la questione militare”. La Cina, ha ribadito Macron, “è una grande potenza con la quale noi lavoriamo su questioni globali, per esempio il clima”. Intanto Biden si proietta sull’ultimo appuntamento di questo lungo tour europeo: il faccia a faccia con Vladimir Putin in programma domani a Ginevra. “Chiederò al presidente russo se vuole collaborare. Se invece dovesse continuare con azioni ostili, risponderemo a tono”.

Al centro delle discussioni le questioni dell’Ucraina, della Bielorussia, il controllo delle armi dopo l’estensione del trattato New Start e il possibile rientro congiunto nell’Open Skies treaty. Washington vuole anche cooperare con la Russia su questioni artiche e climatiche, su Iran e Afghanistan ma difficilmente – dicono fonti diplomatiche – ci si attende l’annuncio di qualche accordo. Il leader americano ha comunque stemperato le tensioni rispondendo ad un giornalista che gli chiedeva se avrebbe ancora definito Putin un killer: “In passato lui stesso ha ammesso ciò che ha fatto, ma questo non ha nulla a che vedere con il nostro incontro”.

15 giugno 2021

Fonte ISPI

 

 

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