Una proposta di legge per dire no agli armamenti atomici


Lisa Clark


D’iniziativa popolare, è stata promossa da un comitato composto da oltre 40 soggetti tra reti, associazioni, riviste e coordinamenti di enti locali per dichiarare l'Italia “zona libera da armi nucleari”. Mercoledì 25 luglio viene stata depositata in Cassazione


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Una proposta di legge per dire no agli armamenti atomici

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La messa al bando di tutte le armi nucleari è un’aspirazione condivisa da tutta l’umanità.

Mercoledì 25 luglio sarà depositata alla Corte di Cassazione una Legge d’iniziativa popolare per dichiarare il territorio della Repubblica Italiana “zona libera da armi nucleari”. Il Comitato Promotore di questa Legge si compone di oltre 40 reti, associazioni, riviste, e coordinamenti di enti locali.

L’Italia ha ratificato nel 1975 il Trattato di Non Proliferazione nucleare (TNP), impegnandosi come Stato a non produrre né acquisire in alcun modo armi atomiche. Invece sul nostro territorio sono custodite 90 testate atomiche, 50 nella base USAF di Aviano e 40 nell’aeroporto militare di Ghedi (BS).

Il TNP, entrato in vigore nel 1970, è il trattato internazionale per il disarmo con il maggior numero di Stati parte, in pratica tutti i membri delle Nazioni Unite tranne India, Pakistan, Israele e Corea del Nord. Si fonda su un accordo duplice ed inscindibile: le cinque potenze nucleari (USA, Russia, Gran Bretagna, Francia e Cina) si impegnano a lavorare in buona fede per il disarmo nucleare totale (art. 6), mentre tutti gli altri Stati si impegnano a non dotarsene mai (art. 2).

Invece i negoziati sono attualmente ad un punto morto, anzi si notano preoccupanti tendenze al riarmo da parte delle grandi potenze. In un discorso di novembre 2006, il Segretario Generale dell’ONU Kofi Annan alla fine del suo mandato, dichiarò preoccupato che il motivo di tale stallo sta nel fatto che “alcuni insistono che prima deve venire la non-proliferazione, altri che prima deve venire il disarmo. In questo modo ciascuno pretende che prima siano gli altri ad agire.”

In Italia vogliamo agire per primi. Vogliamo eliminare le testate atomiche dal nostro territorio, un segnale di rispetto degli accordi che potrà incoraggiare altri Stati europei a seguirci, che potrà ridare impulso ai negoziati internazionali. In Belgio, che come l’Italia ospita armi nucleari, già da molto tempo i due rami del Parlamento chiedono al governo di eliminare le bombe statunitensi dal loro territorio. La Grecia ha già fatto rimuovere la ventina di testate atomiche (nel 2000) che ospitava.

La prima Zona Libera da Armi Nucleari (NWFZ) compie 40 anni. Ad oggi le NWFZ includono più della metà del pianeta: tutti gli Stati delle Americhe tranne USA e Canada, il Sud Pacifico, l’Africa, il Sudest asiatico. La più recente NWFZ è quella dell’Asia centrale. Anche lo spazio, i fondali marini e l’Antartide sono zone libere da armi nucleari in base a specifici trattati internazionali. E poi ci sono due Stati singoli: l’Austria e la Mongolia. Noi vogliamo unirci a loro e camminare insieme verso un futuro senza atomiche.

La raccolte delle firme, ne servono 50.000, inizierà durante la Settimana della Pace (1-7 ottobre) e proseguirà per 6 mesi.
Mercoledì 25 luglio, alle ore 11.30, dopo aver depositato alla Cassazione la Legge, i rappresentanti dei Promotori incontreranno la stampa, all’uscita del Palazzo di Giustizia, in Piazza Cavour, a Roma.

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