Una Giornata della memoria contro le schiavitù: la proposta di Umbria-Africa


Michela Trigari


L’associazione organizza a Perugia il 25 settembre un convegno in occasione dell’anniversario della firma della Convenzione di Ginevra che risale al 1926. Paul Dongmeza, presidente della onlus umbra: “Ricordo e pace sono le condizioni dello sviluppo di un continente”


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Una Giornata della memoria contro le schiavitù: la proposta di Umbria-Africa

Istituire una Giornata internazionale della memoria contro le schiavitù. Che cada il 25 settembre, anniversario della Convenzione di Ginevra approvata nel 1926 e che, proprio in quella data, ha messo al bando le catene degli uomini. A lanciare la proposta è l’associazione Umbria-Africa, che ha scelto il 25 settembre per organizzare a Perugia un convegno in occasione dell'81esimo anniversario della Convenzione che ha abolito la schiavitù. “Come tutto il mondo ricorda la Shoah, mi sembra giusto che la comunità internazionale istituisca una giornata della memoria per tutte le vittime delle schiavitù, anche quelle nuove come la prostituzione, la tratta degli esseri umani o i soldati bambino”, commenta Paul Dongmeza, presidente della onlus umbra e membro della Diaspora africana in Italia (diaspora è un termine che descrive la migrazione “forzata” di un intero popolo all’estero).

“Perugia è una città dove sta iniziando a germogliare un processo di riconoscimento dei diritti umani, anche di quelli che spesso sono stati negati al continente africano a causa delle guerre e dello sfruttamento socio-economico, che quest’anno troverà il suo culmine ai primi di ottobre nella Settimana della pace”, il cui slogan non a caso è “Tutti i diritti umani per tutti”. Per questo, dopo il Summit europeo della Diaspora africana che si terrà a Parigi l’11 e il 12 settembre, dopo la giornata umbra in ricordo della Convenzione di Ginevra e in attesa del Summit dell’Unione africana previsto in Etiopia per gennaio 2008, “invitiamo tutti i cittadini africani che abitano in Italia a partecipare all’Assemblea dell'Onu dei popoli, a quella dell'Onu dei giovani e alla marcia Perugia-Assisi del 7 ottobre”, dice Dongmeza.

“L'Africa necessita prima di tutto di riconciliarsi con se stessa, e poi ha bisogno di scoprire nuove vie per ricostruire la sua economia nell'era della globalizzazione. E la pace è la condizione fondamentale dello sviluppo di questo continente, così come l’assenza di conflitti è stato il motore della crescita dell’Europa e degli Stati Uniti dopo la fine della Seconda guerra mondiale. Finché ci saranno genocidi come quelli in Darfur o finché proseguirà il commercio delle armi, l’Africa non potrà andare da nessuna parte – spiega Dongmeza ¬–. Ma questo lo devono capire gli africani stessi, i protagonisti della crescita devono essere loro, non gli aiuti umanitari o la cooperazione internazionale. Ma lo sviluppo è una cultura che va assimilata dai popoli: non si può continuare ad assistere l’Africa in eterno”.

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