Un mondo senza atomica è possibile?


Junko Terao


Intervista a Maurizio Martellini, scienziato nucleare, per cui l’idea del "nuke free world" del presidente americano Barack Obama è plausibile.


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Un mondo senza atomica è possibile?

Un mondo senza nucleare? Si può fare. Obama continua a far sognare dipingendo scenari utopistici che nessuno, finora, si era azzardato a considerare plausibili. Basta con la paura atomica, sì all'energia nucleare per tutti. Un'ipotesi che stenta a convincere anche i suoi sostenitori più accaniti, ma che, dice Maurizio Martellini, scienziato nucleare e segretario generale del Centro Volta-Landau Network sulla sicurezza globale e il disarmo, non è irrealistica.
«Non è certo un' ipotesi che si realizzerà a breve, ma si tratta di una decisione strategica presa da tempo sia dagli Stati Uniti che dalla Russia. Un punto fondamentale di partenza è che gli armamenti nucleari strategici non servono più come tali. Innanzitutto perché il mondo non è più spaccato in due ma è multilaterale e sempre più vale la countervalue strategy (la possibilità di una potenza di colpire obbiettivi civili), per cui anche un deterrente di pochi armamenti può avere effetto. Questo non esisteva durante la guerra fredda perché allora c'era ancora come condizione la parità nel possesso degli armamenti. Oggi la Corea del Nord o l'Iran, per esempio, possono costituire una minaccia anche per giganti come Usa e Russia.
Inoltre quello che non si dice mai è che la tecnologia nucleare è vecchia. Oggi la differenza la fanno le armi convenzionali molto avanzate. Gli Stati Uniti stanno pensando di fare missili in grado di trasportare armi strategiche convenzionali.
C'è poi il fatto che mantenere un deterrente di testate nucleari cosa diverse decine di miliardi di dollari. Adesso gli Usa possiedono circa 5500 testate operative e la Russia 4000.
Quindi c'è un interesse reale e serio per avviarsi verso quello che viene definito il “nuclear weapon free world”, ossia un mondo senza armi nucleari. E' evidente che questo percorso non può essere fatto in maniera unilaterale e che deve essere pilotato e controllato.

Quindi il pericolo di un mondo senza deterrenza non sussiste.

«Il mondo continuerà ad essere rischioso perché è venuto meno il bluff della guerra fredda. L'importante allora era la parità strategica, nessuno doveva avere la supremazia perché il mondo era spartito in due. Nel picco di quegli anni, fino al 1991, si parlava di oltre centomila testate esistenti. Oggi il numero si è ridotto di oltre il 70%. Dopo il '91 questo mondo si è frantumato, oggi ci sono molteplici attori e nessuna potenza occidentale accetterebbe di perdere una propria città, sia essa Parigi, New York, Roma o Berlino. Perché è di città abitate che bisogna parlare quando si ipotizza un attacco, non di basi militari».

Di fatto cosa accadrà nell'immediato futuro?

«Usa e Russia hanno intenzione di firmare un nuovo trattato, più ampio di quello esistente, dato che lo Start-1 è in scadenza. Un accordo che soprattutto preveda delle verifiche, non contemplate, per esempio, nell'accordo di Mosca del 2004. E' necessario creare un meccanismo in cui Usa e Russia, le due maggiori potenze nucleari, quelle che fanno la politica strategica, fungano da controllori».

Obama, nel suo discorso, ha parlato di una ipotetica “Banca energetica” a cui tutti i Paesi potrebbero attingere. E' un'idea realizzabile?

Il discorso di Obama è interessante innanzitutto perché cita la ratifica da parte degli Stati Uniti del Ctbt, il trattato che bandisce i test nucleari. Quanto alla Banca internazionale del combustibile, l'idea non è nuova, esiste già un protoesempio. Per fare una bomba servono uranio arricchito e plutonio, che sono sottoprodotti delle centrali: l'idea è di creare delle banche di combustibile che dovrebbero essere controllate dall'Aiea, l'agenzia per l'energia atomica, che ne impedisca la produzione: una cosa in realtà molto complicata.

Fonte: Lettera22 e il Riformista

7 aprile 2009

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