Un milione in piazza


NEAR EAST NEWS AGENCY


L’esercito non userà la forza oggi contro la marcia che attende una massa enorme di manifestanti in tutto il paese. Domani invece lo sciopero generale indetto dai sindacati. Le autorità egiziane hanno fermato tutto il traffico ferroviario con effetto immediato da lunedì sera e la compagnia di bandiera (statale) Egypt Air ha cancellato tutti voli.


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Un milione in piazza

L’esercito egiziano non userà la forza contro il milione di persone atteso in piazza oggi, settimo giorno di protesta contro il regime del faraone Mubarak. Perché le richieste degli egiziani sono “legittime” hanno detto in un comunicato stampa diffuso ieri.
Le folle che il cosiddetto movimento del 6 Aprile ha convocato al Cairo per martedì. Dal nome di quel movimento che il 6 aprile 2008 ebbe come espressione le richieste sindacali: più di 27mila lavoratori dell’azienda tessile Misr, a Mahalla al Kubra, per protestare contro il mancato pagamento degli straordinari. Uno dei tanti segnali che nel paese si andava creando un attivismo politico, una nuova coscienza sociale.
E ieri sera è arrivata la prima esplicita conferma ufficiale da parte delle forze armate che non useranno le forze contro le migliaia di egiziani che da giorni non abbandonano le strade del Cairo, di Alessandraia, di Suez. Davanti all’idea di numeri massicci di manifestanti in arrivo nela capitale, le autorità egiziane hanno fermato tutto il traffico ferroviario con effetto immediato da lunedì sera e la compagnia di bandiera (statale) Egypt Air ha cancellato tutti voli sia interni che internazionali durante le ore di coprifuoco, dalle 15.00 alle 8.00 di mattina (ora locale).
Ancora oltre 25.000 persone sono state ieri in piazza Tahrir, altri sono rimasti accampati tutta la notte, sfidando il coprifuoco imposto da Mubarak, ogni giorno un’ora prima. E mentre Mubarak solleva lo spettro del crollo dell’economia egiziana, mantiene chiusa la rete ferroviaria e le banche, monta nella capitale anche un’ondata di panico e caos, la gente che fa razzia nei supermercati e negozi, ormai quasi vuoti, nei quali le consegne dei fornitori non avvengono da giorni, dove mancano i prodotti alimentari di base. Nelle zone limitrofe, dove regna povertà e fame, la popolazione è stremata e cominciano a cogliersi segnali di stanchezza per chi non ha risorse sufficienti per affrontare l’emergenza di questi giorni.
E si aspetta col fiato sospeso il Milione in piazza, il milione che potrebbe segnare oggi la caduta definitiva del rais. E insieme al Cairo, manifesteranno anche Alessandria, Suez, i centri del Sinai e del Delta. Dare una prova al faraone che il rimpasto di governo da lui voluto, che vede Ahmed Shafik come primo ministro, Mahmud al Wagdi agli interni e un neo vicepresidente (il primo in 30 anni), Omar Suleiman per loro rappresenta solo il fantasma di un apparato statale vecchio, che non può aspettarsi di placare la determinazione e la rabbia di 80 milioni di egiziani. E l’appello a questa nuova massiccia mobilitazione è anche un mettersi alla prova per il Movimento 6 Aprile, prima che in un modo o nell’altro la spontaneità di questa rivolta popolare sia fagocitata dai ranghi della politica, seppure dell’opposizione.
Il popolo giovane dei manifestanti ha continuato ieri a sfidare Internet, quando anche l’ultimo provider rimasto, il gruppo Noor, è stato disconnesso; Renesys, una compagnia con sede nel New Hampshire che monitora in tempo reale I dati che passano in rete, ha dichiarato ieri ad Al Jazeera che anche il network Noor ha smesso di funzionare alle otto e mezza passate di ieri sera.
Google, in risposta al black-out imposto in Egitto, ha invece creato un modo per postare messaggi attraverso Twitter, facendo una telefonata, su numeri a costo zero. I messaggi vocali lasciati ai numeri +16504194196; +390662207294 o  +97316199855 vengono cioè automaticamente convertiti in messaggi di testo.

Fonte: Nena News

1 febbraio 2011

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