Un arcobaleno di duemila colori sfila per la pace


Silvia Canevara - il Cittadino


Sotto la pioggia, la marcia è partita da Lodi per raggiungere Cavenago, tutti hanno ricordato i morti di Lampedusa.


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Sono partiti da via Dante in cinquecento, un passo dopo l’altro verso la pista ciclabile della Faustina.
A San Martino erano già in mille, altri duecento sono arrivati da Codogno e da Crema. Alla fine, nel piazzale del santuario della Madonna della Costa, le forze dell’ordine ne hanno contati più di duemila: duemila arcobaleni di pace nel cielo grigio di ieri pomeriggio.
Tante le persone che hanno preso parte alla quinta edizione della Marcia per la pace del Lodigiano, partita alle 9.30 da Lodi e arrivata a Cavenago d’Adda nel primo pomeriggio, non prima di aver “raccolto” strada facendo i marciatori di Codogno e di Crema.
Intesta al corteo: il camioncino di Lodisolidale, la rete che da cinque anni promuove e organizza la manifestazione; dietro: un lungo serpentone di persone diverse per età, cultura e posizione sociale, ma tutte convinte che«la pace va percorsa». Questo lo slogan che i marciatori hanno scandito lungo la strada, per ribadire che la pace – come dice Sara, 17 anni -«non è qualcosa che piove giù dal cielo: la devi conquistare lottando, con le armi dell’impegno e del sacrificio».Come lei, tanti giovani hanno preso parte alla marcia, mescolati ai “veterani” dell’associazionismo lodigiano: Adica, Amici di Serena, Tam Tam d’Afrique, Italia-Perù, Lodi città aperta e tante altre realtà piccole e grandi del terzo settore, più la giunta dellaCittà di Lodi al gran completo e gli stendardi degli altri Comuni.
Hanno aderito in tutto in trentacinque pubbliche amministrazioni, anche da fuori Provincia; molte erano rappresentate dai rispettivi sindaci in fascia tricolore.
Mancavano gli scout di Lodi, trattenuti in sede per l’apertura ufficiale delle attività annuali; al loro posto quelli di Crema, allegri e numerosi. Altri, purtroppo,  erano i grandi assenti: non gli scout, e nemmeno chi non è riuscito a organizzarsi dopo il rinvio della manifestazione, che avrebbe dovuto tenersi il 6 ottobre ma a causa della pioggia è stata rimandata di una settimana. «A mancare, oggi, sono le quattrocento persone che in questi giorni sono morte nel Canale di Sicilia» ha detto Luigi Lacchini di Lodisolidale, poco prima che il corteo si mettesse in moto.
Anche il sindaco di Lodi, Simone Uggetti, ha voluto ricordare al microfono «le vittime di questa nuova guerra, quella fra chi non ha e chi, come noi, per il momento ha ancora qualcosa». Al suo invito, in viale Dante è sceso un commosso silenzio; poi, lentamente, la folla si è messa in moto.
Viale Agnelli, corso Mazzini, via Zalli e via Piermarini, avanti lungo la pista ciclabile che porta a San Martino. Per raggiungerlo c’è voluta circa un’ora di cammino, risarcita dalle mele donate ai marciatori al punto ristoro allestito in paese. Da qui, il corteo ha piegato verso la via Emilia e Ca’ de Bolli, imboccando la ciclabile per Caviaga fino alla rotonda per Cavenago.
L’arrivo in paese è avvenuto all’ora di pranzo, e sarà forse per questo che in pochi si sono affacciati alle finestre per salutare il passaggio degli arcobaleni. A offrire loro una calda accoglienza, ci hanno pensato la Proloco e il sindaco Sergio Curti, già in strada un’ora prima che arrivassero i marciatori. Intanto, al santuario, fervevano i preparativi: il kebab girava sullo spiedo e si accendevano gli amplificatori. Quando la testa del corteo è comparsa ai piedi della scalinata, il parroco don Gianpiero Marchesini è corso loro incontro, mentre la musica dei Banda Rebelde intonava la prima canzone.

Fonte: il Cittadino

14 ottobre 2013

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