Tratta di esseri umani e prostituzione. Sette arresti a Napoli


Corriere del Mezzogiorno


Sei «schiaviste» prendevano ragazze in Nigeria e le costringevano a prostituirsi. Il «reclutamento» avveniva in base alla loro avvenenza e alle possibilità economiche delle famiglie.


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Tratta di esseri umani e prostituzione. Sette arresti a Napoli

NAPOLI – Con l'accusa di tratta di esseri umani, riduzione in schiavitù, alienazione di schiavi ed associazione per delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione, sono state arrestate questa notte dalla squadra mobile di Napoli sette persone di un organizzazione della mafia nigeriana. Si è così interrotta una tratta di esseri umani tra Nigeria, Libia ed Italia.

TRATTA GESTITA DA DONNE – Il traffico di nigeriane avviate alla prostituzione nel napoletano era gestito principalmente da donne sempre di origini nigeriane. La scelta delle donne da avviare alla prostituzione avveniva non solo in base all’ avvenenza ed alla giovane età delle ragazze, ma anche alle possibilità economiche delle loro famiglie. Ciò affinchè l’organizzazione potesse avere la certezza che le spese di viaggio sostenute fossero recuperate. La tratta di esseri umani passava attraverso la Libia.

OLTRE MILLE LE GIOVANI AVVIATE ALLA PROSTITUZIONE IN UN ANNO –
Oltre mille le giovani donne che all’anno venivano avviate alla prostituzione sul litorale Domiziano. È quanto emerso dalle indagini della sezione criminalità straniera della squadra mobile di Napoli, coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia. Gli investigatori hanno monitorato cinque o sei viaggi dalla Nigeria, via Libia. Qui le donne reclutate dall’ organizzazione venivano trattenute per settimane ed anche mesi in campi profughi o abitazioni prima di essere trasferite in Sicilia a bordo di barconi. Di qui l’ organizzazione le trasferiva sul litorale domiziano, in provincia di Caserta, dove le giovani donne venivano acquistate a 10-15 per volta dalle «madame», come vengono chiamate le sfruttatrici della prostituzione.

VIAGGI IN AEREO CON PASSAPORTI FALSI –
«Ogni barcone – hanno spiegato gli investigatori – trasportava circa 200 ragazze». L’ intensificazione del pattugliamento nel Mediterraneo aveva spinto l’ organizzazione a ricorrere a viaggi in aereo, dotando le ragazze di passaporti falsi, con un considerevole aumento di costi. Un viaggio dalla Nigeria all’ Italia costava alle giovani donne, tra le quali potrebbero esservi della minorenni, 6-7 mila euro. Per garantirsi il recupero della somma la mafia nigeriana sceglieva le ragazze tra le famiglie proprietaria di casa o appezzamenti di terreno. «I proventi del traffico di prostitute – ha detto ai giornalisti il capo della squadra mobile di Napoli, Vittorio Pisani – serviva alla mafia nigeriana per finanziare il traffico di droga».

ROTTA DELLA DROGA –
E la rotta seguita dalle donne della tratta è la stessa della droga. Al traffico, interamente gestito dalla criminalità nigeriana, erano estranei i clan della camorra. Allo smantellamento dell’ organizzazione Dda di Napoli e squadra mobile sono giunte attraverso una serie di intercettazioni rese più difficili dalla quantità di dialetti utilizzati in Nigeria. Non hanno aiutato gli investigatori le denunce presentate da qualcuna delle ragazze sfruttate. I particolari forniti, infatti, erano molto generici e la denuncia era finalizzata solo all’ottenimento di un permesso di soggiorno.

Fonte: Corriere del Mezzogiorno

16 dicembre 2010

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