Sudan: una pace da costruire


Campagna Italiana per il Sudan


Marina Peter, Scommessa Sudan:”Un trattato non basta: non dobbiamo mai dare per scontato che gli impegni presi sulla parola e quelli firmati su un pezzo di carta siano veramente mantenuti. Costruire la pace in Sudan è un’operazione a lungo termine”.


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Sudan: una pace da costruire

Darfur / Tensioni incrociate

Rapiti tre operatori umanitari. Il 18 maggio sono stati rapiti in Darfur tre operatori umanitari (due sudanesi e un’americana) di un’organizzazione statunitense. I tre sono stati presi in ostaggio da un gruppo ancora ignoto mentre si stavano dirigendo verso Nyala, capoluogo del Darfur meridionale.

Nuovi scontri.

Contemporaneamente nel Darfur settentrionale i ribelli del Movimento per la giustizia e l’uguaglianza (Jem) hanno liberato 44 soldati dell'esercito di Khartoum, consegnandoli alle autorità di el Fasher, capoluogo del Darfur settentrionale. Secondo la Croce rossa internazionale il rilascio rientra negli accordi firmati lo scorso febbraio a Doha (Qatar).
Nonostante quell’accordo lo Jem e l'esercito governativo in maggio hanno continuato a combattere,  in particolare nella regione di Jebel Moun [vedi anche  Newsletter 57 del 15 maggio 2010].
Khalil Ibrahim fermato in Ciad. In Ciad la polizia ha fermato Khalil Ibrahim, leader storico dello Jem che da anni vive in esilio tra Parigi, Libia e Ciad, al suo arrivo all’aeroporto di N'Djamena. La delegazione di Ibrahim si sarebbe trovata di passaggio in Ciad con lo scopo di attraversare la frontiera per rientrare in Darfur.  Ahmed Hussein Adam, portavoce del Jem, ha accusato il governo ciadiano «di voler costringere il Jem a partecipare ai colloqui di pace sul Darfur previsti a Doha».
Secondo Ahmat Mahamat Bashir, ministro degli Interni del Ciad, la decisione si spiega con il «ristabilimento delle relazioni» tra Ciad e Sudan. Khartoum e N’Djamena hanno ristabilito relazioni diplomatiche nel 2009, dopo essersi per anni accusate di sostenere gruppi ribelli attivi nelle regioni di confine.
Il resoconto di Unamid. Il 20 maggio Ibrahim Gambari, capo della missione congiunta Onu-Ua  in  Darfur (Unamid),  ha parlato della situazione in Darfur di fronte al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, ricordando i combattimenti tra Jem e esercito governativo, ma anche che ci sono stati «nuovi scontri tra il governo e la fazione dell’Esercito di liberazione sudanese (Sla) guidata da Abdul Wahid» oltre che «violenze intercomunitarie nel Darfur meridionale». Nel Darfur (493.000 chilometri quadrati) secondo le cifre dell’Onu, oltre due milioni di civili – circa un terzo della popolazione locale – vivono in campi per sfollati. L’Unamid ha in Darfur 22.000 persone, tra caschi blu, poliziotti e civili.
Tre oppositori fermati dal governo. Il governo sudanese ha impedito a tre membri dell'opposizione – sequestrando loro i passaporti – di partecipare a una conferenza internazionale sul ruolo della Corte penale internazionale (Cpi) che si svolge a Kampala (in Uganda) dal 31 maggio all'11 giugno. I tre oppositori sono Miriam Al-Mahdi del partito Umma, Mahmoud Saleh del partito comunista e Al-Bukhari Aljaali del Partito unionista democratico (Dup).  La Corte penale internazionale nel 2009 ha emesso un mandato di cattura internazionale contro il presidente del Sudan, Omar el Bashir, accusandolo di crimini di guerra e contro l'umanità durante la guerra civile in Darfur. Il 1 giugno, in una conferenza stampa, il National Congress – partito del presidente Bashir – ha criticato l'Uganda per ospitare la conferenza e ha invitato i delegati riuniti a Kampala a considerare l'ipotesi di un ritiro in massa degli stati africani dalla Cpi.
 
Sud Sudan / Nuove violenze

Nuovi attacchi Lra. Il Lord Resistance Army (Lra), il gruppo ribelle ugandese che da oltre vent'anni insanguina con le sue razzie i villaggi del Sud Sudan, ha causato nuovi morti nella seconda metà di maggio. Il 17, in un’imboscata, sono stati uccisi tre dipendenti pubblici sudanesi, attaccati mentre viaggiavano tra Yambio e Tambura nell’Equatoria occidentale. Un gruppo di una trentina di ribelli aveva anche saccheggiato un villaggio e rapito diverse persone a cinque miglia a nord di Tambura, non lontano dai confini con la Repubblica Democratica del Congo e la Repubblica centrafricana.  Il 29 maggio, sempre in Equatoria occidentale, lo Lra ha attaccato altri villaggi nella contea di Tambura,uccidendo complessivamente altre tre persone, di cui due erano poliziotti. Otto villaggi sono stati abbandonati dai loro abitanti, i quali hanno smesso di coltivare la terra e si sono spostati nella città di Tambura per cercare un luogo sicuro.
Nonostante gli sforzi dell'esercito ugandese e di quello sudsudanese, che hanno anche effettuato operazioni congiunte, le bande criminali di ribelli dello Lra continuano a terrorizzare i civili che vivono sulla zona di confine tra Sud Sudan, Rd Congo e Repubblica centrafricana.
Sparatorie tra soldati e civili nello stato dei Laghi. Sempre in Sud Sudan, nello stato dei Laghi, otto persone (tre soldati e cinque civili) sono state uccise e almeno 27 sono state ferite nella contea di Cueibet in sparatorie tra soldati dello Spla e gruppi di civili armati. La causa dello scontro sarebbe il conflitto che continua tra diversi gruppi per questioni legate al bestiame e all'accesso ai pascoli.   
Continua la ribellione del generale Athor. Nello stato di Jonglei continua la crisi aperta dal generale dell'esercito del Sud Sudan George Athor Deng, che non ha accettato i risultati delle elezioni di aprile [vedi Newsletter 57 del 17 maggio 2010]. In un'intervista all'agenzia Reuters, Athor ha dichiarato che altri ufficiali dello Spla, provenienti anche da diverse regioni del Sud Sudan, avrebbero aderito alla ribellione.
 
Sudan / Insediati i due nuovi presidenti

Il 27 maggio il presidente Omar el Beshir ha iniziato il suo nuovo mandato quinquennale con una cerimonia a Khartoum alla presenza di rappresentanti delle Nazioni Unite e di capi di stato di vari paesi africani. Bashir – colpito da un mandato di cattura internazionale da parte della Corte penale internazionale per crimini di guerra e contro l'umanità – ha vinto le elezioni di aprile ottenendo il 68% dei voti validi.
Nella capitale sudanese continuano le consultazioni tra il partito del Congresso nazionale (Ncp) e il Movimento popolare per la liberazione del Sudan (Splm) per la formazione di un nuovo governo basato sugli esiti delle scorse elezioni.
In Sud Sudan il presidente Salva Kiir –  confermato dopo la vittoria alle ultime elezioni con oltre il 92% dei consensi – nel discorso di insediamento per un nuovo mandato  ha ribadito il proprio impegno per portare a termine tutti i punti degli Accordi di pace globale del 2005. Alla presenza di una delegazione del governo di Khartoum, guidata dal vicepresidente Ali Osman Taha, Kiir ha aggiunto che il processo per la demarcazione della frontiera tra Nord e Sud del paese, uno dei nodi ancora pendenti dell’accordo, «sarà completato entro tre mesi».

Fonte: www.campagnasudan.it

04 giugno 2010

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