Strage di Kunduz, tutte civili le vittime del Raid


Lettera22


Il bilancio aumenta al doppio dei morti. La Nato apre un’inchiesta mentre monta la polemica in Germania e in Europa. E torna la bufera sul processo elettorale.


CondividiShare on FacebookTweet about this on TwitterEmail to someoneGoogle+
Strage di Kunduz, tutte civili le vittime del Raid

Non 90 ma 150. Tanti sarebbero i civili uccisi nel raid Nato di venerdi nel Nord dell'Afghanistan. Mentre notizie di nuove frodi offuscano il “successo” delle elezioni obbligando la Commissione elettorale ha rinviare l'annuncio dei dati parziali, la solita tragica verità emerge dai racconti all'agenzia afgana Pajhwok degli abitanti del distretto di Chahar Dara, dove due autobotti rubate alla Nato dai talebani giovedi notte, prese di mira dagli aerei dell'Isaf, hanno scatenato un pandemonio di fuoco tra i residenti che erano andati a prendersi il gasolio dalle cisterne.
I testimoni hanno raccontato che sul luogo dell'attacco, a Haji Aman, non si trovavano talebani, dileguatisi dopo aver dato luce verde al prelievo del carburante come spesso avviene dopo questi furti. Un anziano del villaggio di Sarak-i-Bala ha detto che tra i 50 cadaveri sepolti a Yaqoubi c'erano quelli di 15 bambini. Nel vicino villaggio di Maulvi Naeem, gli abitanti riferiscono della morte di 20 civili. Altre 80 vittime si registrano, dice ancora Pahjowk, in tre villaggi vicini. A Yaqoubi, dove si sono svolti oggi i funerali, talebani armati hanno assistito alla sepoltura dei 50 vittime. Un funzionario della Croce rossa internazionale ha sottolineato che sarà molto difficile ottenere un bilancio preciso del numero delle vittime perché molti corpi sono stati carbonizzati.
Le giustificazioni del giorno dopo appaiono fragili: le cisterne sequestrate erano una “grave minaccia per i soldati tedeschi” che pattugliano la provincia di Kunduz, ha cercato di spiegare il ministro della Difesa tedesco, Franz Josef Jung, difendendo una scelta che in Germania provoca forti polemiche è che è stata criticata anche all'estero: dal ministro francese, Bernard Kouchner, che ha definito un “grande errore” il raid sottolineando che “dobbiamo aiutare gli afgani non bombardarli”, o dal ministro del Lussemburgo, Jean Asselborn, per il quale si è trattato di un'azione “ che non si sarebbe dovuta mai compiere”. Anche il ministro degli Esteri svedese Carl Bildt, sostenendo che bisogna rafforzare la dimensione civile dell'intervento perché la sola componente militare non basta, ha aggiunto che: “Tutti i morti in Afghanistan sono una tragedia e non penso che vinceremo questa guerra uccidendo persone…forse la Nato poteva evitare di lanciare bombe sulle due cisterne”. Più blando l'intervento del ministro italiano Frattini: “Sono atti terribili che non devono mai accadere”, ha detto ribadendo la necessità di un'”inchiesta immediata”.
L'inchiesta è del resto già in corso il comandante delle forze Nato in Afghanistan, generale Stanley McCrystal, è partito per Kunduz per visitare il luogo del raid contro le due autocisterne. Prima di partire il generale americano è apparso sulle tv nazionali per assicurare la popolazione del suo impegno a ridurre le vittime civili nelle operazioni militari. Ma è una promessa già fatta in passato e contraddetta da una realtà che probabilmente mette in imbarazzo il generale stesso, che ha preso il comando di Isaf da qualche mese proprio sottolineando che l'impegno sarebbe stato “proteggere i civili”. Negli Usa è in corso un aspro dibattito sull'aumento o meno delle truppe in Afghanistan e la strage comporta forse un elemento a favore di coloro, come il presidente Obama, poco favorevoli a rafforzare il dispositivo militare.
Nel paese continua intanto anche la polemica sulle elezioni: mentre la Commissione che si occupa dei brogli ha a che fare con 600 “serie” denunce, ieri la Bbc ha dato conto di una frode rivelata un leader tribale del distretto di Zaziaryoub (provincia di Paktia) che ha ammesso di aver infilato nelle urne 900 schede in favore di Karzai e di aver avuto notizia che la stessa cosa, per 2mila altre schede, sarebbe stata fatta in un villaggio vicino al suo.
Travolta dalle denunce, la Commissione elettorale nazionale ha posposto l'annuncio di nuovi risultati parziali delle presidenziali, previsto per ieri, rinviando a oggi o lunedi. Per i definitivi si dovrà attendere metà settembre.

Fonte: Lettera22

6 settembre 2009

CondividiShare on FacebookTweet about this on TwitterEmail to someoneGoogle+

Lascia un commento