Strage a Parigi: ecco quello che i bambini sanno e pensano


Flavio Lotti


Maddalena ha nove anni e le ultime parole del dibattito in classe sono le sue: “La scuola ci ha fatto diventare amici, anche se siamo tutti diversi”.


CondividiShare on FacebookTweet about this on TwitterEmail to someoneGoogle+
bambiniparigi

 

Strage a Parigi: ecco quello che i bambini sanno e pensano

La scuola ci ha fatto diventare amici

(anche se siamo tutti diversi)

 

Maddalena ha nove anni e le ultime parole del dibattito in classe sono le sue: “La scuola ci ha fatto diventare amici, anche se siamo tutti diversi”. “Sono state cinque ore di scuola molto intense,” mi dice la maestra Patrizia. “E’ stato bellissimo e domani continuiamo con dei pensieri individuali. Oggi è stato il giorno del confronto, della riflessione collettiva.” Siamo a Perugia, in una classe terza della scuola primaria dove l’insegnante, da lungo tempo impegnata in percorsi di educazione alla pace e ai diritti umani, ha voluto affrontare i fatti che sono sulla bocca di tutti: le stragi di Parigi.

Ecco quello che i bambini sanno e pensano. Senza filtri. Le loro parole sono state trascritte da ciascuno nel proprio quaderno. Tra le tante parole che ci inondano in questi giorni vale la pena di ascoltare (non solo leggere) anche queste.

NB: questa storia è un omaggio a tutte le insegnanti, gli insegnanti e dirigenti scolastici che tutti i giorni cercano di educare i nostri figli alla cittadinanza democratica e alla responsabilità. Questa è la buona scuola su cui dobbiamo investire per costruire un’Italia, un’Europa e un mondo migliori.

Flavio Lotti, Tavola della pace

www.perlapace.it

Pensieri per Parigi

 

Io so

Leonardo: so che in un Teatro a Parigi sono state uccise 100 persone

Francesca: so che ci sono 300 feriti

Giulio: so che sono morti 8 attentatori

Giorgia: so che vogliono fare altri attentati a Roma, Bangkok e Pechino

Daniele: so che a Parigi c’erano tante luci accese e adesso sono tutte spente: adesso sembra una città fantasma

Matteo: so che davanti allo stadio mentre c’era la partita Francia Germania tre Kamikaze si sono fatti esplodere

Valeria: so che sono morti anche dei bambini

Francesca: so che la banda che ha ucciso si chiama ISIS

Leonardo: so che davanti agli ospedali c’era una fila lunghissima di persone che volevano donare il sangue ai feriti

Toni: siccome so che sono morte 100 persone ho paura che succeda anche da noi

Chi ha compiuto gli attentati?

Giulio: ISIS

Che cos’è l’ISIS?

Maddalena: Una banda che uccide la gente

Leonardo: In questa banda c’erano tre ragazzi che venivano dal Belgio

Perché uccidono?

Leonardo: credono che il loro Dio Allah gli dica di fare la guerra a quelli che non appartengono alla loro religione

Matteo: credono che la loro religione sia superiore alle altre 

Youssef: sono arabi, ma non pregano

Karima: il Corano non dice di uccidere

E’ obbligatorio pregare?

Tutti: no

Perché? 

Maddalena: no perché ognuno ha la sua religione

Youssef: ognuno può fare quello che vuole

Karima: pregare o non pregare è una scelta

Toni: ogni persona prega a modo suo 

C’è un Dio che vale più degli altri?

Tutti: no

Perché?

Giorgia: di Dio ce n’è uno solo ma ha tanti nomi 

C’è un Dio che dice di uccidere le persone?

Tutti: no 

I terroristi di Parigi a quale religione appartengono?

Tutti: Mussulmana

Secondo voi, bambini mussulmani, sono dei buoni mussulmani?

Karima: no perché i buoni mussulmani vogliono la pace e non la guerra 

Youssef: il Corano non dice di uccidere le persone

Secondo voi, bambini non mussulmani, tutti i mussulmani sono cattivi o terroristi?

Tutti: no

Matteo: no perché altrimenti la nostra classe non ci sarebbe più. Ci sono tante religioni diverse

Valeria: no perché non tutti i mussulmani vogliono fare la guerra

Toni: ci sono dei mussulmani buoni e altri mussulmani cattivi

Matteo: ho visto un video dove c’erano bambini che non andavano a scuola ma erano addestrati per la guerra

Daniele: questo non va bene perché vengono usati come armi. Loro sono deboli e gli adulti se ne approfittano

Karima: andare a scuola è un diritto di tutti i bambini

Giorgia: ogni bambino ha diritto ad avere la propria immaginazione e i propri pensieri

Maddalena: la scuola ci ha fatto diventare amici, anche se siamo tutti diversi

 

Perugia, 16 Novembre 2015

CondividiShare on FacebookTweet about this on TwitterEmail to someoneGoogle+

Lascia un commento