Sono stato altre due volte alla marcia Perugia


Uno dei 200.000


Sono stato altre due volte alla marcia Perugia – Assisi: in entrambe le occasioni sono partito da Ponte San Giovanni per il traffico e per i ritardi che punteggiano e regolano in bene, così almeno credo, la mia vita.   La prima volta ho assistito infatti, grazie al ritardo, alla sfilata della testa del corteo con […]


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Sono stato altre due volte alla marcia Perugia – Assisi: in entrambe le occasioni sono partito da Ponte San Giovanni per il traffico e per i ritardi che punteggiano e regolano in bene, così almeno credo, la mia vita.  
La prima volta ho assistito infatti, grazie al ritardo, alla sfilata della testa del corteo con i rappresentanti del popolo, i gonfaloni dei Comuni, le bandiere e quella musica buona, di popolo, che assorda e trasmette l’emozione della grossa partecipazione democratica. Ero con mio zio, anziano democratico generoso di slanci di partecipazione altruista, e con tantissimi, bellissimi portatori di Pace, con molti dei quali ho scambiato sguardi e sorrisi, parole e intese di Pace. 
La seconda volta, nel grande spazio dell’area industriale di Ponte, ho assistito alla preparazione e all’accesso al corteo di tanti giovani, di “Verdi” attorno all’on. Pecoraro Scanio, sempre presente, di gruppi eterogenei ma festosi, con tanta musica pacificamente vibrante, nonostante Genova, le sue violenze, le sue ferite, anche sulle nostre coscienze.  
In quella occasione noi del numeroso gruppo di Tolentino, quasi alla vigilia delle elezioni amm.ve del 2002, ci siamo interrogati sull’opportunità di intraprendere l’impegno politico. Quel voto poi si è svolto e ho avuto l'onore di essere Assessore della mia città e, in quella veste, di favorire percorsi di pace, anche internazionali, ad es. in Spagna, per onorare la memoria di un poeta raffinatissimo, martire del franchismo,come Miguel Hernandez, in Germania, a Kahla, per rendere omaggio alle tante vittime di Tolentino, italiane e continentali della violenza nazista nei campi di lavoro, ed in Italia, a Marzabotto, chiedendo all’allora Presidente della Comunità Europea, Romano Prodi, alla vigilia della sciagurata guerra preventiva, che si lavorasse per assicurare la Pace anche per l’Iraq.        
Ieri sono tornato alla marcia e ho fatto anche più tardi; mi sono accodato al corteo solo a Collestrada, nei pressi degli ipermercati, così invasivi, utili e disutili insieme, comunque un pezzo della nostra quotidianità, ieri surrealmente deserti.
Questa volta però ho portato tutta la famiglia e l’amica Teresa: mia moglie Palma, e i miei due figli: Francesco e Caterina, come i Santi patroni d’Italia. E’ stato bello, molto bello, come le altre volte, più delle altre volte, trovare per strada, allegramente, i colori, i dialetti, le parole di politica e di passione, di religione e di cultura di vita di tantissimi  fratelli italiani e di tutto il mondo, di tantissimi, carissimi giovani, di vitalissimi e vispi anziani e bambini.
   In più, senza cercarli, ho trovato i canti, i colori e la commozione provocatami dal corteo dei monaci birmani, il pacifico corteo contro corrente degli Are Krishna, e, proprio sulla porta di ingresso ad Assisi, ho stretto la mano a Massimo Rossi, ora Presidente della Provincia di Ascoli Piceno, incontrato anche le altre volte, ammirato per la sua partecipazione intensa, per la sua capacità di costruire in pace, dalla base, la democrazia.   Infine, sul sagrato della chiesa di frate Francesco, padre Alex Zanotelli, mito religioso contemporaneo, con il suo trentennale impegno da novello Francesco per i più poveri, il suo sorriso luminoso di fatti di pace.    La cosa più bella è stato però manifestare la bontà della Pace con la mia famiglia e con l’amica Teresa, camminando insieme e sorridendo.   

Grazie a tutti, con commozione e amore: a coloro che hanno lavorato a questo nuovo Miracolo scandito da oltre duecentomila cuori

Oljmpio Bernardini

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