Soluzioni diplomatiche per i conflitti


L’Osservatore Romano


Papa Francesco ribadisce che solo col dialogo e la trattativa si può risolvere la tragedia umana della popolazione siriana.


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SS.FRANCESCO - Piazza San Pietro - Udienza Generale del 18 settembre 2013

 - (Copyright L'OSSERVATORE ROMANO - Servizio Fotografico - photo@ossrom.va)

Soluzioni diplomatiche e politiche per spegnere i «focolai di guerra che ancora preoccupano». È il nuovo appello al dialogo e alla trattativa  rivolto da Papa Francesco ai responsabili delle nazioni affinché sia restituita la pace «ai luoghi più tormentati del nostro pianeta». E per questo —  raccogliendo l’auspicio espresso  dal Consiglio Ecumenico delle Chiese — durante l’udienza generale di mercoledì 18 settembre il Pontefice ha invitato i cattolici a unirsi  alla preghiera di tutti i cristiani il 21 settembre prossimo, giorno in cui, come ogni anno, le Nazioni Unite celebreranno la giornata internazionale della pace.

Il pensiero del Santo Padre è andato subito  «alla cara popolazione siriana, la cui tragedia umana — ha ribadito —  può essere risolta solo con il dialogo e la trattativa, nel rispetto della giustizia e della dignità di ogni persona, specialmente i più deboli e indifesi».  Gli hanno fatto eco gli slogan riprodotti su decine e decine di striscioni portati dai fedeli in piazza San Pietro  per confermare l’adesione agli ideali che hanno ispirato la giornata di preghiera e di digiuno di sabato 7 settembre.

Si è trattato dunque dell’ennesimo invito alla pace sgorgato dal cuore della Chiesa. Una Chiesa  che Papa Francesco ha voluto anche oggi presentare come madre, «perché — ha spiegato — questa immagine  mi sembra che ci dica non solo come è la Chiesa, ma anche quale volto dovrebbe avere sempre di più la Chiesa».

E «una mamma — ha aggiunto — sa che cosa è importante perché un figlio cammini bene nella vita, e non l’ha imparato dai libri, ma l’ha imparato dal proprio cuore. L’Università delle mamme è il loro cuore! Lì imparano come portare avanti i propri figli». La Chiesa «fa la stessa cosa»: è come  una «mamma misericordiosa, che capisce, che cerca sempre di aiutare, di incoraggiare anche di fronte ai suoi figli che hanno sbagliato e che sbagliano»; non giudica «ma offre il perdono di Dio, offre il suo amore che invita a riprendere il cammino anche a quei suoi figli che sono caduti in un baratro profondo»; e «non ha paura di entrare nella loro notte per dare speranza; la Chiesa non ha paura di entrare nella nostra notte quando siamo nel buio dell’anima e della coscienza, per darci speranza». Dal Papa, infine, un pensiero rivolto a tutte le «care mamme: quanto pregate per i vostri figli, senza stancarvi! Continuate a pregare, ad affidare i vostri figli a Dio; Lui ha un cuore grande».

Fonte: http://www.osservatoreromano.va
19 settembre 2013

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